I grassi sono sostanze nutritive fondamentali per la salute del nostro organismo: costituiscono, dopo zuccheri e proteine, una fonte di energia diretta e una forma di accumulo di questa, concorrono alla formazione delle membrane cellulari e si trovano associati a vitamine importatissime quali la vitamina A, D e K; essi dunque non rappresentano di per se stessi un pericolo per la salute dell’uomo, almeno fino a quando la loro concentrazione non supera un certo livello. Questo può verificarsi quando l’apporto di grassi attaverso la dieta supera di molto le necessità dell’organismo e/o si è in presenza di una predisposizione genetica ed avere come conseguenza il loro accumulo nel fegato e nei vasi sanguigni. In particolare, l’accumulo di grasso nelle pareti delle arterie provoca un loro restringimento che predispone all’infarto e, più in generale, all’insorgenza di patologie cardiovascolari.
Con il termine dislipidemia si indica una condizione clinica caratterizzata da un’elevata concentrazione di grassi nel sangue. Tuttavia il termine comprende diverse patologie ed è questo il motivo per cui si parla di dislipidemie, differenti per cause, trattamenti e conseguenze sullo stato di salute della persona. In ogni caso tutte rappresentano uno dei maggiori fattori di rischio cardiovascolare e sono associate all’aumentata incidenza di condizioni quali disfunzioni erettili, demenza vascolare, disturbi visivi e disfunzioni renali. In base alle cause che le determinano le dislipidemie vengono distinte in: primarie, su base genetica, e acquisite, o secondarie.
Le dislipidemie secondarie comprendono anche quelle forme di dislipidemia che, pur affondando le proprie radici in una predisposizione familiare dipendono sostanzialmente da stili di vita e alimentari errati, si parla in questo caso di dislipidemie multifattoriali. Le forme ereditarie, su base genetica, sono invece indipendenti da fattori esterni. Le dislipidemie secondarie sono quindi legate ad una alimentazione scorretta ma possono anche rappresentare la conseguenza di patologie quali diabete, obesità e disturbi della tiroide così come possono essere causate dall’assunzione di farmaci immunosoppressori o stabilizzanti dell’umore.
La dislipidemia può rimanere del tutto asintomatica per anni salvo poi manifestarsi in maniera improvvisa e drammatica; è facile dunque capire quanto sia fondamentale la prevenzione rappresentata sia da un controllo periodico dei livelli ematici di lipidi (colesterolo e trigliceridi) che dall’osservanza di una dieta corretta ed equilibrata caratterizzata prima di ogni altra cosa da un apporto di grassi bilanciato. Le dislipidemie rappresentano infatti un fattore di rischio modificabile, che è possibile cioè controllare sia attraverso la dieta che attraverso l’assunzione di farmaci ipocolesterolemizzanti o ipolipemizzanti.