Seguire una dieta equilibrata non è sempre facile quando si mangia fuori casa a pranzo. Come dimostra uno studio recente, infatti, 1 donna su 5 fa fatica a seguire un regime alimentare dietetico durante la pausa in ufficio per l’impossibilità di avere accesso ai cibi salutari, ma è davvero così? Vediamo insieme i consigli per non sgarrare.
Molte donne, quando arriva la pausa pranzo, preferiscono mangiare un panino, qualche trancio di pizza o uno snack al bar, tutti alimenti che saziano al momento, e non sempre salutari. È chiaro che il panino o la pizza vanno anche bene, purché siano conditi nel modo più semplice possibile. Sì ai panini integrali, ma senza salse e condimenti, sì alla pizza margherita e vegeteriana.
Un’alternativa low cost e salutare è il pranzo a sacco, quello da preparare a casa e portare al lavoro. Una tendenza ancora poco diffusa, soprattutto per la mancanza di tempo e l’imbarazzo di mangiare davanti ai colleghi. 2 ostacoli forse superabili se si mettessero da parte le inibizioni (di che, poi?) e ci si organizzasse meglio. E in una società sempre di corsa l’affermazione dei pasti sostitutivi è un trend in crescita. Secondo molti nutrizionisti non sono da demonizzare e possono essere un metodo valido per perdere peso o comunque mantenersi in forma in quanto garantiscono un’alimentazione equilibrata, che rispetti tutti i requisiti previsti dal Ministero della Sanità in termini di vitamine e Sali minerali, energia, proteine e grassi.
In commercio esistono diversi tipi di prodotti, dalle note barrette ai budini, ecc. I pasti sostitutivi sono nati proprio per venire incontro alle esigenze di chi deve seguire una dieta ma è costretto a mangiare fuori casa. A parte il vantaggio di essere pratici e di fornire comunque le sostanze nutritive indispensabili, dal mio punto di vista non sono la scelta migliore per perdere peso o mantenere la linea, e possono essere utili solo in alcuni casi. Prima di tutto perché il potere saziante dei sostituti del pasto è piuttosto limitato e in genere non copre l’arco di tempo che va tra il pasto sostitutivo e quello successivo normale, e poi perché fondamentalmente non aiuta a correggere le cattive abitudini alimentari.
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