Pasti veloci e poco equilibrati per i lavoratori italiani

Il lavoro è frenetico e la vita domestica piena di impegni. Risultato? Il tempo dedicato alla cura dell’alimentazione è risicato e il corpo ne risente. Sono in aumento i pasti veloci e fuori casa, in orari sempre più vari e scarsa dedizione alla preparazione del cibo. Purtroppo queste cattive abitudini destrutturano i pilastri portanti della Dieta Mediterranea, da poco entrata nei patrimoni dell’Unesco, e fondamenta della nostra cultura.

Questo è il risultato di uno studio commissionato dal Barilla Center for Food & Nutrition al sociologo Claude Fischler a capo del Centro Edgar Morin e presentato al secondo Forum sull’alimentazione in programma a Milano, all’Università Bocconi.  La ricerca ha presentato dati molto concreti e davvero sorprendenti: pensate che su circa 105 milioni di pasti al giorno, il 76% viene consumato in casa, mentre il 24% fuori casa. In soldoni, un quarto dei pasti.

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Osservatorio Inhes per monitorare la dieta e gli stili di vita degli italiani

Studiare le scelte alimentari degli italiani, capire come queste influenzano la salute e lo stile di vita. Da oggi è possibile perché è nato un nuovo strumento: l’Osservatorio Inhes (Italian Nutrition & Health Survey), un nuovo osservatorio epidemiologico sulla dieta e gli stili di vita della popolazione. È stato creato dagli esperti dell’Università Cattolica di Campobasso. Lo scopo principale è quello di capire se gli italiani sono in linea con il Modello Alimentare Mediterraneo.

Come sappiamo la dieta Mediterranea è stata dichiara patrimonio dell’Unesco, però in molte occasioni è stato anche detto che l’alimentazione dei nostri concittadini è diventata troppo proteica, mettendo in pericolo tutte le qualità che invece comporta una dieta ricca di frutta e verdura. Inhes ha focalizzato la sua attenzione sull’analisi del comportamento alimentare degli italiani (dettagliato per luogo e per età) per aiutare le persone con indicazioni realmente efficaci.

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Le donne in sovrappeso sono a rischio osteoporosi

Bisogna fare attenzione ai chili di troppo non solo per questioni estetiche, ma anche per la salute delle ossa. A sostenere questa teoria è una ricerca statunitense, presentata al meeting della Radiological Society of North America, che ha dimostrato che le donne ‘a mela’, cioè con più grasso intorno all’addome, sono più a rischio di sviluppare l’osteoporosi di quelle ‘a pera’, con i fianchi larghi. Pensare che è una convinzione abbastanza diffusa quella di credere che essere in sovrappeso protegga le signore da questa malattia, tipica della menopausa.

La ricerca ha preso in considerazione 50 donne in sovrappeso, con un indice di massa corporea intorno a 30, e in età pre menopausa. Le analisi sono state effettuate per determinare la distribuzione del grasso nel corpo e la loro densità ossea. È stato messo l’accento sulle signore con più grasso viscerale, collocato nella cavità addominale, perché hanno mostrato una densità ossea più bassa, uno dei principali indicatori del rischio di osteoporosi.

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Le cinque diete dimagranti più pericolose per la salute

Le diete dimagranti possono essere rischiose per la salute. Lo abbiamo detto diverse volte che seguire regimi molto rigidi, magari senza l’aiuto di un nutrizionista, può essere pericoloso, perché si possono creare delle carenze nutritive gravi o danneggiare il funzionamento del metabolismo. A lanciare l’allarme, in quest’ occasione, è  dell’Agenzia di sicurezza sanitaria alimentazione, ambiente e lavoro (Anses) della Francia che in un uno studio ha messo in evidenza i danni che possono provocare alcune diete.

