Mangiare bene e avere uno stile di vita sano, ormai lo sappiamo tutti, è molto importante per mantenere la salute a lungo. Ma tra il conoscere i rischi di una dieta scorretta e il mettere in pratica concretamente le regole del mangiar bene, ce ne passa. Lo dimostra anche l’Osservatorio Grana Padano, che, in collaborazione con la Società italiana di medicina generale Simg e con la Federazione italiana medici pediatri Fimp, ha pubblicato “Indagine sugli errori nutrizionali e lo stile di vita degli italiani“, uno studio condotto su 2.193 bambini e 4.245 adulti, che ha valutato sia l’alimentazione, sia gli stili di vita, sia lo stato fisico dei partecipanti.
Dallo studio risulta che la popolazione italiana segue molto poco la dieta mediterranea: meno del 20% assume la giusta quantità di calorie da alimenti di questa dieta e addirittura un italiano su quattro assume la maggior parte del suo introito calorico da alimenti non mediterranei. I più virtuosi tra gli italiani sono gli ultrasessantenni e le donne. I peggiori, purtroppo, sono bambini e adolescenti. Le virtù di questo regime alimentare, che comprende riso, pane, pasta, patate, legumi, verdure, ortaggi, frutta fresca e secca, semi, olio di oliva, vino e pesce, sono ormai state ampiamente dimostrate.
In particolare, un gruppo di ricercatori dell’università di Firenze ha recentemente comparato dodici studi pubblicati in letteratura: ne risulta che la dieta mediterranea si associa a una riduzione della prevalenza, dell’incidenza e della mortalità delle patologie cardiovascolari, cronico-degenerative e neoplastiche. Se è vero che è migliorata la qualità nutrizionale della carne, secondo i dati dell’Osservatorio se ne mangia ancora troppa e troppo spesso. La dose raccomandata è di non più di 3-4 volte la settimana per gli adulti e 4-5 per i bambini. Al contrario, latte e yogurt sono consumati troppo poco: mediamente una porzione 5 volte la settimana (invece delle 2-3 porzioni al giorno raccomandate).
Si mangiano anche pochi legumi, meno delle 3-5 porzioni settimanali consigliate. Per quanto riguarda la presenza di pesce, le dosi consumate sono di poco inferiori a quelle consigliate (3 porzioni a settimana), almeno per quanto riguarda gli adulti, ma i bambini lo consumano ancora troppo poco. Anche i grassi ci tradiscono: troppo burro, soprattutto al nord Italia, maionese e olio di semi, invece dell’olio di oliva mediterraneo.
L’alimentazione squilibrata nei bambini produce più danni che negli adulti, perché favorisce l’instaurarsi di abitudini scorrette e prolunga nel tempo i suoi effetti dannosi. Ecco qualche suggerimento proposto dal comitato scientifico dell’Osservatorio Grana Padano per i bambini in età scolare:
- Tenere sott’occhio il menu settimanale della mensa scolastica e programmare i pasti in famiglia tenendo conto di quanto i bambini hanno già consumato a scuola.
- Incoraggiare il proprio figlio a consumare integralmente il pasto, senza bis.
- Non insistere nel chiedere variazioni al menu scolastico per semplici questioni di gusto.
- Dare sempre al bambino gli spuntini per metà mattina e metà pomeriggio, evitando quelli ad alto contenuto calorico. Per assicurargli energia per tutta la giornata sono sufficienti una buona colazione e un frutto a metà mattina.
- Se un nuovo alimento (pesce, legumi, verdure) non è gradito, non scoraggiarsi e provare a riproporlo al bambino in momenti successivi, cucinandolo con creatività e fantasia.
- Abituare i bambini ai cibi poco salati.
- Frutta e verdura si possono offrire come merenda anche in centrifugati, spremute e frullati.