Contro la fame nervosa usa willow

 

Diffuso nelle zone umide, lungo i corsi d’acqua e vicino alle paludi, il salice giallo e un albero alto ed elegante dalla crescita rapidissima. Con le sue piccole foglie strette e lanceolate, che ondeggiano sui rami lunghi e flessibili dal tipico colore giallo-uovo, questa pianta trasmette un’impressione di continuo movimento ed energia. Un’a­naloga carica di energia è attivata da Willow, il fiore di Bach preparato con i fiori del salice.

Il rimedio preparato con le infiorescenze del salice giallo scioglie la collera che spesso cerchiamo di compensare con le abbuffate. Riattivando anche stomaco e intestino. Non  c’è niente di più dannoso per la linea che sedersi a tavola arrabbiati o nervosi. Quando si è di malumore, infatti, il cibo rischia di diventare una “valvola di sfogo” del risentimento, che spinge a mangiare in modo esagerato quasi a voler scaricare tutta la frustrazione accumulata.

A questa forma di “fame rabbiosa” vanno soggette, in particolare, certe persone permalose, che si offendono e “se la legano al dito” per qualunque osservazione o giudizio nei loro confronti. E quando qualcosa va storto nella loro vita quotidiana se la prendono eccessivamente, rimuginando in silenzio e sentendosi vittime della sfortuna. Il rischio, in questa casi, non è solo quello di cercare un ingannevole “risarcimento” alimentare ma anche e  somatizzare l’amarezza e il rancore sullo stomaco e sul fegato.

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I fitoestrogeni, ormoni naturali

Sotto il nome di fitoestrogeni, o estrogeni vegetali, vanno alcuni composti contenuti in circa 300 piante; devono la propria denominazione al fatto di essere dotati di azione estrogenica, ovvero di una struttura molecolare e meccanismi di azione simili a quelli degli ormoni femminili, seppure con una efficacia decisamente più debole.

I fitoestrogeni hanno riscosso l’interesse della ricerca scientifica poichè si è osservato che nei paesi in cui è maggiore il consumo di cibi ricchi di tali componenti vi è una minore incidenza di patologie quali tumore mammario, uterino e intestinale, aterosclerosi e osteoporosi nonchè di disturbi legati alla menopausa, quali vampate di calore, atrofia tissutale e secchezza vaginale. Il dato riguarda in particolare le popolazioni orientali, la cui dieta giornaliera è particolarmente ricca di soia, vegetale dal notevole contenuto di isoflavoni, una delle due classi di fitoestrogeni dei quali è stato dimostrato l’effetto benefico sull’organismo umano.

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Integratori in menopausa, un valido aiuto

integratori in menopausa

Con il termine menopausa si fa riferimento a quel periodo della vita della donna che coincide con la cessazione definitiva dei cicli mestruali e ovulatori; in coincidenza con questa fase, che inizia all’incirca intorno ai 50 anni di età, la donna comincia ad accusare tutta una serie di sintomi ascrivibili principalmente alla caduta del livello degli estrogeni, primi fra tutti le classiche “vampate di calore”, che interessano l’80% delle donne in menopausa fisiologica e il 90% di quelle che hanno subito un’isterectomia.

Allo stesso modo, l’abbassamento del livello degli estrogeni è responsabile anche di disturbi quali l’osteopenia e l’osteoporosi, la cui insorgenza si deve all’acceleramento del processo di demineralizzazione delle ossa, nonchè della diminuita vascolarizzazione ed elasticità dei tessuti vulvari e vaginali. Quando possibile, allo scopo di alleviare alcuni dei sintomi appena descritti, il ginecologo prescrive una terapia ormonale sostitutiva a base di estrogeni, ma purtroppo questo tipo di terapia ha delle controindicazioni che non ne rendono sempre possibile l’impiego.

