Attenzione al sangue grasso

ridurre il grasso nel sangue per dimagrire

Un eccesso di colesterolo e trigliceridi nel sangue non solo accelera il deposito di adipe ma rende anche i tessuti flaccidi e atonici. E fa aumentare la fame! Colesterolo, trigliceridi e sovrappeso sono strettamente correlati. Sebbene non tutte le persone con valori elevati di colesterolo e trigliceridi siano in sovrappeso (anzi molte di esse sono del tutto magre perché si tratta di un colesterolo dovuto allo stress), al contrario mol­tissime persone in sovrappeso presentano eleva­ti valori di colesterolo e/o trigliceridi.

 In queste persone una sana alimentazione determina non solo una diminuzione del peso corporeo ma anche una normalizzazione dei livelli di coleste­rolo e trigliceridi. Il colesterolo, in sé, è una sostanza indispensabile per la vita cellulare, in quanto è un costituente fonda­mentale delle membrane cellulari ed è la molecola di base per la produzione degli ormoni sessuali e surrenali, della vitamina D e dei sali biliari. Nel sangue il colestero­lo circola trasportato da particolari proteine:

  •  HDL, lipoproteine ad alta densità, trasportano i grassi dai tessuti peri­ferici al fegato (colesterolo buono)
  • LDL: lipoproteine a bassa densità, trasportano i grassi dal fegato ai tessuti (“colesterolo cattivo”).

Scopri di più

Trattamento contro cellulite e flaccidità

trattamento anticellulite e flaccidità

Nella seconda settimana il tuo obiettivo è quello di aumentare la concentrazione del colesterolo buono, quello che conserva il sangue fluido e il corpo tonico e sodo. Questo tipo di grasso ematico è rappresen­tato dalle HDL, ovvero le proteine che trasportano il colesterolo dalle cellule pe­riferiche al fegato e impediscono quindi che il colesterolo ossidato si depositi nelle arterie, intasandole di grassi. Alti livelli di colesterolo buono favorisco­no una perdita rapida di peso e sono rac­comandati per evitare l’inflaccidimento dei tessuti e la formazione di ritenzione idrica e cellulite.

Vediamo allora come agire per far aumentare le HDL. Per una settimana prima di pranzo (o, se vuoi anche in sostituzione del pasto) abituati a mangiare un insalata croccante composta con pomodori, peperoni cuori di lattuga e una decina di olive. Condisci con un cucchiaino di olio di oliva e un battuto di nocciole. Così riduci i grassi ematici e la fame nervosa. Le olive sono straricche di acidi grassi “monoinsaturi” e, consumate nei modi e tempi giusti, favoriscono un aumento del colesterolo buono, riducendo contemporaneamente quello cattivo. Si consiglia di consumare soprattutto le olive conservate non in salamoia o in olio. Per una settimana, basta aggiungerne una decina a un’insalata mista prima di pranzo o cena: otterremo i grassi e gli antiossìdanti necessari per mantenere un adeguato livello di HDL.

Scopri di più

Consigli pratici per abbassare colesterolo e trigliceridi in poco tempo!

ridurre trigliceridi

Correggendo la dieta per una  sola settimana e assumendo gli estratti di gemme che “sgrassano” il circolo, inizi a dimagrire e ti sgonfi subito. Nel nostro corpo, i trigliceridi rappresentano la principale componente del tessuto adiposo. Questo tessuto costituisce un importante riserva di energia e agisce come una barriera pro­tettiva nei confronti (per esempio) delle elevate temperature. I trigliceridi o derivano da cibi ricchi di trigliceridi o sono sintetizzati dal fegato a partire da aminoacidi e glucosio; se sono in eccesso ci sentiamo pesanti e gonfi.

