Dieta mind, ecco i cibi da consumare

La dieta mind aiuta a proteggere la memoria anche in età avanzata. Quali sono i cibi che dobbiamo consumare i contenuti al suo interno?

 

I benefici della dieta mind per il cervello

Sono diversi gli studi che evidenziano come seguire la dieta mind o comunque consumare gli alimenti previsti da questa possa aiutare a rallentare il rischio di declino cognitivo. Sedersi a tavola e consumare cibi in grado di prevenire l’insorgere della demenza può rivelarsi estremamente utile.

Fattore confermato, tra l’altro, da un nuovo studio conto dall’American Academy of Neurology e pubblicato sulla rivista di settore Neurology. Al suo interno gli scienziati hanno introdotto un regime alimentare basato su alcuni alimenti presenti proprio all’interno della dieta mind.

Ricordiamo che quest’ultima è una sorta di incontro, avvenuto nel 2015, tra la dieta Dash e quella mediterranea. Dove Dash è l’acronimo della frase che dall’inglese può essere tradotta con “approcci dietetici per fermare l’ipertensione“.

A ogni modo, tornando allo studio in questione, gli scienziati hanno stabilito un’associazione tra la dieta mind e un rischio più basso di sviluppo di demenza studiando un gruppo di circa 14.100 persone di età media pari a 64 anni. Seguendoli per 10 anni è stato possibile vedere come chi consumava verdura a foglia verde, vegetali in generale, frutti di bosco, cereali integrali, noci e olio d’oliva mostrava avere minori problemi neurologici.

Cosa dobbiamo mettere in tavola

 

Cosa significa questo? Che effettivamente “Mens Sana in corpore sano” è un detto abbastanza veritiero. Come si traduce tutto ciò nella nostra alimentazione di tutti i giorni? Ovviamente inserendo all’interno della nostra dieta quegli alimenti che fanno parte della dieta mind.

Questo significa prima di tutto dare spazio a molta frutta e verdura. Ovviamente nei limiti delle proprie patologie si dovrà consumare più di sovente la verdura a foglia verde, non dimenticando in generale anche gli altri ortaggi. Frutti di bosco come fragole e mirtilli possono aiutarci dal punto di vista della circolazione, favorendo una maggiore irrorazione di sangue all’encefalo e agli altri organi.

I cereali integrali ci consentono di poter sfruttare dei carboidrati buoni dal punto di vista energetico nell’immediato. Mentre frutta secca come le noci possono darci grassi buoni come gli omega tre in grado di completare il nostro regime alimentare.

Insomma, approfittando della stagionalità, cerchiamo di modificare la nostra dieta in una più vicina alla dieta mind. Avremmo così in modo di poter stare bene e in forze senza troppo sforzo. In fin dei conti, prevenire è meglio che curare e se questo ci consente di farlo, tra le altre cose, in modo gustoso va bene così.

Cosa mangiare a settembre?

Cosa mangiare a settembre? Il rientro dalle vacanze, dopo aver agito un po’ liberamente nel corso delle ultime settimane, richiede che ci prendiamo maggiore cura del nostro organismo.

Ecco cosa mangiare a settembre

Puntando essenzialmente a eseguire un piccolo detox e a prenderci cura del nostro sistema immunitario. Giustamente nel corso delle vacanze qualche sgarro di più ce lo siamo concesso. Il rientro al lavoro e alla quotidianità ci obbligano però a rientrare in una maggiore condizione di equilibrio. Soprattutto, lo ripetiamo, per prenderci adeguatamente cura delle nostre difese. Le quali saranno messe sicuramente a dura prova dai virus che si affacceranno con l’arrivo dei primi freddi.

Cosa mangiare a settembre quindi? Ovviamente non vi stiamo consigliando di entrare in un regime alimentare eccessivamente restrittivo ma semplicemente di sfruttare gli alimenti di stagione per poter stare meglio. Se abbiamo questo intento e per tale motivo stiamo cercando cosa mangiare a settembre la risposta è molto semplice: dobbiamo creare un equilibrio importante tra l’apporto vitaminico e quello nutritivo.