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Piante contro cellulite e ristagni linfatici: pino, visco e pungitopo

A gennaio le basse temperature del periodo invernale affaticano la circolazione e ren­dono più evidenti ristagni, cedimenti e cellulite. E non è tutto: perché un «grosso colpo» alla funzionalità del circolo e alla linea è dato anche dalla dieta ricca di grassi e zuccheri che ha caratterizzato tutto il mese di dicembre, quando – complici le feste – risulta estrema­mente difficile sottrarsi alle “trappole” alimentari, che fra l’altro caricano anche il sangue di grassi, colesterolo e tossine. Questo complesso di fattori ha una serie di im­portanti conseguenze a livello estetico: un cuore che pompa a rilento e una cattiva circolazione ren­dono opaca e grigia la cute, ossigenano male i tes­suti e li espongono all’aggressione dei radicali libe­ri, aprendo col tempo la strada a disturbi come ri­tenzione idrica e depositi adiposi.

Per dare una mano al sistema circolatorio, in questo periodo l’ideale sarebbe tenere il più possibile il corpo libero, non costretto da calze, pantaloni o altri indumenti pesanti, in modo da velocizzare i flussi sanguigni e garantire una buona traspirazione cutanea. Ma visto che d’in­verno stare scoperti è impossibile, è più semplice mettere in atto una cura basata su quattro piante tipicamente invernali e sempreverdi: il pino, il vischio, la thuja e il pungitopo. Conosciamole meglio.

La thuja:  L’estratto omeopatico in granuli di questa generosa conifera è adatto soprattutto se arrivi a gennaio, dopo le feste, con il corpo appesantito e intossicato da dieta grassa e sovraccarico di stress. In genere, la parte superiore del tuo corpo è snella e i chili di troppo (spesso con cellulite) sono concentrati su fianchi e cosce. Sei freddolosa, detesti il brutto tempo e per questo a gennaio tendi a mangiare dolci fuori pasto per “tamponare” il disagio? Thuja ti aiuta a dísintossìcarti e a riattivare il drenaggio linfatico; per un mese prendine 5 granuli al giorno per riequilibrare i disordini metabolici causati da stanchezza e dieta squilibrata.

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Contro il colesterolo, più frutti rossi!

E’ italiana  la nuova ricerca che conferma le virtù degli antociani, antiossidanti naturali  presenti in molti vegetali ai quali conferiscono la tipica colorazione che va dal rosso al blu. Secondo questo studio condotto da Chiara Tonelli, del Dipartimento di Scienze biomolecolari dell’Università di Milano, e presentato a Venezia al quinto Convegno Mondiale sul Futuro della Scienza, gli antociani non solo sono in grado di contrastare malattie cardiovascolari e tumori, ma anche obesità e diabete; questi antiossidanti della famiglia dei flavonoidi infatti, sono in grado di abbassare i livelli di infiammazione che sono spesso alla base di una serie di malattie, tra cui quelle metaboliche.

Sa­rebbero più di 600 i geni influenzati e modificati  dall’azione degli antociani, molti dei quali implicati nello sviluppo di obesità e diabete. Tra gli alimenti più ricchi di queste preziose so­stanze si possono citare mirtilli, arance rosse, ciliegie e melagrana. Quest’ultima in particolare, è già conosciuta per le sue proprietà anti-aterosclerosi, in quanto in grado di contrastare l’accumulo nell’organismo di colesterolo LDL (quello cattivo) e anti diabete, poiché i suoi zuccheri, secondo numerosi studi, non sembrano in­fluire negativamente sulla malattia diabetica.

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Dimagrire dopo le feste di Natale usando spezie ed erbe

spezie ed erbe in cucina

Come dimagrire dopo le feste

Di seguito vi forniamo una lista utile (speriamo!) di erbe da utilizzare nelle preparazioni dei cibi di tutti i giorni. Il Natale appena trascorso ci ha lasciato qualche chilo in più? Nessun problema: con una sana alimantazione e un pò di attività fisica ritorneremo in gran forma. Limitiamo sopratutto i condimenti ed insaporiamo i cibi con le erbe e le spezie!