Ridurre i trigliceridi nel sangue è un obiettivo semplice da raggiungere, poi­ché i trigliceridi alti dipendono spesso dal tipo di alimentazione e quindi posso­no essere “corretti” rivedendo la dieta, con importanti benefici su linea e salute. Gli alimenti a più elevato contenuto di trigliceridi sono rappresentati da: margarina, burro, strutto (contenuto anche in molti prodotti del panificio), lardo, salumi e carni, latte intero e formaggi stagionati. Per ridurre i trigliceridi non bisogna mangiare questi alimenti più di 2 volte alla settimana. Per una cura d’urto, eliminali del tutto per 7 giorni.

Scopri di più

Cosa serve per dimagrire? Abbassare il colesterolo

Una linea perfetta non può prescindere da un’adeguata depurazione del sangue. Tra l’altro, febbraio è un mese particolar­mente pericoloso per l’aumento dei grassi ematici ed è dunque il periodo giusto per met­tere in atto una cura che abbassi colesterolo e trigliceridi, con benefici immediati su peso e metabolismo. Ancora parzialmente intasati dalle tossine in­vernali, entriamo infatti nel periodo del Car­nevale con i suoi dolci tipici: frittelle, chiac­chiere, crostoli, bugie, castagnole e chi più ne ha più ne metta. Chi sa resistere alla tentazio­ne di queste leccornie? Esse sono tutte acco­munate da almeno due caratteristiche: prima di tutto vengono fritte nell’olio caldo, una modalità di cottura che ne triplica il carico calorico e di grassi nocivi. In secondo luogo, esse danno un piacere immenso al palato, per cui “una tira l’altra”.

Questi dolciumi rappresen­tano un vero e proprio assalto alla linea e al metabolismo. Ce ne accorgiamo quasi subito: basta mangiarne due o tre che la digestione rallenta, la pancia si gonfia, ci si sente subito pesanti. Ma gli effetti si pagano anche più in là nel tempo: magari a giugno ci ritroveremo con 2 o 3 “inspiegabili” chili in più e con un tasso di colesterolo più alto nel sangue. Per evi­tare tutto ciò, anche se non sappiamo proprio rinunciare a queste vere e proprie bombe calori­che, possiamo correre ai ripari seguendo questi consi­gli e seguendo i nostri post!

  • Prima dì tutto devi ridurre i trigliceridi, i primi responsabili dell’ingrassamento
  • Poi fai aumentare il colesterolo buono, il “carburante” di un metabolismo attivo
  • Infine, sbarazzati del colesterolo cattivo e metti la tua linea al sicuro per i prossimi mesi

Birra, consumata con moderazione aiuta a prevenire l’osteoporosi

Una ricerca dell’Università Extremadura di Caceres, in Spagna, ha scoperto che la birra aiuta a prevenire l’osteoporosi. Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Nutricion, è stato condotto su un campione di 1700 donne con età media di 48 anni.  I ricercatori, dopo aver raccolto informazioni relative allo stile di vita ed alle abitudini alimentari delle donne analizzate, le hanno sottoposte ad una densitometria ossea, esame che permette di determinare l’esatto contenuto di calcio delle ossa, attraverso gli ultrasuoni, in particolare di quelle delle dita della mano.

Dai dati emersi gli studiosi hanno constatato che le donne che facevano un uso moderato di birra avevano una struttura ossea più densa e, di conseguenza, una minore incidenza di fratture rispetto a quelle che non avevano l’abitudine di consumare questa bevanda. Secondo il dott. Juan Pedrera-Zamorano, ricercatore a capo dello studio:

Il silicio è un elemento fondamentale per la formazione delle ossa e la birra è tra le sostanze di alto contenuto di silicio.

Scopri di più

Chirurgia bariatrica, inaugurato nuovo Centro in Campania

E’ stato inaugurato presso il Presidio Ospedaliero Pineta Grande di Castel Volturno, in Campania, il nuovo Centro di Chirurgia Bariatrica, candidato a diventare ben presto uno dei punti di riferimento per tutto il Centro-Sud, dove è maggiore la concentrazione di persone obese a fronte di una quasi totale assenza di strutture d’eccellenza per il trattamento chirurgico dell’obesità. Si stima infatti che dei cinque milioni di italiani interessanti dal problema la gran parte siano donne residenti al sud e che proprio alla Campania spetti un triste primato con il 49 per cento dei bambini tra gli 8 ed i 10 anni in sovrappeso ed obesi.

