Brunch light e rivitalizzante

E’ entrato a pieno titolo nelle nostre abitudini alimentari. Stiamo parlando del brunch, piacevole mix di colazione e pranzo che soddisfa la voglia di stare insieme in modo slow e poco convenzionale. Rispettando i gusti più diversi: etnico o classico, nordamericano o francese. Le novità tra i salutisti del Village di New York  è il brunch rivitalizzante, che combina gusti e profumi internazionali con una forte base mediterranea. La sua caratteristica è calibrare al meglio i nutrienti senza eccedere in grassi e zuccheri.

Dà spazio ai piatti classici: uova, muffin ma prevede anche pasta, pesce, tanta verdura, succhi di frutta e macedonie. In questo modo riduce i lipidi di origine animale (che nel brunch tradizionale sono forniti da burro e formaggi grassi) e gli zuccheri semplici  (torte, pasticcini, confetture) a favore di quelli complessi (pasta) che vengono assimilati lentamente e fanno sentire sazi più a lungo. La scelto del brunch se si fa con un minimo di attenzione al menù, è una scelta vincente per la linea.

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Alzheimer, più a rischio chi consuma cibi ricchi di metionina

alzheimer e metionina

Il morbo di Alzheimer è una patologia neurodegenerativa progressivamente invalidante la cui incidenza stimata è del 1% nelle persone di età superiore a 65 anni; le cause della sua insorgenza non sono ancora note anche se sembrano essere stati individuati diversi fattori di rischio quali la familiarità, l’esposizione a sostanze tossiche o traumi, l’età avanzata.

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Current Alzheimer Research e condotto da un gruppo di ricercatori della Temple University della Pennsylvania, anche il consumo eccessivo di cibi ad elevato contenuto dell’amminoacido metionina quali fagioli, uova, aglio, lenticchie, cipolle, carne rossa, pesce, yogurt e semi contribuirebbe ad aumentare il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer.

Questo perchè, come spiega Domenico Praticò, uno dei ricercatori che ha partecipato allo studio, quando la metionina raggiunge livelli troppo elevati il nostro organismo regisce trasformandola in un altro amminoacido chiamato omocisteina per i quale  studi precedenti condotti sugli esseri umani hanno già dimostrano una responsabilità nell’insorgenza del morbo di Alzheimer e Demenza.

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Perché si ingrassa d’inverno?

sovrappeso in inverno

Se tra dicembre e gennaio ti ritrovi ingrassata di 5 chili, significa che con la “scusa” del freddo e di doverti difendere dall’influenza, hai incamerato ben 35 mila calorie inutili! Ecco come evitarlo, con le minestre bruciagrassi. Che il ricorso ad un eccesso calorico per difendersi da freddo, influenza e stanchezza di fine anno non sia una giusta strategia è segnalato in modo preciso dal sovrappeso. Ogni 7 calorie assunte in più, il tessuto adiposo aumenta infatti di un grammo: 5 chili in più alla fine dell’in­verno, corrispondono dunque a un ec­cesso energetico complessivo di 35.000 calorie!

E’ vero: quando si abbassa la tem­peratura, se si trascorrono alcune ore all’aperto coperti, aumenta la dispersione termica. Ma in generale  per le persone che si coprono bene e tra­scorrono poco tempo all’aperto il fabbiso­gno calorico aumenta di poco. La tendenza a una maggiore assunzione di cibo non è pertanto dovuta a un maggiore consumo energetico indotto dal freddo, ma è provocata dalla riduzione di energia psichica dovuta, in questo periodo, oltre che ai malumori e agli stress tipici del clima di festa, alla riduzione della luce naturale. La scarsità di luce tende a favorire l’inat­tività spegnendo le “lampadine” del buon umore, dell’entusiasmo, della mo­tivazione ad agire e a relazionarsi col so­ciale, inducendo il metabolismo a girare più lentamente e quindi a bruciare meno calorie.

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Tumore al seno, la soia riduce le recidive

cancro al seno

Secondo uno studio condotto da un gruppo di ricercatori del Vanderbilt University Medical Center di Nashville e pubblicato su Jama (Journal of the american medical association), l’introduzione nella dieta di prodotti alimentari a base di soia ridurrebbe il rischio di recidive in donne affette da tumore al seno. L’indagine è stata condotta analizzando i dati dello Shanghai Breast Cancer Survival Study, svolto su un campione di oltre 5.000 donne cinesi di età compresa tra 20 e 74 anni alle quali era stato diagnosticato un tumore alla mammella tra il 2002 e il 2006.

