I fitoestrogeni, ormoni naturali

Sotto il nome di fitoestrogeni, o estrogeni vegetali, vanno alcuni composti contenuti in circa 300 piante; devono la propria denominazione al fatto di essere dotati di azione estrogenica, ovvero di una struttura molecolare e meccanismi di azione simili a quelli degli ormoni femminili, seppure con una efficacia decisamente più debole.

I fitoestrogeni hanno riscosso l’interesse della ricerca scientifica poichè si è osservato che nei paesi in cui è maggiore il consumo di cibi ricchi di tali componenti vi è una minore incidenza di patologie quali tumore mammario, uterino e intestinale, aterosclerosi e osteoporosi nonchè di disturbi legati alla menopausa, quali vampate di calore, atrofia tissutale e secchezza vaginale. Il dato riguarda in particolare le popolazioni orientali, la cui dieta giornaliera è particolarmente ricca di soia, vegetale dal notevole contenuto di isoflavoni, una delle due classi di fitoestrogeni dei quali è stato dimostrato l’effetto benefico sull’organismo umano.

Esistono infatti quattro classi principali di fitoestrogeni:

Isoflavoni, contenuti soprattutto nella soia e nei suoi derivati (latte, tofu, farina), ma anche in piselli, fagioli, finocchio, grano saraceno e cavolini di Bruxelles.

Lignani, contenuti nell’olio d’oliva e di girasole, mele, ciliegie, pere, sesamo, riso, aglio, cipolla.

Cumestani, non attivi sull’uomo, come i lattoni, sono contenuti nel foraggio e nel trifoglio.

Lattoni, non sono molto diffusi negli alimenti.

L’uso terapeutico dei fitoestrogeni, resi disponibili ad alte concentrazioni in preparati farmaceutici specifici, è rivolto principalmente al trattamento della sindrome menopausale, ma esistono diversi evidenze scientifiche circa la loro efficacia nella prevenzione e riduzione del rischio di insorgenza di patologie cardio-vascolari, dell’osteroporosi e di alcuni tumori femminili.

I fitoestrogeni esplicano inoltre un’azione anti-ossidante, sono cioè in grado di ridurre la produzione di radicali liberi e contrastare, fra l’altro, l’invecchiamento precoce. Alcuni studiosi li ritengono anche in grado di esercitare un’azione ricostituente sul collagene sottocutaneo con interessanti conseguenze sulla perdita di elasticità dei tessuti mammari.

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