La chirurgia bariatrica è ormai considerata una vera e propria tecnica salvavita nei casi di obesità grave, cui si accompagnano diabete, ipertensione e problemi cardiaci con una drastica riduzione della qualità e delle aspettative di vita. Infatti, come dichiara Luigi Angrisani, Presidente S.I.C.OB. (Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle malattie metaboliche) e Direttore U.O.C. Chirurgia Laparoscopica e Mininvasiva, Ospedale SanGiovanni Bosco di Napoli:

L’impatto dell’obesità grave sulla spettanza di vita è rilevante: l’obesità severa è associata ad un rischio di mortalità a breve termine (5-10 anni) che è almeno doppio rispetto alla popolazione normopeso, in entrambi i sessi. Inoltre, l’aspettativa di vita nella popolazione severamente obesa è ridotta di 9 anni nelle donne e di 12 anni negli uomini

Scopri di più

Cavoli e broccoli per proteggere il cuore e le arterie

cavolfiore

Secondo una ricerca condotta dal dottor Paul Evans dell’Imperial College London, gli ortaggi della famiglia delle crocifere, come broccoli, cavoli e cavolfiori sono degli ottimi alleati per tenere sotto controllo la pressione alta e per proteggere le arterie e il cuore, in particolare dall’arteriosclerosi.

Questi ortaggi erano considerati delle speciali medicine già al tempo degli antichi romani, e oggi, le recenti scoperte scientifiche sembrano confermarlo; queste verdure contengono sulforafano, una sostanza grazie alla quale riescono ad attivare l’Nrf2, una proteina capace di mantenere i vasi sanguigni liberi dagli accumuli di grasso, che sono le principali cause delle principali malattie cardiocircolatorie, come arteriosclerosi, infarto e ictus.

Scopri di più

Allergie al latte, le nuove linee guida

allergie infantili al lattosio

Si è tenuto qualche giorno fa a Milano il V Meeting di Allergologia Pediatrica, che ha visto riuniti oltre 800 pediatri di 34 Paesi per un confronto sul tema delle allergie infantili, un fenomeno in costante crescita in tutto il mondo (si stima infatti che nei Paesi sviluppati il 25-30% dei bambini sia affetto da allergie respiratorie).  Il meeting ha rappresentato l’occasione per la presentazione delle nuove linee guida internazionali DRACMA (Diagnosis and Rationale for Action Against Cow’s Milk Allergy) sulla diagnosi e la terapia dell’intolleranza alle proteine del latte vaccino.

Il documento, frutto del lavoro di un team di esperti coordinati da Alessandro Fiocchi, primario del Reparto di Pediatria dell’Ospedale “Macedonio Melloni” di Milano e Presidente della Commissione Speciale sulle Allergie alimentari della WAO (World Allergy Organization), propone indicazioni relative non solo a diagnosi e trattamento delle allergie alle proteine del latte, ma anche alle alternative al latte vaccino.

Scopri di più

Soia e tumore al seno: la protezione è certa!

Il consumo di soia ridurrebbe recidive e mortalità dopo il tumore al seno. Lo sostiene uno studio del Shanghai Breast Cancer Survival Study, che ha coinvolto oltre cinquemila donne tra 20 e 74 anni. Gli effetti positivi si riscontrano sia nei tumori estrogeno dipendenti sia negli altri.

“Sapevamo che nei Paesi ad elevato consumo di soia l’incidenza dí carcinoma mammario è più bassa: l’indagine cinese è una conferma ufficiale”

 commenta Adriana Albini, responsabile della ricerca oncologica dell’lrccs Multimedica di Milano. Ma non si tratta di un caso isolato. Secondo uno studio della stessa Albini, anche il tè verde contribuisce a bloccare i tumori.