La frutta e la verdura di stagione devono farla da padroni, diventando una delle nostre fonti principali di sostentamento, grazie ai loro micronutrienti bilanciati che possono offrirci. Tra le varie opzioni che vengono suggerite in rete e in forum più o meno specializzati vi è la dieta vitaminica, che ha come obiettivo principale proprio il potenziamento del sistema immunitario.

Certo, porterà anche nella maggior parte dei casi a perdere peso. I suoi elementi privilegiano la presenza di vitamina C e non a caso tra gli alimenti previsti vi sono ananas, kiwi, pomodori, agrumi, ciliegie, peperoni e patate. Vi sono anche uova e latticini e pesce per favorire l’assorbimento della vitamina D. Mentre carote spinaci con la loro vitamina A aiutano a mantenere le mucose.

Trovare l’equilibrio migliore

Questi sono i principali alimenti che devono essere consumati se vi state chiedendo cosa mangiare a settembre per poter stare bene.Come sempre la questione gira attorno a trovare un valido equilibrio tra quello che vogliamo e quello di cui abbiamo bisogno. Affidarsi ad alimenti di stagione rimane sempre la scelta migliore. Come quella di affidarsi alla dieta mediterranea, da sempre considerata la più equilibrata per quel che riguarda l’apporto di nutrienti.

Settembre è poi un mese che ci aiuta, con le sue temperature e la sua offerta, nel seguire un regime maggiormente bilanciato. Questo non significa che non ci si possa concedere uno sgarro ogni tanto. Ma è comunque consigliato farlo nell’ambito di quelli che sono gli elementi offerti da questo periodo.

Cosa mangiare a settembre in tal senso? Possiamo creare dei dolci con la zucca, preparazioni con la frutta di stagione, avendo cura ovviamente di bilanciare il tutto. Non dobbiamo vivere il rientro alla normalità come qualcosa di impossibile da gestire. Possiamo infatti prenderci cura del nostro corpo senza soffrire più di tanto. Riuscendo ad alzare le nostre difese immunitarie e quindi la nostra salute in generale.

Dieta antizanzare, cosa mangiare

La dieta antizanzare esiste. E se vogliamo salvarci dal morso di questi fastidiosi insetti possiamo cercare di seguirla al meglio delle nostre possibilità. Non è poi così difficile.

Perché seguire una dieta antizanzare

Quando si parla di zanzare, l’uomo è pronto a mettere in atto qualsiasi rimedio più o meno naturale. Possiamo mettere dei rametti di rosmarino davanti la finestra, mettere delle fette di limone con un pizzico di aceto vicino a dove dormiamo. Possiamo ancora utilizzare l’olio di neem o diventare genitori adottivi di quegli animali che è legale tenere e che amano mangiarle.

Di certo però una dieta antizanzare da seguire risulta essere più semplice da gestire. Perché è utile mangiare degli alimenti che possono aiutarci a combattere gli attacchi di questi insetti? Semplice: in questo modo la lotta contro questo insetto diventa più facile. Dobbiamo ricordare infatti che le zanzare per trovare il cibo, ovvero il nostro sangue, ci annusano. I loro peli sensoriali, presenti sulla bocca e sulle antenne, rilevano gli odori e mandano un segnale al cervello.

La dieta antizanzare è utile perché ci consente di evitare di avere quell’odore che a loro piace. Di solito queste sono attirate dalla dolcezza, da una maggiore presenza di acido ammoniacale, acido lattico e acido urico nel sudore. Pensando a un cibo che le attira tanto, ai primi posti troviamo senza dubbio le banane. Seguite poi da formaggi “puzzolenti” come il gorgonzola i quali, seppur molto buoni, contengono acido butirrico, davvero gustoso per questi insetti.

