Mangiare due kiwi al giorno aiuta a combattere l’influenza ed a dimagrire se consumati nel corso di una dieta: lo spiega uno studio condotto da alcuni ricercatori della University of Otago e pubblicata sulla rivista di settore Journal of Nutrition Science.
Medicina & Scienza dell’alimentazione
Con la dieta vegetariana si raddoppia la perdita del peso
Osservare la dieta vegetariana farebbe dimagrire due volte di più rispetto a tutte le altre diete, compresa la dieta mediterranea. E’ quanto è emerso da un recente studio condotto dal Physicians Committee for Responsible Medicine di Washington.
Secondo lo studio, una dieta basata su ingredienti naturali non solo garantisce un maggiore apporto di vitamine, sali minerali e fibre, ma consentirebbe anche di avere più energia a disposizione e di dimagrire il doppio del peso rispetto a chi segue una dieta ipocalorica mangiando anche la carne.
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I ricercatori hanno anche mostrato che basta seguire una dieta vegetariana e tagliare 500 calorie al giorno dalla propria alimentazione per perdere qualcosa come 13, 67 chili dopo soli 6 mesi. Insomma, risultati notevoli e una grande differenza rispetto a chi mangia la carne che nello stesso lasso di tempo può dimagrire al massimo di 7,05 chili.
> LA DIETA VEGETARIANA AIUTA CONTRO LA DEPRESSIONE
Gli studiosi sostengono che seguendo una dieta vegetariana l’organismo cambia la sua capacità di immagazzinare il grasso e per questo i risultati del dimagrimento sono più evidenti.
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Lo studio è stato condotto su 74 persone adulte con diabete di tipo 2 alle quali è stato richiesto di ridurre di 500 calorie l’apporto giornaliero per sei mesi di tempo. Metà dei partecipanti ha seguito una dieta vegetariana, l’altra metà un’alimentazione tradizionale che includeva anche la carne. Chi seguiva una dieta vegetariana ha perso più grasso intorno ai muscoli e ha migliorato il senso di sazietà nel corso dei mesi.
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Indice di massa corporea, cos’è e come si calcola
Il Body Mass Index (BMI) o Indice di Massa corporea (IMC) è un valore biometrico utilizzato per valutare la forma fisica di una persona adulta in base al peso, utile per individuare eventuali condizioni di sottopeso, sovrappeso o obesità.
Calcolo dell’indice di massa corporeo
Il valore dell’indice di massa corporeo si ottiene dividendo il peso in kg per l’altezza in metri al quadrato: ad esempio, se un soggetto pesa 70 Kg ed è alto 163 centimetri il suo BMI sarà pari a:
70 / (1.63×1.63) = 26,41
Il valore che si ottiene dal calcolo va poi confrontato con quelli della tabella di riferimento redatta dall’OMS che ha raggruppato l’IMC in 6 categorie, valide per uomini e donne non in gravidanza, di età compresa fra 20 e 65 anni:
Sottopeso: IMC inferiore a 18.5
Normopeso: IMC compreso fra 18.5 e 24.9
Sovrappeso: IMC compreso fra 25 e 29.9
Obesità lieve: IMC compreso fra 30 e 34.9
Obesità media: IMC compreso fra 35 e 39.9
Obesità grave: IMC maggiore di 40.
Bisogna però ricordare che da solo il calcolo dell’indice di massa corporea non è un indicatore valido, poichè non tiene conto di un altro valore indispensabile e cioè il rapporto tra la massa grassa e la massa grassa. Per fare un esempio, secondo questo calcolo, anche una persona molto muscolosa, dotata quindi di una quantità di massa magra nella norma, potrebbe risultare in sovrappeso in quanto la massa magra pesa più della massa grassa.
Calcolo del BMI preciso
Per ovviare a questo limite, un team di ricercatori dell’Università di Oxford, guidato dal professor Nick Trefethen, ha messo a punto il nuovo BMI il cui valore è ottenuto facendo un calcolo un po’ più complesso che permette di fare una valutazione dell’indice di massa corporeo anche per soggetti particolarmente bassi o particolarmente alti senza che la stima risulti falsata come accadeva con il calcolo del vecchio BMI. La nuova formula per il calcolo del BMI prevede dunque che il peso venga moltiplicato per 1,3 e il risultato diviso per l’altezza in metri elevata a 2,5.