 «Un’altra indagine, che il mio gruppo ha condotto con 2 cardiochirurgo Francesco Donatella, ipotizza che molecole estratte da ginkgo biloba, uva, vino rosso, curry e peperoncino, assunte con la normale alimentazione, possano proteggere il cuore dagli effetti tossici dei farmaci antitumorali».

Eliminare pane, carne e fare troppa attività fisica può essere deleterio

deleterio eliminare pane e carne rossa

Se diamo ascolto ai mille allar­mi che ci arrivano da riviste mediche e società scientifi­che ci sarà un futuro fatto di mini-porzioni e spuntini low cal, cibi a basso contenuto di grassi, ma addi­zionati di antiossidanti, steroli e omega 3. Eliminando l’alcol – se si esclude una mini­ma quantità di vino rosso, perché ricco di antiossidanti – e dedicando il tempo libero a jogging, spinning, Gag, e altre attività de­stinate a rimodellare il corpo e allontanare il rischio infarto. Ne vale la pena? Qualcu­no comincia a ribellarsi.

Come il New York Times che ha messo in prima pagina l’ultimo diktat del “journal of the Ame­rican Medical Association”, che propone come ricetta di lunga vita una drastica restrizione calorica, «arrivando a suggerire», si scandalizza il Nyt

«un consumo di 890 calorie al giorno, meno della metà di quan­to consumi a cena un americano medio»

se queste sono le condizioni per arrivare a 90 anni, non sarà meglio accontentarsi di 85? Succede così che gli umani sentano il biso­gno di un libretto di istruzioni per alimen­tarsi in modo corretto.

Scopri di più

Piante contro cellulite e ristagni linfatici: pino, visco e pungitopo

A gennaio le basse temperature del periodo invernale affaticano la circolazione e ren­dono più evidenti ristagni, cedimenti e cellulite. E non è tutto: perché un «grosso colpo» alla funzionalità del circolo e alla linea è dato anche dalla dieta ricca di grassi e zuccheri che ha caratterizzato tutto il mese di dicembre, quando – complici le feste – risulta estrema­mente difficile sottrarsi alle “trappole” alimentari, che fra l’altro caricano anche il sangue di grassi, colesterolo e tossine. Questo complesso di fattori ha una serie di im­portanti conseguenze a livello estetico: un cuore che pompa a rilento e una cattiva circolazione ren­dono opaca e grigia la cute, ossigenano male i tes­suti e li espongono all’aggressione dei radicali libe­ri, aprendo col tempo la strada a disturbi come ri­tenzione idrica e depositi adiposi.

Per dare una mano al sistema circolatorio, in questo periodo l’ideale sarebbe tenere il più possibile il corpo libero, non costretto da calze, pantaloni o altri indumenti pesanti, in modo da velocizzare i flussi sanguigni e garantire una buona traspirazione cutanea. Ma visto che d’in­verno stare scoperti è impossibile, è più semplice mettere in atto una cura basata su quattro piante tipicamente invernali e sempreverdi: il pino, il vischio, la thuja e il pungitopo. Conosciamole meglio.

La thuja:  L’estratto omeopatico in granuli di questa generosa conifera è adatto soprattutto se arrivi a gennaio, dopo le feste, con il corpo appesantito e intossicato da dieta grassa e sovraccarico di stress. In genere, la parte superiore del tuo corpo è snella e i chili di troppo (spesso con cellulite) sono concentrati su fianchi e cosce. Sei freddolosa, detesti il brutto tempo e per questo a gennaio tendi a mangiare dolci fuori pasto per “tamponare” il disagio? Thuja ti aiuta a dísintossìcarti e a riattivare il drenaggio linfatico; per un mese prendine 5 granuli al giorno per riequilibrare i disordini metabolici causati da stanchezza e dieta squilibrata.