Attenzione alla scelta dei cibi giusti

 

Anche la birra è in grado di attirarle notevolmente. Ciò che possiamo fare è quindi, soprattutto d’estate quando la loro presenza è decisamente fastidiosa, favorire il consumo di alimenti repellenti per loro. Via libera quindi al rosmarino, alla salvia e al basilico dolce per condire perché ricchi di eucaliptolo. E lo stesso è valido per aglio e cipolla, che danno al nostro odore quella fragranza che loro non sopportano.

L’alimento che li allontana in maniera repentina, con lo stesso effetto degli ingredienti che vengono utilizzati nei repellenti per gli insetti, è il pompelmo. Questo agrume contiene infatti nootkatone.  Questo ‘elemento gli dona un aroma così repellente che sembra essere valido anche se distribuito sulla pelle.

Per quanto riguarda questa sostanza è una ricerca recentemente condotta ad aver dimostrato la sua efficacia. Quel che è certo è che la dieta antizanzare, per funzionare, deve basarsi su alimenti che non ci regalino una fragranza dolce. O che non favoriscano la produzione, da parte nostra, degli acidi sopra descritti.

Dieta mediterranea, le donne vivono di più

La dieta mediterranea è una delle più salutari e questo lo sappiamo tutti. Uno studio ha confermato, di recente, non solo la sua salubrità ma il fatto che abbia un maggiore effetto benefico nei confronti delle donne.

mangiare meglio con dieta auto-ipnotica

I benefici della dieta mediterranea

La dieta mediterranea è una di quelle che non ha bisogno di presentazioni. Aiuta ad abbattere il rischio di cancro e malattie cardiache, aiuta a prevenire l’obesità, consente sostenere l’organismo e la sua salute. E a quanto pare potrebbe essere lo strumento chiave della longevità femminile.

Lo studio in questione, pubblicato su Jama Network Open, si è occupato di analizzare lo stile di vita di oltre 25.300 donne per un periodo di 25 anni. Non è stata presa in considerazione solo la dieta, ma sono stati anche analizzati 33 biomarcatori diversi tra i quali quelli del colesterolo e quelli legati alla resistenza all’insulina.

I risultati sono stati fenomenali: coloro che avevano seguito letteralmente e in modo fedele la dieta mediterranea presentavano un rischio di morte per tutte le cause più basso del 23%. Quello per cancro più basso dei 17% e quello per le patologie cardiache minore del 20%. Come spiegato ai media americani dall’autore principale dello studio, la ricerca in questione mette nero su bianco l’azione della dieta mediterranea per quel che riguarda importanti malattie.

La speranza degli scienziati è quella che vengano spiegati i meccanismi che portano a questi benefici dati dalla dieta mediterranea, finora rimasti inesplorati. Ci si ferma sempre alla rilevazione dell’effetto finale ma non si è ancora trovata una spiegazione tecnica del perché. Farlo potrebbe aiutare addirittura a gestirla ancora meglio, riuscendo nell’impresa di aumentare l’aspettativa di vita delle persone.

Nutrienti e sostanze ottimali per la salute

dieta mediterranea buona per il cuore

A prescindere da tutto, la dieta mediterranea è comunque una mescolanza di alimenti sani, conditi nel modo giusto, in grado di fornire tutti i nutrienti necessari. Proteine, lipidi, vitamine, carboidrati, antiossidanti: tutto grazie alla tipologia di cibi selezionati, tra i quali figurano frutta, verdura, cereali integrali in quantità.

Questo perché, a prescindere da qualche sgarro, in generale la dieta mediterranea propone piatti equilibrati sia dal punto di vista dei nutrienti che delle porzioni. Ovviamente una maggiore attinenza al regime alimentare in questione porta a risultati più importanti.

Ciò non toglie che rispetto ad altri diete di stampo occidentale questa presenti un maggiore equilibrio generale. E di conseguenza più importanti benefici per il nostro organismo. Sta a noi darle il giusto posto nella nostra vita, facendone il fulcro di uno stile di vita sano.

