Prima di acquistare il cioccolato sarebbe necessario leggere con cura l’etichetta e verificare il tipo di grassi che contiene: il burro di cacao, estratto con un processo di esposizione ad alte pressioni e temperature, è un grasso per lo più saturo, quindi da questo punto di vista non molto diverso da quelli animali (come il burro vaccino). Però, se questo ingrediente viene sostituito con grassi alternativi, il cioccolato può essere ancora più a rischio, perché rispetto ai grassi vegetali surrogati, il burro di cacao ha il pregio di non contenere grassi idrogenati o nella forma “tran”, che sono nocivi all’organismo.
Per legge, la presenza di eventuali surrogati del burro di cacao va infatti indicata in percentuale, e non deve essere superiore al 5%. Vale la pena di ricordare che tra i principali surrogati di burro di cacao ci sono quello d’lllipè, di karité, il kokum, quello prodotto dall’olio di palma, di colza e di mango e il grasso di shorea: tutte queste sostanze appunto possono essere miscelate in parte al burro di cacao, in modo tale da raggiungere la componente grassa necessaria per l’impasto del cioccolato. I prodotti con questo tipo di grassi andrebbero evitati. Soprattutto per via dei flavonoidi contenuti nel cacao, che hanno un’azione vaso protettrice, il cioccolato (soprattutto quello amaro) contrasta l’ossidazione del colesterolo LDL (quello «cattivo”) e previene la formazione di trombi.
In più, il cioccolato inibisce la secrezione di enzimi che hanno un’attività infiammatoria. Infine il cacao, grazie al contenuto in polifenoli, contribuisce a favorire il controllo della pressione arteriosa e aumenta la concentrazione. Infatti, anche se in quantità ridotte rispetto al tè o al caffè, cacao e cioccolato contengono teobromina e caffeina, sostanze ad azione stimolante: la prima in particolare è presente in quantità 10 volte superiori alla caffeina (circa 400 mg in 100 grammi di cioccolato fondente), ma entrambe agiscono sul sistema cardiovascolare, respiratorio e su quello nervoso centrale.
Al cioccolato è stato attribuito anche il potere di favorire la produzione di serotonina, chiamata anche “neurotrasmettitore del buonumore” per via della sua azione positiva sul sistema nervoso, sull’umore e sul sonno. Ma dato che il cioccolato è anche fonte di piacere, induce il cervello a produrre endorfine, sostanze che danno euforia e riducono lo stress che è spesso all’origine della farne nervosa. Le sostanze antiossidanti presenti nel cacao hanno un’azione antiage e rigenerano il metabolismo dei tessuti. I polifenoli presenti nel cacao contrastano la formazione di grassi nel sangue, con un effetto fluidificante. Basta un quadratino di cioccolato per innescare una sensazione di benessere che fa dimenticare il desiderio di cibo.