Scopri di più

Come fare il pane integrale in casa

Il pane integrale a lievitazione naturale è conosciuto anche come pane da pasta madre perché come lievito    viene usato un pezzetto dell’impasto della pagnotta che si è fatta il gior­no precedente. Si trova nei negozi di alimentazione naturale e nelle bio-cascine che vendono prodotti da agricoltura biologica. Se proviamo questo pane, un vero e proprio ali­mento vivo, ci accorgeremo di quanto insipido sia il pane “comune”, prodotto con farine lasciate nei sacchi per settimane: già il giorno successivo all’acquisto diventa secco.

 Il motivo è che la sua lievitazione è stata indotta (da lievito di birra o chimico): con questo procedimento è rimasto attivo l’acido fitico, una sostanza responsabile della secchezza immediata del pane stesso. Anche i “pani speciali”, sempre più numerosi nelle nostre panetterie, sono da evitare in quan­to contengono strutto, olio di oliva, grassi, latte. I pani industriali (confezionati a media e lunga scadenza) che troneggiano nei banchi del supermercato sono alimenti morti, pieni di additivi e conservanti.

Scopri di più

Antiossidanti? Si, ma con moderazione

antiossidanti pro e contro

Come abbiamo già avuto occasione di dirvi, gli anti-ossidanti (carotenoidi, bioflavonoidi, alcune vitamine e minerali) sono sostanze contenute in alcuni cibi (antiossidanti esogeni), frutta e verdura soprattutto, ma anche prodotte dal nostro organismo (antiossidanti endogeni), che hanno il potere di contrastare l’eccesso di radicali liberi e neutralizzarne l’azione negativa. Più precisamente, agli antiossidanti vengono attribuite proprietà anti-cancro, anti-batteriche, anti-virali e anti-invecchiamento e sono ritenuti in grado, fra le altre cose, di rafforzare il sistema immunitario e i muscoli e fluidificare il sangue.

Tuttavia, ferme restando tutte le proprietà benefiche appena descritte, sembra che mangiare troppi alimenti antiossidanti non giovi alla salute, anzi! Ad affermarlo è un gruppo di studiosi del Cardiorespiratory Exercise Laboratory della Kansas State University, il cui studio è stato pubblicato sulla rivista Journal of Applied Physiology.

Scopri di più

Cibo in scatola: poche calore con il sottovuoto

cibo in scatola

Sono ormai píù di duecento anni che il cibo in scatola è entrato a far parte del nostro quotidiano ed è diventato una consuetudine in dispensa. Certamente ha ragione chi sostiene che il cibo fresco sia da preferire rispetto a quello conservato in scatola, ma ciò non toglie che anche quelli racchiusi in piccoli contenitori di banda stagnata possano essere un valido aiuto per preparare piatti sani, leggeri ed equilibrati. Per usarli al meglio è bene conoscerne le caratteristiche, i vantaggi e gli svantaggi.

Gli alimenti in scatola possono essere utili per dare più sapore ad altre verdure fresche con poche calorie. Oltre al tonno naturale, al salmone o alla carne in gelatina, prova ad arricchire un’insalatona con fagioli, ceci o mais. E ancora: con una scatoletta da 80 g di tonno al naturale, con un po’ di pomodoro in scatola e una dose media di pasta puoi pre­parare un piatto unico completo con sole 400 calorie, da condire con un cucchiaino d’ olio d’oliva a crudo. Siamo abituati a guardare con attenzione ingredienti e date di scadenza dei prodotti freschi. Per quanto riguarda quelli in scatola bisogna fare ancora più attenzione, per decifrare con precisione l’etichetta e in generale informazioni riportate sulla confezione.

Scopri di più

Più vitamina D, meno tumore del colon-retto

vitamina_d

Le persone con alti livelli di vitamina D nel sangue presentano una percentuale di rischio del 40% in meno di sviluppare il tumore del colon-retto rispetto a chi non gode di questa caratteristica. Ad affermarlo è un gruppo di ricercatori dell’International Agency for Research on Cancer di Lione,  il cui studio è stato pubblicato sul British Medical Journal.