Alloro: Si usa nella cottura dei legumi, per insaporire sughi, intingoli, pesce e selvaggina.
Aneto: Simile al finocchio e al finocchietto selvatico ma più delicato. Ottimo con il pesce, spesso abbinato al salmone, ma anche con formaggi freschi ed omelette. Usato generalmente nelle marinate e per arricchire sughi per la pasta.
Basilico: Ottimo nei sughi e in tutte le preparazioni a base di pomodoro. Si usa nelle insalate spezzettato, in piatti di verdure e carne.
Borraggine: Il suo gusto è simile al cetriolo. Si usa con verdure bollite e al burro, burro aromatico, formaggio morbido, zuppe di verdura.

Cerfoglio: si usa nei filetti di pesce e crostacei, pesce e molluschi bolliti, minestre cremose, piatti a base di uova, carni bianche, salse delicate al burro, formaggi freschi e insalate verdi.
Erba cipollina:  Di gusto simile alla cipolla, aromatizza formaggi freschi, patate, zuppe, piatti a base di uova Maggiorana: Molto versatile in cucina. Simile all’origano ma un poco più delicata. Si usa fresca su minestre, zuppe, verdure, formaggi freschi, uova e carne.

Melissa: Insaporisce insalate e zuppe. Componente di infusi e tisane dal potere calmante e distensivo.
Menta: Dal gusto fresco, viene spesso usata nella preparazione di gelati, semifreddi in abbinamento a frutta. Si usa a crudo in insalate o con zucchine stufate. Ottima come infuso rinfrescante e distensivo.
Origano: Si usa secco su piatti a base di pomodoro, abbinata a verdure in padella e piatti a base di uova, ma anche con carne, patate e pesce.
Prezzemolo: Insaporisce legumi, pesce, insalate di mare, patate. Molto versatile in cucina da usare rigorosamente a crudo perché ricco di vitamina C.

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Acai Berry, anti-ossidante prima che dimagrante.

Visto il grande interesse sulle famose Bacche di Acai, suscitato dall’argomento fra i nostri lettori, ci sembrava doveroso tornare a parlare di loro; sono in molti infatti a chiederci maggiori informazioni non solo circa la possibilità di acquistarle on line, cosa che, precisiamo subito, non rientra fra gli scopi del nostro blog che rimangono esclusivamente divulgativi, ma anche, e soprattutto, a proposito delle loro presunte proprietà dimagranti.

Da qualche tempo infatti un sapiente battage pubblicitario tenta di promuovere l’acai come valido ausilio per ottenere il tanto sospirato dimagrimento; in realtà però sono in pochi a sapere che se l’azione dimagrante dell’acai di certo non è pura invenzione, non è affatto il principale beneficio apportato da questo curioso frutto tropicale: in altre parole se è vero che la bacca di acai, assunta come integratore nell’ambito di una dieta corretta e bilanciata e di uno stile di vita attivo, aiuta a mantenersi in forma, quel che appare più importante agli esperti è la sua capacità di dare energia e concentrazione e contrastare l’invecchiamento precoce grazie al forte contenuto di sostanze anti-ossidanti, caratteristica nutrizionale che appare attualmente l’unica, insieme al contenuto di vitamine E-A-K-D e minerali, ad essere scientificamente provata.

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Una tazza di caffè al collagene per rimanere giovani e belli!