> INDICE DI MASSA CORPOREA E CALCOLO DEL PESO FORMA
Resta però il fatto che l’indice di peso corporeo rimane sempre un criterio orientativo, seppure in linea di massima valido, utile per valutare lo stato del peso corporeo di una persona e gli eventuali rischi corsi per la salute.
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Trifoglio rosso, un aiuto contro i disturbi della menopausa
Tantissime donne sperimentano i disturbi dovuti alla menopausa, un momento fisiologico della vita di ogni donna che comporta piccoli fstidi dovuti ai cambiamenti ormonali causati dall’assenza del ciclo. Un valido aiuto contro i disturbi della menopausa lo si può trovare nei rimedi naturali, nella fitoterapia, e nel trifoglio rosso.
Insonnia, patologie cardiovascolari, colesterolo, osteoporosi, vampate, grazie ai fitoestrogeni è possibile ridurre tutti i fastidiosi sintomi connessi alla menopausa. Il trifoglio rosso infatti contiene degli ormoni naturali che possono essere assunti senza nessun rischio per la salute, anche per lungo tempo, a tutto vantaggio del benessere della donna.
I fiori del trifoglio rosso contengono i flavonoidi, alcuni derivati della cumarina e i glicosidi cianogenici.
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Il fitocomplesso della pianta è infatti caratterizzato da sostanze di natura isoflavonica: formononetina e biocianina, genisteina e daidzeina. La biocianina, nell’organismo, viene trasformata in genisteina che è uno dei fitoestrogeni a vantare il maggior potere antiossidante, addirittura tre volte superiore a quello della vitamina C. Inoltre il trifoglio rosso è ricco di calcio, cromo, magnesio, niacina, fosforo, potassio, silicio, tiamina e vitamina A, vitamina B-12, vitamina E, K e C.
>DIETA E MENOPAUSA, IL PARERE DELL’ESPERTO
Grazie alle sue proprietà, il trifoglio rosso è in grado di alleviare i sintomi della sindrome premestruale come dolore al seno, gonfiore, nervosismo, ma è altrettanto utile per le donne in menopausa in quanto gli isoflavoni che contiene agiscono come gli estrogeni e quindi aiutano a contrastare i disturbi come vampate di calore, nervosismo e anche i sintomi depressivi. La dose consigliata per ottenere risultati apprezzabili nel caso di disturbi da menopausa è di 40-80 mg di isoflavoni.
> PERCHE’ LE DONNE INGRASSANO IN MENOPAUSA? LA DIETA DA SEGUIRE
Il trifoglio rosso si può assumere tranquilamente in quanto non sono stati riportati effetti di tossicità, neanche dopo assunzioni prolungate. E’ però sconsigliato in tutti quei casi in cui si devono evitare effetti estrogenici, come nelle donne in gravidanza, nelle donne che soffrono di endometriosi o di fibromi all’utero. Inoltre bisogna fare attenzione alle possibili interazioni con altri farmaci, come gli estrogeni, i contraccettivi, gli anticoagulanti e gli antiaggreganti piastrinici. In ogni caso, per maggiore sicurezza, consultate il vostro medico per sapere se potete assumerlo con tranquillità.
Lorenzin: Italia leader nella sicurezza alimentare
L’Italia è leader nella sicurezza alimentare, dice il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin durante il suo intervento alla conferenza stampa che presenta la Giornata Mondiale della Salute 2015.
Quest’anno l’Organizzazione Mondiale della Sanità dedica alla sicurezza alimentare, con perfetto tempismo visto che l’Italia ospita l’Expo 2015 dedicato proprio all’alimentazione. La Lorenzin parla anche dell’esposizione universale come di “un’opportunità per ricordare il valore mondiale della dieta Mediterranea” che il mondo ci invidia. E ha aggiunto:
“Abbiamo organizzato una serie di eventi e iniziative puntando proprio sull’importanza della qualità alimentare – ha aggiunto Lorenzin – vogliamo ricordare a tutti che ci si inizia a curare a tavola, la salute ormai è una materia trasversale, la sfida dei sistemi sanitari non è soltanto curare le persone, ma aggiungere anni in salute in popolazioni sempre più longeve.”
L’importanza della qualità, parole chiave del suo intervento, è al centro sia dell’Expo sia dei principi base della dieta Mediterranea e di un approccio all’alimentazione che è tipicamente italiano. Il Ministro della Salute ha posto infatti l’accento sul sistema “one health” vigente in Italia.