Dieta carnivora su Tik Tok? Dite no

Davanti alla dieta carnivora di Tik Tok l’unico commento plausibile è dire no. E non perché si tratta di un regime alimentare iperproteico.

Dieta carnivora completamente sbilanciata

Fermo restando che il contenuto di proteine nella dieta deve essere calibrato anche in base all’attività fisica che si fa, in questo caso e diniego è legato proprio all’approccio alimentare di per sé stesso. La dieta carnivora tanto pubblicizzata su Tik Tok da alcuni meat influencer infatti è totalmente squilibrata. E per questa ragione poco adatta al consumo da parte di chiunque.

Lo ripetiamo, la dieta carnivora non è una semplice dieta iperproteica. In ogni regime alimentare che favorisce il consumo di proteine comunque è suggerito anche un importante apporto di fibre. Come? Attraverso la frutta e la verdura.

Nel caso specifico della dieta carnivora parliamo di un incrocio tra la chetogenica e l’Atkins che di base riporta in auge tutti i difetti di entrambi i regimi alimentari. Come definire una dieta che si basa solamente su carne, pesce, uova senza tenere da conto le verdure? E senza contemplare quel pizzico di carboidrati necessari all’organismo?

Insomma, appare evidente che la dieta carnivora non sia in grado di dare all’organismo tutti i nutrienti e gli antiossidanti di cui ha bisogno. Nonostante questo, tale regime dietetico è particolarmente apprezzato da migliaia di persone, convinte di poter dimagrire o starà meglio consumando solo proteine.

Meglio affidarsi al consiglio di un medico

Esistono dei regimi dietetici di questa tipologia, ma vengono strettamente controllati dal punto di vista medico e presentano al loro interno anche carboidrati, fibre e vitamine. Girando sugli hashtag di questa dieta carnivora è purtroppo facile incontrare persone che raccontano che la loro vita è cambiata e che sono diversi mesi che non mangiano verdura.

Il problema è che si tratta di persone, tra le altre cose, dall’aspetto fit e per questo maggiormente ingannevoli per chi si avvicina con curiosità. Non tenendo conto del fatto che un simile regime alimentare, proprio per via delle sue carenze, rischia solamente di mettere a repentaglio la salute.

I meno severi nel seguire questa dieta contemplano anche il consumo di latticini. Ma il risultato non cambia: il contenuto di fibre è veramente esiguo se non esistente. E questo può portare, in prima istanza, danni all’apparato gastrointestinale nonché essere fattore di rischio per la comparsa di malattie cardiovascolari.

Quando ci troviamo davanti a fenomeni come la dieta carnivora è fondamentale evitare di credere a ciò che viene proposto. Meglio chiedere il consulto di un medico che sarà in grado di direzionarci nel modo giusto.

Dieta Cram, giornata tipo

Sta tornando in auge la dieta Cram, un regime alimentare che promette la perdita di 2 kg in soli tre giorni. E che al momento del suo lancio nel 2022 è stato in grado di conquistare migliaia di persone.

Come funziona la dieta Cram

Partiamo da un presupposto: già solo per come è organizzata la dieta Cram non è un regime adatto a tutti. Soprattutto perché non è equilibrato, essendo composto da soli quattro alimenti. Cereali, riso, mele e latte. Il suo acronimo è ovviamente formato dalle iniziali di questi cibi in inglese. Importante: parliamo di alimenti che contengono comunque buone dosi di nutrienti, vitamine, sali minerali.

Ma il fatto che debba essere seguito per soli tre giorni dà idea di quanto sia poco equilibrata come dieta. Parliamo di un regime che aiuta a perdere liquidi in eccesso, eliminare le tossine anche a perdere del peso. Insomma parliamo di una dieta detox che deve essere presa per quello che è. E che non può essere condotta per più giorni rispetto a quelli indicati.