I risultati di questo vasto studio sono stati quindi utilizzati per studiare l’associazione fra l’eventuale consumo di alimenti a base di soia e il tasso di recidive e mortalità in donne affette da tumore al seno ed hanno portato i ricercatori a concludere che elevati consumi di questo vegetale sono associati a una minore incidenza di mortalità e di recidive in donne sopravvissute al cancro (rispettivamente -29 e -32%). Questo grazie al contenuto di isoflavonoidi della soia, una classe di fitoestrogeni per il quali si ipotizzava già da tempo un’azione anticancro.

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Per un cenone light usa curcuma, peperoncino e frutta secca

cenone light

Per trasformare il cenone in un pasto appagante ma anche dimagrante, prova a cambiare l’approccio, e invece di pensare con rammarico a tutto ciò cui si deve rinunciare, convoglia le tue energie ancora di più verso quei cibi go­losi (come pesce, crostacei, frutta secca e cioccolata) che ti fanno sentire meglio, con conse­guenti risultati positivi davanti allo spec­chio e sulla bilancia. Pensandoci bene, come mai risulta così difficile dire “no grazie” all’offerta di una fetta di panettone extra proprio in questo mese rispetto al resto dell’anno? Perché questo dolce è così strettamente legato alle feste da esserne diventato una sorta di icona, e un rifugio per sfuggire allo stress che accompagna sempre il periodo di fine anno.

Basta scardinare questo meccani­smo mentale per accorgersi che si può fare a meno di questa morbida “coperta di Linus” alimentare regalandosi all’interno di aperitivi, pranzi e cenoni altri piaceri. Tra i vari trucchi alimentari, ce ne sono alcuni che consentono di sostituirei cibi killer dei cenoni (come gli arrosti, gli stracotti, i salumi degli antipasti, gli alco­lici, i cibi salati e il sale stesso) con degli equivalenti a volte ancora più gustosi e senz’altro più salutari: scopri quali sono e impara a sfruttarne non soltanto le pro­prietà dimagranti e anzi fame ma anche le virtù cosmetiche.

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Per avere fianchi magri devi depurarti

fianchi magri

La linea che avrai nella primavera e nell’estate 2010 dipende da quello che fai adesso, a dicembre. Siamo in un periodo critico, perché d’in­verno il metabolismo tende nor­malmente a rallentare: si tratta di un rallentamento fisiologico e naturale, dettato dai cicli della natura e dal clima più rigido. L’inverno è però anche un periodo di grande rinnovamento: si chiude la sta­gione autunnale, termina l’anno in corso, ini­zia l’inverno e incomincia un nuovo anno.

Per evitare di ritrovarti con qualche chilo in più a giugno, devi rinnovare adesso il meta­bolismo con un giusto ciclo di depurazione. In questo modo puoi sostenere i principali organi emuntori del tuo corpo: il fegato, i reni e l’intestino. Sono le tue stazioni di depurazione che normalmente ti aiutano a smaltire le tossine in eccesso e i prodotti di scarto del metabolismo. Ma ora rischiano di andare in tilt, complice sì il freddo e il grigiore dell’inverno, ma anche e soprattutto le abitudini di alimentari, i ritmi di vita frenetici, il carico di lavoro e di stress. Poi, come se non bastasse, tra poco arriveranno pandori, panettoni e torroni, che non sono proprio un toccasana per la silhouette.

Inizia a depurarti adesso, nei primi giorni di dicembre, utilizzando le erbe e i cibi anti scorie: avrai risultati immediati e duratu­ri. Uno stato di intossicazione si instaura tutte le volte che si verifica uno squilibrio tra il carico di nutrienti che introduciamo con l’alimen­tazione e la capacità del nostro metabolismo di elaborarli e di smaltire i prodotti di scarto. Quindi, l’intossicazione compare o perché il me­tabolismo rallenta (come può avvenire “fisiologicamente d’inverno oppure quando introducia­mo alimenti poveri di vitamine, fibre e sali mine­rali) o perché il carico di lavoro cui esso è sottopo­sto aumenta (come succede quando si stramangia durante le feste).

