Argomento molto sentito dalle cinquantenni dei nostri giorni è certamente la menopausa inevitabile “data di scadenza” che la natura ci impone, coercitivamente, senza chiedere il permesso. Menopausa significa letteralmente ‘arresto delle mestruazioni’ e si verifica in genere tra i 45 e i 56 anni di vita. Eppure, giusto perché è un evento naturale, non si deve vivere come l’inizio della fine.
Anzi, basta seguire alcuni semplici consigli e questo periodo può diventare una vera e propria rinascita. Con un minimo d’informazione, saggezza e sfida, oggi, grazie alle ricerche scientifiche combinate con le sperimentazioni farmaceutiche e di medicina naturale, anche questo processo ineluttabile quale la menopausa può essere affrontato restituendo alle donne quella femminilità che tante pensano di perdere e soprattutto ritardando il processo d’invecchiamento che subisce il corpo a cominciare dalle ossa per finire alla pelle.
Per rispondere ad alcune delle domande più frequenti sulla menopausa abbiamo intervistato il Medico ginecologo Prof. Antonio Martorana, Direttore dell’Istituto di Ginecologia di Palermo e docente di Ginecologia ed Endocrinologia dell’Università degli Studi di Palermo.
Prof. Martorana, la menopausa è un periodo molto delicato per le donne, soprattutto nella fase iniziale, che precede la comparsa dei sintomi (climaterio). Quali sono i principali sintomi che pesano sulla qualità della vita?
Climaterio è una parola che deriva dal greco e significa ‘scalino’. In realtà il climaterio ha inizio intorno ai 40 anni e si protrae oltre la menopausa, nel periodo che si chiama post-menopausa, per poi continuare con la senilità. Menopausa letteralmente significa ‘cessazione delle mestruazioni‘. Questo fenomeno si verifica per una problematica legata all’esaurimento del patrimonio follicolare delle ovaie che tendono ad esaurire il numero dei follicoli e la loro potenzialità evolutiva, anche se rimangono sempre alcuni follicoli primordiali che sino alla menopausa sono stimolabili. Infatti, oggi, sempre più spesso, sentiamo dire che donne anche in quest’età, per così dire critica, possono arrivare addirittura, con stimolazioni ormonali adeguate, avere una gravidanza.
Quali sono i sintomi che caratterizzano il climaterio?
Sono sintomi che dipendono fondamentalmente da una modificazione dell’asse ipotalamico-ipofisi-ovarico, asse che si modifica perché l’ovaio, andando incontro alla senescenza tipica dell’organo perde il patrimonio follicolare e i follicoli che rimangono ancora presenti, a partire dal quarantesimo anno, sono particolarmente resistenti, cioè poco sensibili agli stimoli degli ormoni prodotti dall’ipofisi, le gonadotropine.
Tutto ciò determina una serie di sintomi che vanno dalla presenza delle vampate di calore, che si possono manifestare anche in momenti poco opportuni quali le ore lavorative, all’insonnia con sudorazine notturna, che induce la donna a svegliarsi, catapultandosi ad aprire le finestre, anche in inverno, rendendo la vita difficile non solo a se stessa ma anche al partner che magari è costretto a rannicchiarsi sotto le coperte, alla comparsa di anomalie del metabolismo, ad esempio l’ormone somatotropo, detto GH, in questo periodo modifica la sua secrezione facendo sì che il metabolismo della donna poggi più sull’attività anabolica, a causa della quale anche un’alimentazione che prima era normale induce l’organismo ad assumere più nutrimenti con conseguente aumento di peso. La donna, quindi, ingrassa e questo è uno dei sintomi più deleteri dal punto di vista estetico e psicologico.
Secondo la sua lunga esperienza, qual è lo stile di vita che reputa più sano adottare per contrastare i segnali che sopraggiungono con la menopausa?
Lo stile di vita più adeguato deve puntare sull’esercizio fisico all’aria aperta o, anche se vogliamo, su una passeggiata giornaliera ad una certa velocità, non certamente del tipo un passo dietro l’altro, ma una passeggiata un po’ veloce di mezz’ora o tre quarti d’ora. Oppure, come la moda oggi suggerisce, andare in palestra con ritmi di tre volte a settimana effettuando per un’ora esercizi di tipo isometrico, cyclette ed altri strumenti adeguati, che possono sicuramente dare quello stimolo non solo alla dispersione calorica, ma soprattutto al metabolismo delle ossa che come sappiamo è particolarmente sensibile all’attività fisica.
