Dieta Fat Flush, direttamente dagli Stati Uniti

La dieta Fat Flush sembrerebbe essere il regime alimentare del momento: una fama arrivata in ritardo ma che ora si sta consolidando soprattutto negli Stati Uniti ed in Gran Bretagna. Ma funziona davvero?

Tecnicamente questa dieta è stata creata dalla nutrizionista Ann Louise Gittleman per aiutare le persone a perdere peso ed al contempo depurare il fegato grazie ad un basso contenuto di carboidrati e un ridotto apporto calorico. Un progetto sviluppato in seguito all’esperienza della donna dopo il suo impiego presso il Pritikin Longevity Center in Florida, nel corso del quale ha avuto modo di osservare come molti clienti, nonostante una dieta estremamente povera di grassi, non riuscivano a perdere molto peso.

La “fat flush” nasce quindi nel 1988 con una teoria alla base: il fegato è un organo bruciagrassi e per far si che funzioni come tale bisogna aumentare il metabolismo e depurarlo insieme al sistema linfatico. Tutto ciò si otterrebbe con il consumo di specifiche qualità e quantità di alimenti unito all’attività fisica.  La dieta si svolge in tre fasi: la prima, di disintossicazione, prevede il consumo di 8 bicchieri di succo di mirtillo e un litro di acqua aromatizzata al giorno per ridurre la ritenzione idrica con un apporto calorico di 1100 – 1200 calorie senza carboidrati e formaggi accompagnati da almeno mezzora al giorno per 5 giorni di camminata. La seconda fase aumenta leggermente l’apporto calorico e consente l’aggiunta di alcuni carboidrati: l’attività fisica rimane la stessa. La terza ed ultima fase aumenta ancora l’apporto calorico e segue questo schema: 40% carboidrati, 30% proteine e 30% grassi ed un consumo limitato di prodotti caseari.

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