Cosa significa? Che non ci si preoccupa solo della sicurezza del cibo sulla salute dell’uomo ma anche del benessere degli animali e delle coltivazioni e delle corrette procedure di lavorazione nelle aziende con numerosi controlli, dal campo all’arrivo sulla tavola dell’alimento. Solo nel 2014 i Nas dei Carabinieri hanno effettuato oltre 38 mila ispezioni.
Con un controllo accurato della filiera e l’adesione alle normative europee, l’Italia si pone dunque come leader nel settore della sicurezza alimentare. Quello che forse manca è l’educazione alimentare del cittadino che da parte sua ha una responsabilità precisa nella scelta e nella consapevolezza di ciò che acquista e mangia ma che spesso è lasciato a se stesso, in balia di etichette non sempre trasparenti e pubblicità martellante.
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Nano-bombe d’acqua contro le infezioni alimentari
Un nuovo metodo messo a punto in America si serve delle nano-bombe d’acqua per garantire l’igiene degli alimenti e combattere le infezioni alimentari. La contaminazione del cibo è una questione molto importante perché ne va della nostra salute, oltre che della qualità dell’alimentazione.
Non sempre la pulizia accurata con acqua e bicarbonato o altri disinfettanti basta ad eliminare le contaminazioni di agenti potenzialmente patogeni. Il nuovo sistema si serve solo di acqua ma in una forma altamente tecnologia. Gli scienziati della Harvard Unversity che hanno ideato la tecnica hanno pubblicato i risultati della ricerca sulla rivista Environmental Science & Technology.
L’acqua viene processata da un macchinario che sfrutta un campo magnetico ad alta intensità restituendola in forma di nanoparticelle più piccole di 4 mila volte il diametro di un capello. Le nano-bombe d’acqua contengono molecole di ossigeno altamente reattive che distruggono i batteri.
Le nano-bombe, spruzzate come se si trattasse di un aerosol sulla superficie di pomodori con batteri di Escherichia coli, Salmonella e Listeria, si sono rivelate rapide ed efficaci. Ricreando il procedimento a livello industriale si garantirebbe la sicurezza del cibo evitando i disinfettanti chimici e i pesticidi che risolvono il problema da una parte creandone altri, a lungo termine e potenzialmente più gravi, per l’agricoltura e la salute dell’uomo.
Considerando che ogni anno la quantità di cibi contaminati che vengono a contatto con le persone è altissima, e che alcuni casi gravi arrivano alla morte, è un problema di non poco peso. Solo in America, dove è stata condotta la ricerca, 48 milioni di persone l’anno utilizzano cibo contaminato, 130 mila accusano intossicazioni, 3 mila muoiono.
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Test del dna per scoprire la dieta più adatta
La dieta che seguiamo può avere un ruolo determinante nella nostra espressione genica; fino ad oggi sapevamo che i geni che ognuno di noi possiede sono in grado di, per così dire, “predire” il nostro destino. Adesso sappiamo che esistono una varietà di fattori che possono influenzarli e tra questi c’è anche la dieta.
A farci ingrassare può essere lo stress
State ingrassando e non sapete spiegarvi il perché? Potrebbe essere lo stress. A sostenerlo è un nuovo studio condotto dalla in America secondo il quale lo stress sarebbe una delle cause di disturbo del processo di sviluppo del tessuto adiposo che potrebbe avere un impatto negativo sull’omeostasi delle cellule di grasso.
Embolizzazione di arterie dello stomaco, una nuova tecnica per dimagrire?
Chiudere le arterie dello stomaco per combattere l’obesità: è la soluzione proposta in seguito ai risultati di uno studio presentati in occasione della Society of Interventional Radiology. Una premessa però è d’obbligo: la ricerca è stata condotta sugli animali ed è prematuro considerarla una soluzione applicabile anche sull’uomo, anche se i ricercatori sono ottimisti: in breve tempo sarà possibile curare l’obesità con una proceduta mininvasiva che elimina la produzione di grelina, l’ormone della fame.
Superspaghetti contro il tumore al colon e le malattie cardiache
Se gli spaghetti diventassero una cura? Sarebbe fantastico. Ci stanno pensando i ricercatori dell’ARC Centre of Excellence in Plant Cell Walls di Adelaide, che stanno studiando un particolare tipo di pasta (chiamato superspaghetti) in grado di prevenire rischio di malattie cardiovascolari e tumori al colon.
