Un tempo l’ernia del disco era tipica di chi praticava lavori molto pesanti, oggi invece è estremamente diffusa anche tra chi passa il suo tempo seduto alla scrivania o in macchina, senza sollevare pesi. Si manifesta questo disturbo quando “fuoriesce” una piccola porzione del nucleo, attraverso una lacerazione della corona circolare, nel canale spinale.
L’ernia del disco provoca purtroppo fortissimi dolori e difficoltà di movimento. Difficilmente una persona si rende conto quale possa essere stata la causa. Spesso dipende dal fatto che si fanno movimenti bruschi accompagnati da una muscolatura abbastanza fragile. Comunque come s’interviene? Per superare il dolore si possono assumere dei farmaci, degli antidolorifici, questi però sono dei palliativi perché non risolvono il problema.
Qualcuno decide di intervenire chirurgicamente. Ormai sono interventi abbastanza di routine, resta il fatto che la colonna vertebrale è sempre una zona molto delicata e non è detto che l’intervento sia definitivo. C’è chi invece convive con la sua ernia tutta la vita facendo qualche esercizio o affidandosi a chiropratici ed esperti di manipolazioni. Sono alternative valide perché contribuiscono a ridurre il dolore e l’assunzione di farmaci.
È però importante affidarsi alla persona giusta, per non incorrere in ciarlatani. Per trattare l’ernia, una delle tecniche più usate è la metodologia di McKenzie, una fisioterapista neozelandese. Ha come obiettivo quello di ridurre la pressione del disco sul nervo, spingendo la parte del disco che comprime, nella sua posizione originale. Non sono esercizi che possono essere praticati a casa da soli, vanno eseguiti con il vostro fisioterapista.
In linea di massima possono essere di flessione, quando spalle e ginocchia si uniscono, di estensione (s’inarca la schiena e si guarda in alto), di rotazione in flessione e di scivolamento laterale. Ogni programma di esercizi deve essere personalizzato. Il disturbo dell’ernia non è per tutti uguali e si può presentare in punti diversi della colonna vertebrale: è importante quindi che ci siano percorsi posturali mirati. Infine, un’ultima cosa. Rafforzate la muscolatura, soprattutto quella della schiena e degli addominali per prevenire il problema.