Non possiamo infatti pensare di poterla protrarre a lungo. Non va bene per chi è intollerante al lattosio o allergico alle proteine del latte e mancano fonti proteiche differenti. Per come è organizzata non consente nemmeno di poter portare avanti un’attività fisica degna di questo nome.

Si può camminare per una mezz’ora ma non portare avanti un allenamento intensivo. Ovviamente la dieta Cram e i suoi alimenti devono essere accompagnati da circa due litri di acqua al giorno per sostenere una corretta idratazione. Questa è suddivisa in 5 pasti, tre principali e due spuntini. E’ possibile condire con succo di limone, poco olio e zenzero.

Alcune alternative alimentari

Attenzione però: il suo essere restrittivo e dare i risultati suddetti nell’immediato nasconde anche la possibilità di riprendere immediatamente i chili persi. Come già anticipato durante i tre giorni di dieta Cram è possibile consumare cereali, mele, riso, latte e derivati fermentati. Tra i cereali è possibile contare i cracker, la farina d’avena, la pasta e il pane integrale. Insieme al latte è possibile consumare latticello, kefir, latte scremato o yogurt. Le mele possono essere mangiate o cotte al forno.

È importantissimo prima di trovare questo regime alimentare chiedere consulto al proprio medico. Fortunatamente è concesso tra i condimenti anche l’utilizzo dell’olio extravergine d’oliva, fonte di grassi buoni.

A colazione è previsto il consumo di un bicchiere di latte scremat, di succo di mela e di fette biscottate integrali. A pranzo del riso integrale condito con olio zenzero e limone o con un’emulsione di basilico, fatta con l’olio e questa erba aromatica. A cena è previsto il consumo di pasta integrale con olio e basilico e per gli spuntini si può alternare tra un bicchiere di latte scremato e una mela cruda o cotta

Detox dopo Pasqua, ecco come

Il detox dopo Pasqua è d’uopo se si è mangiato tanto durante il weekend santo e si vuole tornare a un regime alimentare equilibrato e salutare.

Ecco come fare detox dopo Pasqua

Soprattutto per il nostro apparato gastrointestinale che necessita di rientrare in carreggiata dopo qualche stravizio. Niente sensi di colpa ovviamente. Ogni tanto ci sta lasciarsi andare un poco e sgarrare come Cristo comanda. Nel vero senso della parola.

Il detox dopo Pasqua puoi aiutarci a sistemare la nostra peristalsi e a ripulirci delle eventuali tossine che abbiamo accumulato. Non piangiamo quindi sul pezzo di cioccolato mangiato o su quella fetta di colomba gustata con piacere. Possiamo tornare tranquillamente al nostro regime alimentare precedente, evitando gli eccessi.

E seguendo alcune regole molto semplici che ci consentiranno le sentirci immediatamente bene. Non bisogna perseguire degli eccessi affermandoci o buttandoci in diete drastiche. Se vogliamo affrontare un detox dopo Pasqua giusto ed equilibrato la prima cosa da fare è quella di evitare alimenti processati. Abbiamo mangiato tanta corallina, bei piatti di pasta e tanti dolci. Ora possiamo evitare il più possibile cibi ricchi di zucchero, salumi e condimenti troppo complessi a favore di verdura, proteine pulite e frutta.

Nel detox dopo Pasqua frutta e verdura sono ovviamente le protagoniste indiscusse. Come facciamo di solito, cerchiamo di mangiarne almeno 5 porzioni al giorno, dando maggiore spazio a quelle piene di antiossidanti. Preferiamo spinaci o verdure a foglia verde o quegli ortaggi che ci consentono di assumere acqua, enzimi e vitamine come cetrioli, finocchi, asparagi. La frutta? Meglio quella di stagione insieme ai mirtilli.

Idratazione al top per eliminare tossine

Un buon detox dopo Pasqua passa anche per un’idratazione degna di questo nome. Attenzione: in base agli stravizi accumulati nei giorni di Pasqua potremmo avere bisogno di più acqua rispetto al litro e mezzo giornaliero al quale siamo abituati.

