La dieta TLC, acronimo di Therapeutic Lifestyle Changes, più che essere un regime dimagrante è un approccio metodologico per ridurre il colesterolo “cattivo”, ed è particolarmente indicata per chi soffre di diabete. Le persone affette da questa patologia, infatti, hanno una maggiore probabilità di andare incontro a malattie cardiache e cardiovascolari.
Come funziona la dieta TLC
- Il consumo totale di grassi deve essere pari al 25%-35% (o meno) delle calorie totale introdotte quotidianamente.
- I grassi saturi devono essere meno del 7% delle calorie totali introdotte ogni giorno.
- I grassi polinsaturi (a partire dagli oli vegetali liquidi fino ad arrivare alla margarina povera di grassi trans) devono ricoprire una percentuale fino al 10% dell’apporto totale calorico giornaliero.
- I grassi monoinsaturi (derivanti da fonti vegetali come oli vegetali e frutta secca) dovrebbero essere fino al 20% delle calorie totali consumate ogni giorno.
- I carboidrati devono essere pari al 50%-60% dell’apporto calorico totale quotidiano.
- La quantità giornaliera di fibre deve essere pari a 20-30 grammi. Tra le fonti principali di fibre possiamo trovare: avena, orzo, psyllium e fagioli.
- La quantità di proteine deve essere pari a circa il 15%-20% delle calorie totali introdotte al giorno.
- La quantità di colesterolo deve essere minore di 200 milligrammi al giorno.
Limitare l’apporto di grassi, soprattutto di quelli saturi, è fondamentale per chi soffre di diabete. Per ridurre il colesterolo cattivo o LDL, altrettanto utile praticare un’attività fisica. Numerosi studi, infatti, hanno ampiamente dimostrato come l’alimentazione e lo sport, in combinazione con la terapia farmacologica prescritta, siano in grado di ridurre il rischio di infarto e di malattie cardiache nei diabetici.
Chiaramente, chi soffre di diabete sa benissimo che deve prestare la massima attenzione allo zucchero, anche quando non si vede. “Privo di zuccheri”, infatti, significa senza zuccheri aggiunti, ma è bene ricordare che questi alimenti contengono comunque carboidrati che possono influenzare la risposta glicemica. Tra i dolcificanti artificiali che possono essere aggiunti agli alimenti e alle bevande senza l’aggiunta di ulteriori dosi di carboidrati sono l’aspartame, la saccarina, il sucralosio e gli altri dolcificanti non nutritivi.
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