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Acido folico contro la sordità

sordità acido folico

La sordità si previene anche a tavola; questo almeno stando ai risultati di due ricerche presentate di recente all’ultimo congresso dell’American Academy of Otolaryngology-Head and Neck Surgery Foundation secondo le quali l’acido folico riduce del 20% il rischio di insorgenza della sordità nell’arco della vita. Delle due ricerche una ha preso spunto dai dati dell’Health Professional Follow-up Study, un’analisi condotta su 50mila soggetti dal 1986 al 2004 su dieta e salute,  l’altra è stata condotta mediante test audiometrici su un campione di circa 6mila persone di età compresa fra 20 e 69 anni.

Il primo studio ha analizzato scrupolosamente la dieta di 3600 uomini tutti colpiti da sordità totale o parziale evidenziando come se da un lato una dieta ricca di antiossidanti quali vitamina C e betacarotene non fornisce alcuna protezione dalla perdita dell’udito, dall’altro tale azione protettiva può essere svolta invece dai cibi ricchi di folati e vitamina B9 la cui assunzione adeguata riduce il rischio di sordità di ben 20%.

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Come perdere 2 kg con le pulizie di Natale!

perdere 2 kg con pulizie natale

Le feste, che stress! Si potrebbe sintetizzare così il tormentone di tutti gli anni in questo periodo, ma è inevitabile? Ma è dunque possibile sopravvivere al Natale, godendone tutti i vantaggi e rimanendo in linea? Certo che sì: occorre però lavorare di prevenzione e tenere ben presenti i trabocchetti che le feste ci ten­dono e che ogni anno, dopo avere speri­mentato, rimuoviamo in nome del quie­to vivere e della fedeltà alle tradizioni. Le insidie che minacciano linea e buonu­more (tra loro strettamente connessi) provengono dall’atmosfera materialistica e bulimica che ci circonda, ma anche dai comportamenti “pesanti” che ci impo­niamo contro la nostra volontà, per non deludere le aspettative altrui.

E allora, giochiamo d’anticipo per non compromettere le sospirate vacanze in­vernali e il loro potenziale benefico, libe­randoci dai pesi psicofisici che possono compromettere feste e silhouette. Proprio in questo mese che sarebbe mirato all’ introspezione, la materia trionfa invade le nostre  case, ci condiziona subdolamente a consumare su tutti i fronti… Compreso, ovviamente, quello mangereccio! E visto che non c’è Natale in cui in casa nostra non entri qualcosa di nuovo e di inutile, non aspettiamo l’anno nuovo per alleggerirci dal superfluo, cominciamo subito.

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Con buttercup eviti le abbuffate dei cenoni e aperitivi

buttercup contro cenoni natalizi e aperitivi

Dicembre è il mese più pericoloso perla linea, visto il gran numero di occasioni conviviali in cui si è coinvolti: brindisi con amici e colleghi, pranzi natalizi in famiglia, cenoni di Capodanno, con relative offerte di panettone e bevande ipercaloriche. Il rischio è quello di accumulare 3-4 chili in pochi giorni, specialmente se non si sa dire di “no” all’insistenza altrui e si prova imba­razzo all’idea di rinunciare a mangiare mentre si sta in compagnia. Questo problema è particolarmente sentito da certe persone insicure e timorose del giudizio degli altri, che tendono ad adeguarsi alle abitudini o alle mode del momento.

Un ottimo rimedio in questi casi è costituito da Buttercup un fiore californiano indicato per attivare la fiducia e la forza di volontà, evitando di cedere a inutili lusinghe dannose per il peso forma. Il fiore è utile:

  • nei soggetti insicuri che non sanno dire di no e si fanno sempre convincere dagli altri
  • in caso di scarsa autostima e complessi di inferiorità
  • se si mangia troppo per adeguarsi a mode o all’insistenza altrui
  • per chi si sente diverso a causa del soprappeso e si abbuffa per tamponare il disagio
  • per placare la fame nervosa che tende ad aumentare durante le feste

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Intolleranza al lattosio, che fare?

intolleranza al lattosio

L’intolleranza al lattosio è causata dall’impossibilità di digerire il lattosio, il principale zucchero contenuto nel latte. Tale condizione è determinata dalla carenza di lattasi, un enzima che scinde il lattosio in zuccheri più semplici (glucosio e galattosio) che successivamente vengono assorbiti dal tratto gastrointestinale; se questo non accade il lattosio rimasto nell’intestino viene fatto fermentare dalla flora batterica con la conseguente insorgenza di sintomi quali dolori e crampi addominali, gonfiore e tensione addominale, meteorismo e diarrea.