Il dito è stato puntato verso le note  Atkins, Dukan, Montignac, Weight Watchers. Tutte, secondo gli esperti francesi, comportano uno squilibrio importante a livello di vitamine, di minerali e dei macronutrienti (lipidi, glucidi e proteine). L’Anses sostiene, inoltre, che nell’80% delle diete l’assunzione di proteine è superiore all’apporto consigliato. E che nel 95% dei casi, dopo aver seguito questi piani di dimagrimento, le persone tendono a riacquistare subito peso.

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La dieta anti-influenza a base di vitamina C

In tutte le regioni d’Italia si sono abbassate le temperature e, secondo le previsioni, ci sarà un ulteriore ribasso; questo peggioramento causerà un aumento dei malanni di stagione, come raffreddore e mal di gola. Fermo restando che contro l’influenza c’è poco da fare se non mettersi sotto le coperte al caldo, è possibile cercare di prevenirla con un’alimentazione a base di vitamina C.

Oggi, quindi, vi presenteremo la dieta anti-influenza a base di vitamina C che, oltre a proteggervi dai malanni di stagione vi aiuterà a rimanere in linea, il che, soprattutto in previsione del Natale, non è un fatto da trascurare.

La vitamina C è da sempre nota per le sue capacità di aumentare le difese dell’organismo e per le sue proprietà antiossidanti contro i radicali libri, i principali responsabili dell’invecchiamento di organi e tessuti. Da non trascurare è anche il fatto che la vitamina C favorisce l’utilizzo dei carboidrati e la sintesi di grassi e proteine, oltre a facilitare l’assimilazione del ferro e dell’acido folico.

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Festività e Ansia: attenzione alla linea

In alcuni periodi dell’anno è possibile riscontrare un aumento di alcuni disturbi dell’umore. Tra questi disturbi, l’ansia non tarda mai a presentarsi all’appello di Natale! I disagi legati all’ansia hanno una forte ricaduta su due aree di vita della persona: ritmo sonno-veglia e alimentazione.

Nel caso di ansia il ritmo sonno-veglia è turbato da un’insonnia precoce (difficoltà ad addormentarsi) mentre rispetto alla sfera alimentare è possibile notare una tendenza a mangiare di più e in maniera più disordinata. Quali possono essere le cause che fanno sì che, durante le feste natalizie, ci sia una tendenza a sperimentare una maggiore ansia?

Tra le ipotesi che si possono avanzare abbiamo l’alterazione della routine quotidiana. Le vacanze natalizie, con tutta la loro frenesia (corsa ai regali, inviti, ecc.), ci spingono spesso a cambiare le nostre abitudini giornaliere comprese le abitudini alimentari. In genere ogni cambiamento del proprio stile di vita porta la persona a sperimentare stress che, se non gestito in maniera adeguata può condurre verso vissuti di ansia e l’ansia si sa che è tra i principali nemici della linea!

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Donne in sovrappeso: il 25% si vede più magra di quanto sia in realtà

Le donne sono sempre attente al loro aspetto, ma spesso non si guardano con gli occhi della verità. Capita a una signora su quattro in sovrappeso che purtroppo è convinta di essere più magra di quanto sia in realtà.  A rivelare questo vizio è un sondaggio condotto dall’Università del Texas (Usa) e pubblicato su Obstetrics and Gynaecology da cui emerge che il 25% delle donne con qualche chilo in più non ha consapevolezza di essere fuori peso forma. Tra le donne di corporatura “normale”, invece, è solo il 16% a male interpretare la propria forma fisica.

Non si tratta di una questione estetica, piuttosto non essere consapevoli del proprio corpo vuol dire incorrere in eventuali problemi di salute, come l’obesità. Lo studio ha rilevato, in particolare, che le donne ispaniche e afroamericane in sovrappeso pensano di essere magre rispetto al 15% delle donne bianche fuori peso forma.

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Il succo di pomodoro tiene lontano l’osteoporosi

Per tenere lontana l’osteoporosi ci vogliono due bicchieri di succo di pomodoro al giorno. Questa la scoperta dei ricercatori dell’Università di Toronto che hanno analizzato le virtù della verdura simbolo dell’Italia. Secondo gli esperti, ciò che permettete a questo concentrato di essere così importante è il licopene, una molecola già conosciuta perché previene il tumore alla prostata. La ricerca, pubblicata dalla rivista Osteoporosis International, ha esaminato 60 donne fra i 50 e i 60 anni che avevano già raggiunto la menopausa.