Soprattutto perché abbiamo consumato sicuramente molti grassi saturi, molto sale e molto zucchero. Questo porta la necessità di depurare reni e fegato il più possibile. Soprattutto se abbiamo indugiato con l’alcol rispetto al solito. Le tisane possono venirci incontro aiutandoci a ripulire l’organismo. Nel caso specifico è meglio puntare a quella all’anice, a quella al finocchio, a quella al cardo mariano e al tarassaco. Sono infatti queste le piante che possono aiutarci a digerire, sgonfiarci e depurarci.

Aiutiamoci anche facendo delle attività fisica. Basta camminare un po di più rispetto al solito, senza però affaticarci troppo. L’attività deve essere moderata, in modo tale da aiutarci a migliorare la circolazione e a sostenere il metabolismo.

Dieta dell’uovo prima di Natale, è efficace?

La dieta dell’uovo, prima di Natale, può essere considerato un regime alimentare efficace per perdere peso e farsi trovare in forma davanti alle festività e ai pranzi luculliani che ci aspettano?

Non abbiate paure delle festività

C’è chi la propone come un metodo infallibile per depurarsi e affrontare in modo sereno quei piccoli sgarri che ci concederemo nel corso delle feste. Prima di tutto è importante sottolineare come non bisogna vivere con terrore l’arrivo del Natale e del cibo che mangeremo. Il consiglio di tutti i nutrizionisti è quello di non rinunciare a nulla ma di limitarsi nelle porzioni.

Mantenendo una corretta attività fisica nel frattempo è possibile superare indenni le festività. Detto ciò la dieta dell’uovo, teoricamente, promette di far perdere fino a 5 kg nel corso di una settimana. È importante sottolineare che prima di provare qualsiasi regime alimentare particolare bisogna chiedere consiglio al proprio medico.

Nel caso della dieta dell’uovo è altrettanto giusto evidenziare che si tratta di un regime alimentare che può essere sfruttato per un tempo limitato. Ovvero soli 7 giorni. Quando impegnati in questo approccio all’alimentazione il consiglio è quello di evitare alcolici, dolci e junk food e, per quanto possibile, evitare pane e pasta. Questo potrebbe essere considerato un punto controverso, dato che soprattutto in quest’ultimo periodo in molti esperti si stanno ponendo contro le diete low carb.

Come funziona la dieta dell’uovo

Secondo la dieta dell’uovo, per i primi tre giorni bisogna fare colazione con due uova sode, due arance e una tazza di latte scremato. Dal secondo giorno in poi è possibile rinunciare al latte e alle due arance, se al loro posto beviamo del succo fresco di limone.

Il pranzo per i primi tre giorni prevede in alternativa grigliata di pesce, pollo senza pelle o un manzo bollito per una porzione di circa 170 grammi. Dal quarto giorno si può passare a mangiare a colazione tre uova strapazzate con prezzemolo e cipolla, mentre a pranzo si possono consumare fino a 140 grammi di pollo fritto. A cena in tutti i casi è previsto solo il consumo di un uovo sodo.

La colazione del quinto giorno prevede due uova sode e due carote, mentre a pranzo due carote e una tazza di succo d’arancia. La cena, in base alla dieta dell’uovo, consente il consumo di 85 grammi di pesce bollito sempre accompagnato da un uovo sodo. Il sesto giorno sono previsti 100 grammi di yogurt a colazione insieme a un’arancia fresca e al succo di un limone. A pranzo due uova sode e un pompelmo e a cena solo una tazza di acqua. L’ultimo giorno è prevista la colazione con due uova sode e un pompelmo e a pranzo sempre un pompelmo, ma accompagnato da 170 grammi di manzo. A cena sempre solo un tazza di acqua.

