E’ piuttosto comune che, nonostante una forma fisica invidiabile, alcune persone si percepiscano più “pesanti” di quanto in realtà non siano. Questo anche se non sono affette da disturbi del comportamento alimentare nei quali , come è noto, la cosiddetta dismorfofobia interviene a distorcere pesantemente la percezione del proprio corpo riflesso allo specchio.
Infatti, secondo uno studio condotto presso lo University College di Londra dal dottor Micheal Longo e collaboratori e pubblicato sulla rivista Pnas (Proceedings of the National Academy of Sciences), il cervello può arrivare a percepire il corpo più grande di ben due terzi della sua dimensione reale, il che, tradotto in pratica, vuol dire che più o meno tutti guardandoci allo specchio ci vediamo più grassi di ben due taglie.
Nel corso dello studio è stato chiesto a diciotto volontarie di mettere la loro mano sinistra sotto un tavolo, al di fuori quindi della loro vista, e di indovinare la lunghezza delle dita, la posizione delle nocche o la distanza tra indice e pollice in modo da ottenere un disegno mentale della mano da confrontare poi con le dimensioni reali di questa. Bene, dal confronto dei dati ottenuti è emerso che nella maggior parte dei casi la stima delle dimensioni corporee fatta a memoria ingigantiva addirittura del 69% la distanza tra indice e pollice mentre vedeva ridotta di oltre il 27% la lunghezza delle dita.