I test sono stati fatti in due fasi diverse, nella prima le signore hanno dovuto eliminare dalla loro dieta tutti i derivati del pomodoro per un mese. Questo ha provocato un aumento nel sangue del livello di N-telopeptide, una molecola prodotta quando le ossa si fratturano. Per i successivi quattro mesi, le pazienti sono state divise in quattro gruppi: il primo ha assunto del normale succo di pomodoro, il secondo del succo con un contenuto extra di licopene, il terzo delle pillole della sostanza e l’ultimo del semplice placebo.

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Legumi: tutte le proprietà

Si dice spesso che l’alimentazione dei mesi freddi sia più elaborata e pesante di quella estiva, in realtà non è proprio così, in quanto l’autunno e l’inverno offrono degli ottimi nutrimenti, perfetti per il benessere dell’organismo e della linea. Ne sono un esempio i legumi, che rappresentano uno degli ingredienti principali di minestre e zuppe e che, oltre ad essere energetici pur senza contenere troppi grassi, forniscono diversi nutrienti essenziali per la salute.

Le proprietà dei legumi

I legumi sono un’ottima fonte di proteine, ne contengono tantissime, quasi quanto la carne, poi sono ricchi di fibre, di aminoacidi essenziali, di vitamine e di sali minerali, soprattutto ferro, calcio e fosforo; pur essendo molto energetici, i legumi contengono pochi grassi e non fanno ingrassare, tanto che sono diventati protagonisti di una dieta tematica, ovvero la dieta dei legumi.

Ceci, piselli, lenticchie, soia, fave e fagioli, ossia i legumi più comuni, vanno consumati preferibilmente cotti, perché tramite la cottura perdono le sostanze antinutritive.

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Olio di Krill per ridurre il colesterolo

Oggi ritorniamo a parlare di rimedi contro il colesterolo alla luce di una recente ricerca condotta dall’Akershus University College di Oslo e pubblicata sulla rivista “Lipids”, secondo la quale un’alternativa all’olio di pesce per abbassare il colesterolo sarebbe data dall’olio di krill, estratto da un crostaceo che vive nell’Antartico. Gli omega 3 contenuti nell’olio di pesce sono essenziali per combattere il colesterolo, contrastare gli effetti dello stress ossidativo e prevenire le malattie cardiovascolari, con conseguenti benefici per la salute e il benessere dell’organismo.

Il krill è un piccolo crostaceo che vive in tutti gli oceani del mondo e in particolare nelle acque fredde e polari dal quale si può estrarre un olio in grado di fornire buone dosi di acidi grassi omega 3 sotto forma di fosfolipidi anziché di trigliceridi come invece fa l’olio di pesce.

L’Università di Oslo, che ha condotto la ricerca in questione con la collaborazione dell’Aker BioMarine, un’azienda che produce olio di krill, ha osservato la composizione dell’olio di pesce e quelli dell’olio di krill sul siero, per verificare le differenze degli effetti dei trigliceridi e dei fosfolipidi nei livelli plasmatici di alcuni derivati metabolici degli acidi grassi essenziali.

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Prevenire l’ipertensione, gli adolescenti consumino meno sale

Per non diventare ipertesi da adulti , gli adolescenti devono ridurre il sale aggiunto negli alimenti. Il consiglio arriva da uno studio presentato al congresso dell’American Heart Association secondo il quale sono sufficienti tre grammi di sale in meno al giorno per ridurre dal 44% al 63% il numero di giovani che da adulti saranno affetti da ipertensione. Gli autori dello studio hanno messo a punto un sistema informatico in grado di valutare gli effetti positivi per la salute derivanti da una riduzione del consumo di sale nell’adolescenza, fascia di età in cui si tende spesso a fare il pieno di cibi salati, ed hanno visto come la riduzione di un solo grammo consente una diminuzione dei valori di pressione sistolica di circa 0,8 mm Hg.

