Non più una cosa per pochi. Con l’inizio del nuovo Millennio, la medicina e la chirurgia estetica si sono trasformate da “sogno” per pochi eletti a “possibilità” per tanti. Un inestetismo non è più un fatto davanti al quale rassegnarsi, ma un dettaglio di sé che può essere corretto o eliminato. Nel contempo le tecniche di chirurgia e dell’anti-aging hanno fatto passi da gigante, come spiega il professor Nicelo Scuderi, direttore della cattedra di Chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica del Policlinico Umberto I Università La Sapienza di Roma:
«mentre gli interventi “classici” (dal lifting, alla mastoplastica, alla liposuzione) sono stati altamente perfezionati, alcune tecniche hanno rivelato un potenziale molto superiore alle nostre aspettative. Il lipofilling, cioè l’aspirazione del grasso dalle zone in cui si trova in eccesso e il suo successivo riutilizzo come filler per aumentare i volumi, si è dimostrato un intervento dai grandi risultati, perché la componente di cellule staminali presenti nel tessuto adiposo ha rivelato un’inedita azione rigenerante sui tessuti volumizzati. Ma questo decennio verrà soprattutto ricordato per l’uso dei derivati cellulari, come il collageno di derivazione umana, i fibroblasti, i cheratinociti, le staminali, che proprio per la loro natura biologica manifestano grandi capacità rivitalizzanti, più di ogni altra sostanza mai utilizzata».