Ora, la speranza è che chi ha inventato questo regime alimentare lo abbia fatto come burla. Perché appare evidente che sia totalmente sbilanciato e privo dei nutrienti necessari per il corretto funzionamento dell’organismo. A partire dalla mancanza di verdure fino ad arrivare a quella delle fibre. Un consiglio? Non seguite questo regime.

Low carb sotto accusa?

La dieta low carb sotto accusa? Potrebbe essere. Almeno stando a ciò che spiegano i membri dall’International Carbohydrate Quality Consortium (ICQC).

 Attenzione alle low carb esagerate

Parliamo di una organizzazione senza scopo di lucro fondata da esperti delle Università di Harvard e Toronto. Le low carb, che suggeriscono di ridurre in modo drastico l’apporto di carboidrati nella dieta, potrebbero risultare più pericolose sul lungo periodo di quanto si creda.

Per esprimere la sua opinione in tal senso, in merito a questa nuova moda che vede le diete con i carboidrati ridotti al lumicino o ai presenti, il consorzio ha diffuso una nota dedicata. “I carboidrati sono la nostra principale fonte di energia e alcune cellule (globuli rossi, cervello, muscoli), il cui metabolismo energetico è basato sul glucosio, ne hanno in particolare necessità” racconta.

Quando alcune diete ne propongono eliminazione perché li considerano responsabili dell’accumulo di grasso corporeo e di una risposta minore dell’organismo alla insulinac’è qualcosa che non va” si legge nella nota. E la ragione sta nel fatto che non vengono presi in considerazione tutti gli elementi necessari a un’analisi di questa tipologia.

Come ricorda il consorzio vengono trascurate “le differenze tra i vari tipi di carboidrati e la composizione complessiva degli alimenti”. Qualcosa che non dovrebbe essere fatto soprattutto perché i carboidrati complessi a lento assorbimento, sono in grado di contribuire a una sensazione prolungata di sazietà anche consentendo una crescita graduale della glicemia.

Di questo gruppo di carboidrati complessi sono parte gli ortaggi, la frutta, la pasta al dente soprattutto se parte di una dieta equilibrata e ricca di fibre. Ecco quindi che entra il gioco e capire “quanto low carb” possa essere accettabile.

Importante la ricerca in tal senso

Bisognerebbe guardare con occhio sospettoso a quelle che le eliminano del tutto. I ricercatori del consorzio all’interno della nota hanno sottolineato come anche la ricerca sta iniziando a capire che vi sia una correlazione tra l’impatto metabolico di un alimento e la sua struttura. E hanno fatto l’esempio di uno studio, sperimentale, che ha osservato come nel caso delle patate. Basta schiacciarle per aumentare il suo indice glicemico fino al 20%.

Una scoperta che fa pensare come lavorare sulle tecniche di estrusione o la macinazione potrebbe portare a un miglioramento delle proprietà nutrizionali di ciò che mangiamo. Più generalmente il messaggio è quello di puntare all’equilibrio. Di evitare il più possibile diete low carb esagerate per le quali si rischia di dar vita a delle carenze che potremmo scontare in futuro. Meglio farsi seguire da un dietologo e puntare su una dieta equilibrata che contenga ogni singolo nutriente.

Dieta dissociata è davvero sana?

La dieta dissociata è davvero sana? Sono molte le persone che seguono questo tipo di regime alimentare e che sono convinte che, per essere in forma e in salute bisogna separare in modo rigoroso carboidrati, grassi e proteine.

Le incongruenze della dieta dissociata

Basta vedere quelle che sono le principali diete diffuse al mondo per comprendere come la dieta dissociata rappresenti un po il fulcro di molte abitudini alimentari globali. Di solito i carboidrati vengono consumati a pranzo, mentre le proteine fanno parte della cena.

