Chi di noi non è già caduto nella tentazione di sgranocchiare qualche chiacchiera di carnevale? Questo dolce tipico, che prende in realtà svariate denominazioni nelle diverse regioni italiane (sfrappole, cenci, frappe, galani, bugie), è infatti talmente diffuso in questo periodo dell’anno che non c’è pranzo domenicale o festa tra amici che non ne veda la presenza. E, complice il loro aspetto leggiadro, è proprio in queste occasioni conviviali che, quasi senza accorgersene, si finisce sempre per mangiarne qualcuna in più, completamente dimentichi del fatto che la loro irresistibile leggerezza è solo apparente.
Infatti, seppure la ricetta vari leggermente nelle diverse preparazioni regionali, burro o strutto e olio la fanno sempre da padrone, i primi nell’impasto, il secondo nella cottura, rendendole una pietanza particolarmente grassa e calorica. Infatti 100 grammi di chiacchiere, preparate solo con 350 grammi di farina, due uova, 50 grammi di burro, vino e fritte in olio di semi potrebbero costarvi quasi 500 calorie.
Una sola chiacchera pesa però solo poche decine di grammi (all’incirca 30): non esagerare quindi dovrebbe bastare per rendere un po’ più magro il martedì grasso. In alternativa, potete provare la ricetta integrale light o la versione al forno con il 50% di grassi in meno.