 

caffè al collagene

C’è un rapporto causa- effetto tra quello che mangiamo e il panorama estetico dei nostro corpo?  I produttori di una nota marca di caffè in bustina dicono di sì. E a Singapore hanno pensato di lanciare in via sperimentale il primo “caffè al collagene“. Una bevanda liofilizzata che, per l’appunto, contiene tra gli ingredienti anche una discreta percentuale della nota proteina, che costituisce non solo il 70% del derma, ma anche di capelli, cartilagine, dischi intervertebrali, ossa, tendini e di altre strutture fondamentali dell’organismo. Commenta Damiano Galimberti, nutrizionista e presidente dell’Associazione Medici Italiani Antiaging

 «L’aging erode progressivamente le naturali capacità dell’organismo di sintetizzare collagene. Quindi il compito di fornire nutrienti ed extranutrienti che ne supportino l’ottimale produzione spetta all’alimentazione quotidiana, al di là di questi super-cibi o bevande “addizionate” che a più riprese vengono lanciate sul mercato».

Tra le sostanze amiche del collagene, in prima linea c’è la vitamina C; agrumi, kiwi, frutti di bosco, peperoni e tutti i vegetali a foglia verde consumati crudi, insieme alla rosa canina e al frutto di camu-camu (una pianta amazzonica) in estratto secco, sono tra le migliori fonti della preziosa vitamina, che però, per essere utilizzata ha bisogno del rame, oligoelemento che, tra l’altro, contribuisce a tenere unito il collagene all’elastina.

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Con buttercup eviti le abbuffate dei cenoni e aperitivi

buttercup contro cenoni natalizi e aperitivi

Dicembre è il mese più pericoloso perla linea, visto il gran numero di occasioni conviviali in cui si è coinvolti: brindisi con amici e colleghi, pranzi natalizi in famiglia, cenoni di Capodanno, con relative offerte di panettone e bevande ipercaloriche. Il rischio è quello di accumulare 3-4 chili in pochi giorni, specialmente se non si sa dire di “no” all’insistenza altrui e si prova imba­razzo all’idea di rinunciare a mangiare mentre si sta in compagnia. Questo problema è particolarmente sentito da certe persone insicure e timorose del giudizio degli altri, che tendono ad adeguarsi alle abitudini o alle mode del momento.

Un ottimo rimedio in questi casi è costituito da Buttercup un fiore californiano indicato per attivare la fiducia e la forza di volontà, evitando di cedere a inutili lusinghe dannose per il peso forma. Il fiore è utile:

  • nei soggetti insicuri che non sanno dire di no e si fanno sempre convincere dagli altri
  • in caso di scarsa autostima e complessi di inferiorità
  • se si mangia troppo per adeguarsi a mode o all’insistenza altrui
  • per chi si sente diverso a causa del soprappeso e si abbuffa per tamponare il disagio
  • per placare la fame nervosa che tende ad aumentare durante le feste

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Ottimi brucia grassi: cardo e cavolo

cardo e cavolo brucia grassi

Sicuramente il fegato è un organo centrale del metabolismo. E’ deputato alla trasformazione e all’immagazzinamento dei principi nutritivi (carboidrati, proteine e grassi) introdotti con la dieta, alla detossíficazione delle sostanze nocive e alla loro trasformazione in prodotti di scarto. Questi ultimi vengono poi immessi nella bile, attraverso la quale raggiungono l’intestino per essere eliminate. Tra i segnali iniziali di un sovraccarico del fegato possono esserci stanchezza, sonnolenza, sbadigli frequenti, pigrizia, umore depresso.

Il peso può essere normale (ma poco alla volta inizia ad aumentare) oppure si avverte un gonfiore diffuso. In seguito, si modifica l’attività intestinale, con alterazioni dell’aspetto delle feci o della frequenza delle evacuazioni (stipsi e/o diarrea, anche alternate). La pancia è tesa e dolente e può esserci steatosi (accumulo di grasso nel fegato), aumento del livello di cole­sterolo nel sangue, aumento delle transaminasi.

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Rigenerare la flora intestinale con limone e lycopodium

ripristinare la flora batterica

La stipsi che determina sovrappeso, gonfiore e rallentamento metabolico si risolve – oltre che con la depurazione – rigenerando la flora batterica. Questa patina di “batteri buoni” che conservano sano e attivo l’intestino è infatti di fondamentale importanza per mantenere regolare l’evacuazione, conservare la pancia piatta sgonfia e assimilare il cibo in maniera corretta evitando che si trasformi in adipe. Per la seconda settimana di cura, ci concentre­remo quindi sui rimedi che rivitalizzano la flora batterica ed eliminano le fermentazioni.

