Mettersi a dieta è una decisione importante perchè coinvolge e può influenzare fortemente la nostra vita. Mettersi a dieta, infatti, oltrepassa una semplice riduzione delle porzioni di cibo e include numerosi vissuti ed emozioni che la rendono a volte una battaglia vera e propria. Pensiamo a quante rinunce comporta una dieta: non possiamo concederci troppe cene o aperitivi con gli amici, bisogna tollerare il “mangiare da soli”,dobbiamo imparare a gestire la frustrazione del non avere la piena libertà di mangiare.
Spesso queste rinunce sono un vero e proprio sacrificio che, se non tollerato o gestito adeguatamente, conduce verso l’interruzione della dieta o ad un recupero dei chili che tanto faticosamente siamo riusciti a perdere, infatti non è infrequente riprendere i chili e non a caso oramai tutte le diete prevedono dopo la “terapia d’urto” un periodo chiamato di “mantenimento”.
Dopo un lungo periodo di dieta in prossimità della sua conclusione, la frustrazione è ben presto sostituita dall’eccitazione per gli obiettivi di peso che siamo riusciti a raggiungere. Sembra quasi che la dieta e la capacità di portarla a termine sostituisca quello che era l’obiettivo primario: ritornare in forma. Ritengo che quando la motivazione che stava alla base viene sostituita e trasformata in una prova di resistenza per la persona “Dimostrerò a me stessa e agli altri che ci riuscirò!” siamo di fronte al rischio di gettare al vento ogni cosa.
Di motivazione alla dieta ne abbiamo parlato tante volte così come di strategie per non interrompere la dieta, forse è utile concentrarsi sul perchè trasformiamo strada facendo le nostre motivazioni. Controllare il peso prima di mettersi a dieta, durante e alla fine è un’attività non meno importante della valutazione delle emozioni che si agitano in noi durante questo percorso: non monitorare i nostri vissuti farà sì che una volta tagliato il traguardo ci tufferemo negli stili di vita abituali che ci hanno condotti al sovrappeso e che ci condurranno all’ennesima dieta.