Ovviamente per incidere davvero sulla salute bisogna ridurre il sale di almeno di 3 grammi. Questo taglio infatti, secondo gli esperti, potrebbe favorire una riduzione compresa tra il 7 e il 12 per cento del rischio di malattia coronarica, tra l’8 e il 14 per cento di infarto, tra il 5 e l’8 per cento di ictus e tra il 5 e il 9 per cento della mortalità per qualunque altra causa.

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Le alternative alle uova nell’alimentazione

Le uova, croce e delizia di molti: pur essendo ricche di nutrienti, molte persone non le possono assumere perché intolleranti o per altri morivi di salute, come ad esempio chi soffre di colesterolo alto.

Per tutti questi motivi, a volte è necessario eliminare, o per lo meno ridurre le uova dall’alimentazione, sostituendole con altri alimenti altrettanto proteici e nutrienti. Prima di presentarvi questi alimenti per così dire “alternativi”, una precisazione è d’obbligo: attenzione alle cosiddette uova “nascoste”, ovvero quelle presente nella composizione di molti alimenti, quali i biscotti, i dolci, la pasta all’uovo, le salse e la maionese.

Un’ottima alternativa alle uova sono i legumi, alimenti ricchi di proteine e contenenti diversi aminoacidi perfetti da abbinare a pasta e riso; via libera, quindi, ai piatti della tradizione invernale, ossia le minestre di pasta e legumi, piatti unici in grado di fornire all’organismo tutti i nutrienti di cui ha bisogno: dalla proteine alle fibre, dai glucidi ai sali minerali passando per le vitamine.

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Perdere peso, la pasta “ripassata” o saltata in padella non fa ingrassare

Amate la pasta saltata in padella? I piatti di recupero a volte sono più buoni di quelli freschi. La maggior parte delle persone è convinta però che gli alimenti ripassati contribuiscano ad aumentare i chili di troppo. In realtà contengono meno zuccheri. A dare questa notizia è uno studio tutto italiano, il primo condotto sugli effetti della frittura nell’uomo, firmato da Sara Farnetti, specialista in Medicina interna e nutrizione funzionale del Policlinico Gemelli di Roma. Tempo fa abbiamo parlato delle patate fritte e di come questo tipo di cottura se sporadica e fatta con certi criteri non sia poi così dannosa. Oggi allarghiamo l’argomento e cerchiamo di approfondirlo con questa nuova ricerca.

Alla base del luogo comune, che sostiene che il fritto faccia ingrassare c’è che l’olio fritto o soffritto faccia aumentare la glicemia e il colesterolo, di cui tra l’altro è privo, o addirittura che sia tossico. Secondo Sara Farnetti, in realtà per tenere sotto controllo la pancetta, dove si accumulano gli zuccheri, sotto forma di grassi per l’azione dell’insulina, bisogna dare il via libera a pasta e riso ripassati in padella.

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La Giornata Mondiale del Diabete si festeggia oggi in 500 piazze

Proprio oggi si celebra la Giornata Mondiale del Diabete. Purtroppo questa malattia, insieme all’obesità, è considerata la vera epidemia del terzo millennio. La diffusione è elevatissima e continua a crescere in modo esponenziale: nel 1985 c’erano 30 milioni di diabetici, oggi siamo a 300 milioni e nel 2030 arriveremo a 435 milioni. In Italia i malati di diabete sono il 4,8%. In moltissime piazze italiane (circa 500), questa domenica, potrete trovare tanti stand con diabetologi, medici e infermieri per ricevere materiale informativo.

La società italiana di Diabetologia ha realizzato un decalogo per la prevenzione. Sono semplici regole e molto chiare da tener ben a mente. La prima cosa da fare è tener controllato il peso: in caso di sovrappeso leggero, è importante mettersi a dieta per smaltire almeno 3 chili. Poi è importante fare attività fisica. I medici consigliano mezz’ora al giorno ogni giorno (passeggiate, nuoto, bicicletta, ballo, giardinaggio).

