I numeri forniti da Progetto Cuore, portale dell’Istituto Superiore di Sanità, durante “Obesity Day 2009“, sono inequivocabili: il 17% degli uomini e il 21% delle donne tra i 35 e i 74 anni è obeso, mentre sono in sovrappeso il 50% degli uomini e il 34% delle donne. Infine il girovita, indicatore-sentinella di fondamentale importanza nel definire la “sindrome metabolica“, una delle più comuni patologie diffuse nel mondo occidentale, è cresciuto di 6-7 cm per l’uomo e di quasi 15 per la donna. Il 67% degli uomini e il 55% delle donne hanno problemi con la circonferenza della vita, nonché colesterolo e trigliceridi, diabete e ipertensione. Questo comporta inevitabilmente rischi cardiovascolari.
Il colesterolo, in particolare, viene trasportato nel sangue dalle lipoproteine LDL e HDL: le prime sono definite “cattive” perché depositano il colesterolo sulle pareti delle arterie, le seconde “buone” perché lo rimuovono. Il livello di colesterolo totale nel sangue è la somma di quello presente nelle lipoproteine LDL, HDL e VLDL, e questo non è un dato che determina in modo assoluto il rischio cardiovascolare; ciò che conta infatti è il rapporto tra le varie frazioni, che definisce l’Indice di Rischio Cardiovascolare (IRC).
Per mettersi sufficientemente al riparo dal rischio di un evento cardiovascolare, è bene che VIRC sia inferiore a 4 per l’uomo e a 3,7 per la donna. Potete calcolare il vostro IRC anche da soli, secondo questa formula:
IRC = Colesterolo totale / HDL
Un soggetto con colesterolo totale a 250 e colesterolo HDL (buono) a 80 ha un indice di rischio pari a 3.1 (assolutamente normale), mentre un altro con colesterolo totale a 250 e HDL a 40 è a rischio. Il colesterolo è un grasso che aiuta a far funzionare meglio l’organismo. Per il 20% è assunto con l’alimentazione, mentre per l’80% è autoprodotto dall’organismo. È presente nei cibi ricchi di grassi animali, come carne, burro, salumi, formaggi, tuorlo dell’uovo, fegato. E’ invece assente in frutta, verdura e cereali. È essenziale per la vita perché forma le membrane delle cellule, è usato per sintetizzare alcuni ormoni indispensabili per la crescita, lo sviluppo e la riproduzione, e forma gli acidi biliari che intervengono nell’assorbimento intestinale dei grass, fitosteroli vegetali, che apportano una quantità compresa tra 1 e 2 g, ben superiore a quella che si può assumere tramite una normale alimentazione quotidiana.
Si tratta quindi di alimenti funzionali, veri e propri farmaci che hanno anche controindicazioni (le stesse case produttrici consigliano di non superare la dose giornaliera consigliata). Numerosi test scientifici hanno dimostrato che consumare una quantità compresa tra 1 e 3 g di steroli ogni giorno, per almeno 3 settimane. determina una riduzione significativa del tasso di colesterolo. Ovviamente tale riduzione, per essere sostenuta nel tempo, deve essere continuativa, ciò significa che, quando si interrompe la terapia, il colesterolo torna ai livelli precedenti.
I farmaci andrebbero utilizzati solamente dopo aver rimosso tutte le cause d’aumento del colesterolo e avere adottato uno stile di vita adeguato, con una corretta alimentazione e la costante pratica d’attività fisica di tipo aerobico. Purtroppo in alcuni casi i farmaci, vengono utilizzati come compensazione ad un’alimentazione e uno stile di vita sbagliati. I più utilizzati sono le statine, capaci di inibire la sintesi endogena del colesterolo. Altri farmaci impiegati sono le resine, i fibrati e gli acidi nicotinici.
“Perdere peso è difficile e impegnativo”
spiega Giuseppe Fatati coordinatore di “Obesity Day” e presidente dell’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica. Tra le tante strade indicate per dimagrire si ricorre anche all’aiuto di farmaci e bisturi.
“Non scorciatoie, ma presidi irrinunciabili se l’obesità è grave o complicata da diabete e ipertensione”
Del resto i centri specializzati nella chirurgia bariatrica (bendaggio gastrico regolabile. gastroplastica, bypass gastrico) che nel 1999 erano nove, oggi sono ben 91, e si allungano le liste d’attesa.