Mais OGM provoca i tumori?
Si riaccende il dibattito sugli Ogm (Organismi Geneticamente Modificati) e sui potenziali rischi per la salute. Secondo uno studio francese, infatti, condotto dal biologo Gilles Eric Seralini dell’Università di Caen, il mais Ogm sarebbe responsabile dell’insorgenza di tumori e gravi malattie. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica “Food and chemical toxicology”, a cui farà seguito un libro (Tous cobayes – Tutti cavie) e persino un film.
Preparati galenici per dimagrire, i nuovi limiti di legge
I farmaci galenici sono dei medicinali che vengono preparati dal farmacista seguendo le indicazioni del medico curante, e in questo caso il rimedio è destinato solo a uno specifico paziente, oppure tramite una serie di formule officinali che vengono preparate in base alle indicazioni della farmacopea europea o ufficiale della Repubblica italiana e sono acquistabili da tutti i clienti. Molti preparati galenici venivano impiegati anche nelle diete, ma adesso, in seguito a una sentenza della Cassazione, sono stati stabiliti alcuni limiti nella vendita di tali farmaci.
Saremo tutti vegetariani entro il 2050?
Nel 2050 saremo tutti vegetariani non per scelta, ma per necessità. Questa, la “profezia” di un team di studiosi svedesi, convinti che entro 40 anni la popolazione mondiale sarà aumentata di 2 miliardi, e dovrà fare i conti con la scarsità d’acqua. Per sfamare tutte le bocche, dunque, i nostri figli o i nostri nipoti si alimenteranno a frutta e verdura e diranno addio per sempre alla carne. Scenario apocalittico (per alcuni) propizio (per altri)?
Cibi afrodisiaci per l’uomo e per la donna
Chi l’ha detto che i cibi piccanti sono afrodisiaci? Per rinfocolare la passione e vivere una vita sessuale appagante non c’è niente di meglio che baccalà, frutta e verdura! Quella del peperoncino, infatti, secondo gli esperti, sarebbe soltanto un’errata vox populi. Con grande stupore, il baccalà, così come il merluzzo, sono una sorta di viagra naturale. Il peperoncino, invece, soprattutto se abbinato ai superalcolici, potrebbe essere causa di performance spiacevoli.
I farmaci che fanno ingrassare e influenzano l’appetito
Sono tanti i farmaci che fanno ingrassare. Spesso, per questioni di salute, si è obbligati a seguire una terapia e spiacevoli chili di troppo sono il risultato. A volte succede anche con alcuni integratori alimentari, che inducono il senso di fame e danno energia. È importante imparare a riconoscerli ed essere consapevoli di quello che si sta assumendo.
Chirurgia dell’obesità, modifica il sapore degli alimenti
Sembra che la chirurgia dell’obesità cambi il gusto degli alimenti, così può capitare di addentare una mela e avvertire il sapore del pesce. La chirurgia bariatrica, infatti, in molti casi determinante per la sopravvivenza dei pazienti obesi gravi e superobesi, ma anche per la cura del diabete, sarebbe in grado di alterare alcuni ormoni coinvolti nella percezione dei sapori, e nel controllo dello stimolo della fame.
Obesità, identificate le cellule staminali del tessuto adiposo
L’obesità è uno dei mali della società moderna e per questo scienziati e studiosi sono sempre alla ricerca di possibili rimedi contro questa malattia. Un punto importante nella lotta all’obesità è stato messo a segno grazie alla ricerche condotte dall’equipe guidata dal Professor Saverio Cinti dell’Università Politecnica delle Marche, che ha scoperto come le cellule endoteliali possano essere considerate una specie di serbatoio di scorta delle cellule staminali adipose.
Indice di sazietà e fullness factory, i cibi amici della linea
L’introduzione dell’indice di sazietà per valutare il potere saziante di un alimento si deve al lavoro di un gruppo di ricercatori australiani guidati dalla dottoressa Suzan Holt; tale valore è stato misurato per la prima volta nel corso di una sperimentazione in cui vennero offerte, a un gruppo di volontari, porzioni di alimenti equivalenti a 240 calorie e valutato, a intervalli di 15 minuti, il loro desiderio di mangiare ancora e la quantità di cibo assunta due ore dopo in un buffet libero.