All’attività fisica appare ovviamente opportuno abbinare un’alimentazione sana, ovvero una dieta che eviti i cibi che sovraccaricano il fegato, quali, per esempio, le fritture. Inoltre è opportuno sostituire le carni rosse con le carni bianche ed il pesce azzurro ed incrementare il consumo di cereali, frutta secca, fragoloni, fagioli, lenticchie ecc. Cito questi cibi perché hanno un alto contenuto di antiossidanti e di estrogeni naturali vegetali, i cosi detti fitoestrogeni, di cui particolarmente ricca è la soia, alimento alla base della dieta delle donne giapponesi, che, com’è risaputo, sono meno colpite rispetto alle donne occidentali dai sintomi tipici della menopausa. Una componente estremamente importante per quello che può essere lo stile di vita della donna nel periodo climaterico pre- e post-menopausale è quanto può derivare dalla comprensione dei componenti della famiglia, marito e figli che purtroppo quasi sempre manca.
L’uomo, si sa, è sempre alla ricerca del “vello d’oro”, la donna, della “giovinezza eterna”. Oggi, sempre più spesso si sente parlare di Terapia Ormonale Sostitutiva come “elisir della giovinezza”. Secondo Lei può essere consigliabile a larga scala? E quali possono essere gli eventuali rischi?
Uno dei supporti fondamentali che sono stati reclamizzati in tutto il mondo, da quando all’inizio degli anni ’70 Robert Wilson scrisse il famoso libriccino ‘Feminine forEver’, è stato quello dell’apporto della Terapia Ormonale Sostitutiva (TOS). Il dott. Wilson spinto dal desiderio di risolvere le problematiche che le donne in età menopausale lamentavano, a seguito di ricerche, scoprì che le ovaie invecchiando non producevano più estrogeni. Questo provocava dei malesseri che mettevano in difficoltà soprattutto donne manager, insegnanti, giornaliste, ecc. che durante lo svolgimento del loro lavoro improvvisamente venivano prese da vampate di calore che dal torace salendo verso l’alto, inondano il volto arrossandolo e cominciavano a sudare profusamente. Chiaramente questo sintomo incontrollabile disturbava le loro possibilità lavorative e la loro concentrazione.
Per risolvere queste problematiche Wilson propose la terapia con estrogeni che fu adottata su ampia scala negli Stati Uniti. La qualità della vita cambiò repentinamente e le donne sembravano essere in possesso dell’”eterna giovinezza”, tanto che, a detta dello stesso Wilson, non di rado si vedevano sulle spiagge di Miami ‘vecchiette’ che rincorrevano giovanotti. A un certo punto, però, si è scoperto che la TOS aveva aumentato di circa il 13% l’avvento di cancro dell’endometrio. Fu così che la terapia estrogenica venne a cadere. Nella metà degli anni ’80, multinazionali farmaceutiche, verificando che l’età media della donna si innalzava e che quindi tra l’età menopausale e la morte intercorrevano 30, 40 anni, mentre prima ne intercorrevano 6, 10, o se andiamo indietro nel periodo dei romani le donne non arrivavano neanche alla menopausa, analizzarono nuovamente la TOS, anche perchè questa fetta di popolazione si rendeva particolarmente ‘appetibile’ dal punto di vista farmacologico.
I ricercatori di queste multinazionali farmaceutiche associarono all’estrogeno che determina la simulazione dell’endometrio e quindi la possibilità di cancro all’endometrio, un progestinico, nell’ultimo periodo della stimolazione, in modo che l’endometrio veniva fatto cadere riproducendo quasi quello che avveniva durante il ciclo mestruale. E la TOS ritornò sui mercati a grande scala. Intanto però il dott. Colbiz dimostrò, da un punto di vista epidemiologico che l’assunzione di estrogeni, con o senza progestinico, aumentava di 4 volte l’incidenza di carcinoma invasivo della mammella qualora l’assunzione fosse prolungata nel tempo. Questi risultati misero in allarme i ricercatori tanto che furono condotti due grandi studi nel 2001 e nel 2003 per verificarne l’effettiva veridicità.
Purtroppo il loro risultato sembra essere sconcertante perchè, oltre al rischio dell’avvento di neoplasie dell’endometrio e della mammella, gli effetti collaterali che si possono avere non sono meno devastanti da quelli che evocano la parola cancro. Il più devastante, anche se raro, è la trombosi delle vene profonde degli arti e soprattutto la loro embolia; la possibilità di infarto del miocardio, la possibilità di ictus. Non si tratta però di incidenze percentualmente gravi, tant’è vero che si dice sia più rischioso uscire per strada e subire un incidente mortale che non assumere steroidi, o contraccettivi o di natura ormonale sostitutiva in pre-menopausa e in menopausa. D’altra parte va detto che oltre alla menopausa fisiologica, che si verifica per l’Italia intorno ai 50-52 anni, esiste un’altra forma nella quale la TOS (mirata, controllata da valutazioni ematologiche continue, contenedo il più possibile i rischi di carcinoma della mammella e dell’endometrio) è quasi necessaria, cioè la menopausa precoce.
La seconda parte dell’intervista al Prof. Martorana sarà on line mercoledì alla stessa ora. Non perdetevela!