L’essere umano è programmato per mangiare. Questo è abbastanza ovvio. Mangiare è necessario per sopravvivere. Quello che è meno ovvio è il perchè ogni circostanza sia un buon pretesto per farlo. Mangiamo quando siamo felici, mangiamo quando siamo tristi, pare che serva a colmare il vuoto che sentiamo dentro, mangiamo quando siamo annoiati, mangiamo quando siamo stanchi (alzi la mano che non si sente affamatissima dopo la corsa o la palestra). Insomma mangiamo sempre, fatta eccezione mentre dormiamo.
Dimenticavo…mangiamo per gentilezza. Gentilezza verso il cibo che ci guarda languido e che giudichiamo troppo carino per essere lasciato sul piatto o verso i nostri ospiti che si offenderebbero se al termine del pasto luculliano che ci hanno offerto non facessimo l’ennesimo sfregio al nostro fegato e alle nostre cosce buttando giù anche quella enorme fettona di torta che ci viene agitata sotto il naso. Mangiamo perchè siamo affetti dalla sindrome del piatto pulito; caso in cui continuare a mangiare anche se si è già sazi è una sorta di obbligo morale (obbligo che non ha ragion d’essere, visto che a mettere da parte gli avanzi per consumarli in un altro momento non c’è niente di male).
Sembra però che il nemico più acerrimo delle donne, specie di quelle a dieta, sia il cosiddetto eating emozionale, la fame nervosa, per dirla a modo nostro. Una piaga talmente diffusa che ne veniamo colpite persino mentre lottiamo con tutte le nostre forze per perdere peso e tornare in forma. Esattamente quello che era successo a me. La fame nervosa infatti, assicurano gli esperti, è quel mostro che abbiamo dentro che facendoci perdere la capacità di raziocinio, ci spinge a fiondarci sul cibo in preda alla rabbia o alla frustrazione anche quando, aggiungo io, queste sono causate da una dieta in fase di stallo, da una bilancia che si rifiuta di obbedirci. Un attacco in piena regola al cibo, un nemico, si fa per dire, che può facilmente essere distrutto a morsi.
Una trappola che però siamo noi stesse a tenderci forse per debolezza, mancanza di lucidità o di inventiva. Leggendo qua e là infatti avevo capito che…forse avrei dovuto fare uno sforzo in più.
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Capitoli precedenti
Diario di una dieta, la decisione di cominciare
Diario di una dieta, il primo giorno
Diario di una dieta, il primo appuntamento con la bilancia
Diario di una dieta, le tentazioni della dispensa
Diario di una dieta, quando la bilancia si ferma
Diario di una dieta, la caduta
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