E’ possibile distinguere l’intolleranza al lattosio in primaria e secondaria: nel primo caso l’organismo non produce lattasi per un difetto genetico e i sintomi si manifestano sin dalla prima infanzia, nel secondo la perdita dell’enzima è temporanea e può essere dovuta a infezioni o lesioni del tratto gastrointestinale o mutazioni dietetiche repentine o anche una celiachia non diagnosticata. I sintomi si sviluppano in genere intorno ai sei anni di vita.

Quando l’intolleranza al lattosio è secondaria la terapia consiste nella introduzione nella dieta di piccole quantità di latte e latticini che vengono poi aumentate progressivamente in modo da stimolare la produzione di lattasi; questa può essere infatti considerata un enzima inducibile nel senso che quando l’assunzione di latte e latticini è modesta e saltuaria ciò può far si che la produzione di lattasi non sia sufficientemente stimolata.

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Patatine fritte: abbiniamole sempre a carne o pesce per salvare la linea!

patatine fritte

Difficile trovare un bambino o un ragazzo che non ne sia goloso: le patate fritte restano uno dei piatti più amati e più richiesti. Del resto, proprio le patatine fritte sono una delle chiavi del successo planetario dei fast food: non a caso il consumo di questo alimento è stato sti­mato nella stratosferica cifra di 11 milioni di tonnellate al­l’anno. Però le patate fritte sono ormai il simbolo per ec­cellenza del cosiddetto “junk food“, il “cibo spazzatura”  contro il quale insorgono medici nutrizionisti ed esperti di alimentazione, accusandolo di essere il principale responsabile del sovrappeso, dell’obesità e del diabete giovanile.

 Ma quanto c’è di vero nella pessi­ma reputazione della patata fritta? davvero un piatto da evitare assolutamente o è invece accettabile togliersi di tanto in tanto qualche sfizio? Il primo problema riguarda gli oli in cui le patate vengono cotte: molto spesso nei prodotti industriali e in quelli di ristorazione collettiva vengono utilizzati l’olio di girasole, arachidi, riso o colza. Si tratta di grassi vegetali privi di Omega 3, che durante la frittura sviluppano dei radicali carboniosi pericolosi per la salute dell’organismo.

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Spremuta di arancia: molti gli effetti benefici

arancia elisir di bellezza

Novembre è la stagione ideale per gustare gli agrumi e in particolare le arance che, a sorpresa, sono anche delle ottime alleate al peso forma: l’80-90% della loro consistenza è infatti fornita dall’acqua, cui poi si aggiungono fruttosio, una buona percentuale di sali minerali e di vitamine (a cominciare dalla C ma anche del gruppo B e P), molti acidi organici (tra i quali l’acido citrico) e fibre.

I nutrizionisti concordano nel sottolineare come le arance siano un’ottima fonte di an­tiossidanti, che oltre a essere in grado di contrastare l’invecchiamento cellulare causato dai radi­cali liberi, contribuiscono a rendere più forte il si­stema immunitario e più attivo il metabolismo. Le arance sono le più gettonate tra tutti gli agrumi, e si trovano con molta facilità dai primi giorni di novembre fino a primavera inoltrata. Poco caloriche (circa 35-40 calorie per etto); le arance sono suddivise in due grandi gruppi: le pigmentate con le varietà tarocco, moro e sanguinello, ideali da spremere e le bionde con le varietà naveline, ovale e valencia, ottime da mangiare.

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Come togliere 2 taglie in 4 settimane

massaggio alle gambe e caviglie

Come si fa  togliere 2 taglie in 4 settimane? Semplice, basta seguire un programma che prevede quattro semplici operazioni da fare giorno per giorno almeno per quattro settimane: tisana, fango, bagno e massaggio che assorbono i ristagni e rimodellano la silhouette.