Il limone è uno dei più potenti disintossicanti naturali; ricchissimo di vitamina C aiuta soprattutto il fegato a neutralizzare le tossine, evitando che si riversino nel tratto intestinale. Al mattino, circa 10 minuti dopo avere bevuto il bicchiere d’acqua naturale, assumi il succo di limone intiepidito (scegli limoni possibilmente biologici) nel modo seguente: un cucchiaino il primo giorno, 2 cucchiaini il secondo giorno e così via fino ad assumere il succo di mezzo limone. Attenzione! Un inconveniente possibile della cura è l’acidità di stomato: in questi casi è sufficiente diluire il succo in un bicchierino d’acqua per ridurne la potenziale azione irritante.

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Sweet chesnut contro voglia di dolci in inverno

sweet chestnut

Sweet chestnut è il castagno, un albero maestoso diffuso da secoli in tutta l’area mediterranea. Le gocce estratte dalle infiorescenze del castagno sono il rimedio adatto per evitare le crisi di fame associate a tristezza e senso di vuoto interiore. Quando ci si sente giù di morale, come accade durante i  mesi freddi, viene spontaneo allungare le mani su qualcosa di dolce e consolatorio come pasticcini, cioccolata, caramelle o biscotti.

Tali situazioni comportano, molte volte il disinteresse  per la vita sociale e un’improvvisa pigrizia e inattività, con la pericolosa tendenza a lasciarsi andare e a non curarsi più del proprio aspetto fisico. In questi momenti un valido sostegno è offerto da Sweet Chesnut, un fiore di Bach utile in tutti gli stati di sofferenza emotiva che rischia di trasformarsi in fame. Grazie alla sua potente vibrazione energetica, l’essenza di Sweet Chestnut aiuta a risvegliare la voglia di vivere e a ritrovare in se stessi (e non nel cibo) le risorse per reagire.

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Dieta dissociata: attenzione all’insulina

attenzione all'insulina nella dieta dissociata

A volte, dopo una dieta, si inizia a dimagrire ma ad un certo punto la bilancia si blocca. Più ci si fissa sull’io di dover perdere altri chili e più il corpo si ribella. Ma attenzione anche alla dieta dissociata. Uno dei tanti luoghi comuni da sfatare è quello secondo cui la dieta dissociata consista essenzialmente nel non mangiare carboidrati, proteine e frutta acida nello stesso pasto.

 Bisogna ricordare che questo tipo di dieta prevede altre quattro regole:

  1. mangiare prevalentemente frutta e verdura
  2. limitare la quantità giornaliera di proteine, amido e grassi
  3.  mangiare cereali integrali e non raffinati
  4. lasciare passare almeno 4 ore tra pasti diversi.

Dall’altra parte, però, il limite più grande di questa dieta è insito proprio nel principio cardine: mangiare i carboidrati da soli, magari con sola verdura, provoca eccessivi picchi di insulina, responsabili per esempio della fame nervosa e di al­terazioni croniche del metabolismo su base ormonale. Un regime alimentare buono è invece quello in cui ogni singolo pasto prevede un giusto equilibrio tra i vari nutrienti (40% di carboidrati, 30% di proteine e 30% di grassi).

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Dieta in menopausa: florizina e isoflavoni della soia

florizina e isoflavoni

Nella donna, fino ai 30 anni, la concentrazione ormonale è caratterizzata da una rapida e co­stante impennata; in seguito e fino alla menopausa il livello estrogenico inizia a diminuire in modo lento e irregolare. E queste impercettibili oscillazioni della concentrazione ormonale sono il principale responsabile della comparsa di accu­muli di adipe in alcuni punti critici come braccia e fianchi. Oggi la ricerca ha individuato le sostan­ze che aiutano a dimagrire anche dopo i trent’an­ni.