I 520mila partecipanti alla ricerca, tutti provenienti dall’Europa occidentale, sono stati osservati per un periodo di sei anni (dal 1992 al 1998) attraverso il monitoraggio del loro stile di vita, della dieta e delle analisi del sangue; al follow up oltre un migliaio di essi (1248 per l’esattezza) avevano sviluppato il cancro del colon e tutti i soggetti che si erano ammalati presentavano livelli ematici di vitamina D significativamente inferiori rispetto a chi era rimasto sano.

Scopri di più

Liposuzione, quando è il caso di farvi ricorso?

liposuzione

La liposuzione è una tecnica chirurgica che, più di ogni altra, ha riscosso negli ultimi anni il favore della popolazione femminile; come molte di voi sanno, questa tipologia di intervento, cui ci si riferisce attualmente anche con i termini di liposcultura o lipoaspirazione, consiste nell’asportazione localizzata di parte del grasso sottocutaneo mediante l’utilizzo di una cannula aspiratrice che viene inserita nei tessuti dopo aver praticato su di essi alcune piccole incisioni. Oltre a permettere di perdere peso, questa tecnica viene impiegata anche a fini estetici soprattutto per il rimodellamento del profilo corporeo e deve essere operata da un medico esperto in day hospital.

Tuttavia, nonstante sembri mantenere le promesse, la liposuzione non è una tecnica esente da rischi, nè è adatta a tutte e circostanze; esistono infatti tutta una serie di requisiti dei quali la candidata ideale deve essere in possesso se si vuole ottenere il miglior risultato possibile non solo in termini di dimagrimento, ma anche di rimodellamento e tonicità dei tessuti.

Scopri di più

Dimagrire mangiando cibi a medio e basso indice glicemico (terza settimana)

dimagrire abbassando indice glicemico

Nell’ultima settimana di cura fai attenzione all’indice glicemico (IG) degli alimenti, ossia alla velocità con cui un cibo fa aumentare glicemia, insulina e peso. Sono da evitare alimenti con ig elevato quindi:

Zucchero, birra, fecola di patate, farina di riso, patate al forno, patatine fritte, pane bianco, riso cotto, carote cotte, farina bianca, mais, latte di riso, pop corn, rapa cotta.

Cibi con IG medio 3-4 volte la settimana: Riso basmati, cachi, kiwi, muesli (senza zucchero), pasta integrale, riso integrale, cuscus integrale, farro integrale, kamut integrale, piselli in scatola, segale.

Ecco cosa puoi mangiare senza problemi: Fagioli, yogurt, piselli, ceci, ricotta, lenticchie, pomodori, mele pere, prugne e – ogni tanto – un pezzettino di salsiccia!

Scopri di più

Per riattivare il metabolismo evitare per 7 giorni zucchero e farine bianche (seconda settimana)

riattivare il metabolismo

I carboidrati raffinati, ossia lo zucchero raffinato e i carboidrati ottenuti privando la farina integrale della parte più esterna (crusca), sono dei veri killer per il metabolismo; hanno un assorbimento rapido e sono tra i principali imputati dei picchi di glicemia e in­sulina. Inoltre, il fatto di essere stati privati della crusca li rende biologicamente “morti” e pericolosi per la funzionalità intestinale. Per 7 giorni, quindi, elimina lo zucchero bianco (sostituiscilo col miele) e dimezza le porzioni di pasta, pane, pizza, preferendo in ogni caso i cereali integrali biologici. A tavola, per 7 giorni, prova a sostituire i carboidrati raffinati con carboidrati integrali diversi dal frumento (avena, segale, kamut, grano saraceno, ecc….).

Oltre ad apportare fibre, sono una delle principali fonti di cromo, un oligoelemento che è indispensabile per la regolazione del metabolismo e che favorisce l’azione dell’insulina, riducendo la glicemia e impedendo i ristagni e la formazione di cuscinetti. Cerca di assumere almeno 100gr di cereali integrali al giorno.  Le farine scure sono quelle più ricche di fibre e sapore: più le mangi e più riesci a disabituarti ai cereali raffinati (quelli bianchi) e agli zuccheri industriali, che fanno impennare insulina e glicemia.

Scopri di più