  1. Prima applica il fango: procurati in farmacia o erboristeria del fango d’alghe e, dopo la doccia, applicalo su cosce e glutei; avvolgi accuratamente le parti trattate con una pellicola trasparente e infila i pantaloni della tuta. Il fango deve restare in posa 45 minuti per svolgere nel modo migliore la sua azione contro le adiposità localizzate.
  2. Mentre il fango agisce, occupati della tisana. Fai preparare dall’erborista una miscela composta da 40g di spirea ulmaria, 40 g di equiseto, 20 g di tarassaco e 20 g di verga d’oro; metti un cucchiaino di questa miscela in infusione  per 15 minuti in una tazza di acqua filtra e dolcifica con il miele. Lasciala intiepidire e bevila prima di coricarti: spazza via le scorie che ristagano a livello intracellulare che  favoriscono la cellulite.
  3. Immergiti nel bagno: prima che scada il tempo di posa del fango, sciogli nella vasca un chilo di sale iodato, che asciuga le zone anticellulite. Con una doccia elimina i residui di fango e immergiti nella vasca per 10 minuti.
  4. Infine fai il massaggio: dopo il bagno, applica su addome, glutei e cosce un unguento così preparato: in 2 cucchiai di olio di jojoba diluisci 2 gocce di macerato glicemico di cipresso e 4 gocce di olio essenziale di ginepro. Massaggia partendo dalle caviglie e risalendo verso l’alto fino ad assorbimento

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Colesterolo, quali sono i valori nella norma

colesterolo

Il colesterolo è un tipo di grasso prodotto in parte dall’organismo e in parte dalla dieta; è essenziale per il corretto funzionamento dell’organismo perché forma le membrane delle cellule, è utilizzato per sintetizzare alcuni omoni necessari per la crescita e la riproduzione, e perché forma gli acidi biliari che servono all’assorbimento dei grassi nell’intestino.

Una parte del colesterolo si trova anche nel sangue, ed è collegato con delle proteine chiamate lipoproteine; le lipoproteine ad alta densità trasportano il colesterolo in eccesso dai tessuti al fegato, mentre quelle a bassa densità lo trasportano in periferia, favorendo, così il suo deposito nei tessuti. Il colesterolo alto, cioè la ipercolesterolemia, è la prima causa di malattie delle arterie e del cuore, basti pensare che, secondo alcune statistiche, il 45% degli italiani ha i valori del colesterolo fuori della norma.

I valori del colesterolo sono indicati in mg/100 ml di plasma, ovvero il peso del colesterolo in milligrammi ogni 100 ml di sangue; se si è in buona salute, fino ai 40 anni di età il controllo del colesterolo può essere effettuato ogni due anni, mentre con il passare degli anni deve essere verificato più spesso. Il valore massimo ottimale del colesterolo totale, cioè la colesterolemia, deve essere inferiore a 200 mg/100 ml.

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In forma con la garcinia, come smaltire qualche chilo prima di Natale!

dimagrire con la garcinia cambogia

Oggi vi suggerisco un altro integratore tutto naturale per tornare in forma alla svelta. Considerando anche che ci stiamo avvicinando alle tanto desiderate, ma anche temute, feste natalizie, che, oltre a gioia e allegria, spesso portano qualche chilo in più da smaltire dopo. La garcinia si ricava dalle bucce del Garcinia di arcinia Cambogia.

Questa piccola pianta cresce spontanea negli ambienti tropicali, tipici di Paesi come Vietnam, Cam­bogia e India. Questo estratto con­tiene pectine che regolarizzano l’intestino, calcio utile per rafforzare ossa, denti e unghie, e un acido, det­to “idrossicitrico”, che conferisce alla garcinia le tanto apprezzate proprietà dimagranti. Questo acido è natu­ralmente presente nel nostro or­ganismo, e l’uso come integra­tore alimentare può essere utile in caso di sovrappeso.

L’acido idrossicitrico della garcinia riduce l’accumulo di grassi (anche colesterolo e trigliceridi). In questo modo mette a disposizione del corpo tanta energia che contribuisce alla riduzione del senso dell’appetito. È indicata per chi ha accumulato adipe già da qualche tempo e non riesce ad eliminarlo anche a causa di un forte desiderio di dolci e zuccheri in genere. Utile inoltre in presenza di colesterolo e trigliceridi elevati. In commercio trovi compresse, capsule, bustine e anche bevande antiossidanti che la contengono. Individua il prodotto più adatto a te e assumilo seguendo le indicazioni riportate sulla confezione.