Sono la florizina e gli isoflavoni della soia. La florizina e gli isoflavoni della soia contribui­scono a compensare gli effetti di un quadro or­monale non equilibrato. Questo permette ai messaggi veicolati dagli ormoni di raggiungere correttamente gli organi, proprio come succe­deva prima dei trent’anni, e di “ricordare” al corpo come faceva a dimagrire quando era più giovane. Questo porta non solo ad un evidente dimagrimento, ma addirittura ad una redistribu­zione armoniosa delle masse grasse del corpo.

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I probiotici nell’alimentazione quotidiana: cosa sono e a cosa servono

probiotici

La flora batterica intesti­nale è stata paragonata a un “organo nascosto e dimenticato” che nel suo insieme in un uomo adulto può pesare fino ad 1,5 kg. I microrganismi che la costituiscono assolvono molti compiti fondamen­tali per la vita, come l’assorbimento di sostanze nutritive, la produzione di vitamine ed una importante azione sinergica con il sistema im­munitario: nel colon, infatti, si tro­vano circa 33 milioni di batteri per centimetro quadrato!

L’intestino, in realtà, è sterile alla nascita ed è stato paragonato ad uno stadio con miliardi di posti a sedere vuoti. Poco dopo il parto, i batteri presenti sia nella madre sia nel­l’ambiente circostante iniziano subito a occupare il posto disponibile, lasciando così poco spazio a po­tenziali germi patogeni. La flora batterica intestinale così, già a partire dai primi momenti di vita extra-uterina, quando inizia a formarsi, funziona come una bar­riera difensiva, capace di modificare l’ambiente intestinale rendendolo sfavorevole alla proliferazione degli agenti patogeni.

La composizione della flora batterica non rimane sempre stabile durante le fasi della vita: la concentrazione delle varie specie che la compongono può temporanemente, variare per ef­fetto di diversi fattori ambientali, fi­siologici e patologici. Il primo grande cambiamento av­viene con lo svezzamento, quando essa si adatta e muta, pur mantenendo la sua fisionomia di base. In ogni caso la flora definitiva del­l’uomo è costituita principalmente da batteri anaerobi (per esempio Bacteroides, bifidobatteri) che sono molto più numerosi di quelli aerobi (come Escherichia e lattobacilli). L’importante, però, per il benessere dell’intero organismo è l’equilibrio tra le diverse specie della flora bat­terica. In essa, infatti, sono presenti essenzialmente 3 grandi gruppi:

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Resveratrolo, ovvero salute e bellezza in un acino d’uva

resveratrolo nel vino

Il resveratrolo è un composto presente negli acini d’uva, nelle bacche, nel vino e in alcuni semi oleosi come le noccioline americane e i pinoli, che possiede numerose qualità: basti pensare che nella medicina asiatica viene usato per curare i disturbi del cuore e del fegato.

Il resveratrolo è presente nella buccia dell’acino d’uva, per questo, nel vino è più o meno presente a seconda di quanto viene fatto fermentare insieme alla bucce, e poi dipende anche da come viene coltivata l’uva. La quantità ideale di resveratrolo nell’organismo è di circa 50 mg, questo significa che per ottenerla dovremmo bere al giorno alcuni litri di vino rosso, in quanto la sua concentrazione è di solito piuttosto bassa. Ovviamente, questo non è possibile e non solo perché ci ubriacheremmo, ma soprattutto perchè bere molto vino determina la comparsa di serie malattie, prima fra tutte la cirrosi epatica.

Ma non vi preoccupate: godere dei benefici del resveratrolo non è difficile, perché basta assumerlo sotto forma di compresse come integratore alimentare, oppure utilizzarlo per la cura del viso e del corpo come ingrediente di creme e lozioni.

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