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Diabesità, la malattia del futuro

L’epidemia del terzo millennio si chiama Diabesità. È un neologismo per raggruppare quelle persone che sono obese e/o diabetiche. Il problema è ancora più allarmante se si stima l’evoluzione che la diabesità potrebbe avere nei prossimi anni: il numero dei diabetici è, infatti, destinato a salire, a livello globale, dagli attuali 246 milioni a circa 380 milioni nel 2025. Questo il tema del convegno che si è svolto in questi giorni al Senato cui hanno partecipato la fondazione Adi e l’associazione Diabete Italia.

I dati che sono stati diffusi in quest’occasione hanno davvero mostrato una fotografia preoccupante: un italiano su due ha problemi di peso, con il 34,2% in sovrappeso e il 9,8% obeso. Un esercito di 4 milioni 700mila italiani obesi, cui fanno da contraltare i 4 milioni di italiani affetti da diabete. Il problema grave sta poi per quelle persone che oltre a essere in sovrappeso hanno anche la malattia, figlia ovviamente della situazione legata ai chili di troppo.

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Obesità, la strategia per perdere peso di Zoe Harcombe

Le regole alimentari per combattere l’obesità e i problemi di peso sono sempre le stesse: tanto movimento, una dieta equilibrata ricca di frutta e verdura e povera di grassi.  Non è della stessa opinione la nutrizionista americana Zoe Harcombe che nel suo libro “The Obesity Epidemic: What Caused It? How Can We Stop It?” lancia un attacco ai cibi sani per definizione e consiglia, invece, di seguire una dieta grassa se si vuole perdere peso.

Questa tesi ha lasciato a bocca aperta davvero molti esperti, e non solo. Tant’è che anche il New York Post si è chiesto quale sia la verità? Ma la nutrizionista ha deciso di proseguire per la sua strada proponendo una nuova visione alimentare. Ora vi elenco alcune delle sue convinzioni, affinché possiate avere un’idea più chiara del personaggio e soprattutto approfondire meglio l’argomento.

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Le bevande zuccherate favoriscono la gotta

Le bevande zuccherate sono di nuovo sul banco degli imputati, e questa volta non per motivi di calorie o diete, ma perché, secondo un recente studio condotto dalla British Columbia University e pubblicato sul “New England Journal of Medicine, favorirebbero l’insorgenza della gotta.

Le bevande zuccherate, infatti, possono causare un accumulo di acidi urici nelle articolazioni che, a loro volta, provocano la gotta, ossia un disordine del metabolismo che si manifesta sotto forma di dolori alle articolazioni e di artrite.

La formazione degli acidi urici che provocano la gotta è causata da diversi alimenti, soprattutto quelli ricchi di purine, come la carne, dall’alcol e, alla luce di questo studio, dalle bevande zuccherate.

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I piatti fatti in casa sono più gustosi e aiutano la linea

Preferite un piatto casereccio o qualcosa di già pronto? Secondo i risultati di uno studio di ricercatori della Johns Hopkins University di Baltimora, pubblicato dalla rivista Proceedings of the Royal Society B, il cibo ha un sapore migliore, è molto più gustoso, se è lavorato per ottenerlo. Per gli autori questa scoperta sarà molto importante se applicata per migliorare le diete, facendo apprezzare di più i cibi più sani e aiutando le persone obese.

L’indagine è stata svolta sulle cavie. In un esperimento i topi hanno dovuto superare l’ostacolo leve per ottenere uno snack di ricompensa. Una volta dato loro libero accesso ai cibi, i topetti hanno preferito quello per cui avevano lavorato di più. Nel secondo test, invece, entrambe le leve davano accesso a cibi a basso contenuto di calorie, e ancora una volta gli animali hanno preferito quello per cui avevano lavorato di più.

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