Digestione difficile, che fare?

cattiva digestione

Le difficoltà digestive rappresentano uno dei disturbi frequenti dell’apparato digerente; si manifestano subito dopo il pasto con sonnolenza, pesantezza, bruciore di stomaco, nausea, eruttazioni e sensazione di malessere generale cui può accompagnarsi anche mal di testa e tachicardia. Nella gran parte dei casi la dispepsia è dovuta ad uno stile di vita alimentare, e non, poco equilibrato: pasti troppo abbondanti e/o ricchi di grassi, masticazione affrettata, sedentarietà, stress, l’abitudine di stendersi subito dopo i pasti.

Si parla in questi casi di dispepsia funzionale ed è possibile alleviare o eliminare il disturbo anche modificando leggermente le proprie abitudini di vita. Vediamo in che modo:

Per prima cosa è opportuno mangiare leggero, non eccedere con spezie, grassi, formaggi fermentati ed eliminare l’alcol e le bibite gassate; ricordatevi anche di masticare lentamente e a lungo.

Dopo pranzo non andate subito a stendervi se ne avete l’opportunità fate piuttosto una breve passeggiata oppure muovetevi un pò per casa (anche sparecchiare e lavare i piatti potrà esservi d’aiuto).

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Il riso integrale biologico: proprietà dietetiche, terapeutiche e mediche!

riso integrale biologico

Il riso integrale biologico è  un ottimo alimento per chi soffre di allergie e di intolleranze alimentari perché rinforza la mucosa intestinale e il sistema immunitario, prevenendo le infiammazioni digestive. Tra l’altro, il riso integrale combatte anche il colesterolo ed è utilissimo per chi soffre di colite e fermentazione intestinale. Non ultimo, le fibre contenute nel riso aiutano anche a contrastare la formazione di polipi intestinali.

Per avere un’idea del patrimonio nutritivo che si perde nel consumare il riso bianco raffinato, basta ricordare che la percentuale di sali minerali si abbassa fino al 70% e anche l’amido, le vitamine e le proteine si riducono visibilmente. E la fibra? Sparisce del tutto! Questa è una grave perdita perché la fibra contribuisce a mantenere l’organismo in salute e l’amido pare abbia un ruolo determinante nel prevenire i tumori al colon perché genera, una volta raggiunto il tratto intestinale, delle sostanze antiossidanti capaci di prevenire le neoplasie in questa sede.

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Il binge eating disorder: cause e possibili cure

binge eating disorder

Il Binge Eating Disorder in italiano Disturbo da ali­mentazione incontrollata è un recente disturbo del comportamento alimen­tare. Si tratta di una pato­logia che spinge il sog­getto a compiere grandi abbuffate non accompa­gnate da quelle strategie per compensare l’ inge­stione di cibo in eccesso che si ritrovano nella buli­mia nervosa. Le persone che manifestano questo disturbo assumono, in un tempo limitato, quantità di cibo esagerate, con la sensazione di perdere il controllo dell’atto del mangiare.

Queste situazioni si ripetono più volte la settimana, anche in mo­menti in cui non si ha una sensazione fisica di fa­me. Quindi, il problema principale sembra consi­stere in una difficoltà a controllare l’impulso ad alimentarsi. Questo spie­ga perché, nella maggior parte dei casi, in questi soggetti sia presente una condizione di sovrappeso o di obesità. Il disturbo sembra colpire il 2-3 % della popolazione, ma il 30 % degli obesi. In gene­re colpisce soggetti tra i 30 e 140 anni. Perché si possa parlare di Bed occorre che coesistano un certo numero di compor­tamenti come il fatto che le abbuffate devono avve­nire almeno due volte alla settimana; devono verificarsi per un periodo di al­meno sei mesi; devono, in genere, essere indipendenti dallo stimolo della fame; quasi sempre, le abbuffate devono avvenire in solitudine; il sog­getto non prova gratificazíone, ma un forte senso di colpa; non esistono meccanismi di compen­sazione, al contrario di quanto avviene per la buli­mia nervosa.

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