Secondo diversi esperti questo sarebbe semplicemente un mito: la dieta dissociata non potrebbe essere considerata tanto sana come in realtà avviene. Secondo la teoria alla base di questo regime alimentare, gli alimenti dovrebbero essere divisi con precisione per un consumo salutare. E la suddivisione sopra citata sarebbe in grado di aiutare non solo a mantenere un ottimo stato di salute ma anche a dimagrire.

Secondo gli scienziati della Fondazione Umberto Veronesi si tratterebbe di un approccio troppo semplice all’alimentazione. E la ragione sta nel fatto che la dieta dissociata rischia di essere vittima di un problema molto particolare: ovvero uno sbilanciamento nutrizionale di tipo potenziale.

Questo perché eseguendo una divisione così severa si rischia di privare il corpo dei suoi nutrienti essenziali. Non dobbiamo dimenticare che i carboidrati sono una fonte di energia immediata mentre le proteine ci aiutano a riparare e a far crescere i tessuti del nostro corpo.

Tra l’altro, sempre secondo gli esperti, la suddivisione rigida dei pasti in base alla dieta dissociata falserebbe anche il senso di sazietà. Eliminando i carboidrati dal passo serale si rischia di sentire più fame perché viene meno l’azione antifame e di stabilizzazione della glicemia.

Fare attenzione senza stress

Senza contare che una divisione così severa crea spesso problemi nell’organizzazione dei pasti. Quando ci approcciamo all’alimentazione non dobbiamo essere stressati e avere ansia, ma viverla con calma e tranquillità.

Ragione per la quale, secondo gli esperti, una dieta dissociata stretta non è così corretta da seguire. Bisogna piuttosto puntare a mangiare in modo equilibrato e con moderazione, cercando di bilanciare in modo corretto le proporzioni.

Possiamo fare ciò includendo nei nostri piatti tutta una serie di alimenti che contengano una giusta quantità di carboidrati, grassi sani e proteine. Dobbiamo inoltre imparare ad ascoltare le nostre esigenze e più nello specifico il nostro organismo.

Questo significa sì fare attenzione, ma non forzare su di noi dei regimi alimentari troppo rigidi. È per questo motivo che bisogna pianificare dei pasti equilibrati che contengano proteine magre, carboidrati integrali, grassi sani e verdure. Un piatto di questo genere non solo darà modo di mantenere livelli di energia adeguati ma sosterrà corretto senso di sazietà.

Chondrovita: torna il miglior integratore di collagene da bere

Nel nostro articolo precedente abbiamo parlato di quanto sia importante il collagene per la salute della pelle, delle ossa e delle articolazioni, degli alimenti da inserire nella dieta, di cosa siano i peptidi del collagene idrolizzato e dei requisiti minimi in base ai quali scegliere l’integratore giusto. Ebbene, uno dei migliori – Chondrovita – è di nuovo in produzione: andiamo a scoprire i suoi pregi, dimagrimento compreso, e anche come assumerlo per trarne il massimo beneficio.

Chondrovita

Le 5 virtù del Chondrovita

Questo integratore si basa:

  1. su un collagene idrolizzato di origine animale, filtrato e purificato, in grado quindi di garantire la massima sicurezza
  2. su stringhe di peptidi della migliore dimensione possibile – 3 kD come peso molecolare – per essere efficaci, cioè capaci di essere facilmente assimilati dall’organismo (biodisponibili);
  3. sulla quantità perfetta – 10 grammi di collagene idrolizzato in ogni bustina – per permettere ai peptidi di superare la barriera gastro-intestinale e arrivare inalterati a destinazione;
  4. sull’assenza di latticini, glutine, zuccheri, grassi e colesterolo. 

Infatti, assieme ai 10 grammi di collagene in ogni bustina, Chondrovita contiene maltodestrine da mais, acido citrico e acido tartarico, carbonato di sodio, biossido di silicio e sucralosio (dolcificante privo di calorie, derivante dal saccarosio).

E, a proposito di calorie:

Il collagene fa ingrassare?

Tutto il contrario.

Il collagene genera in media 4 Kcal per grammo, quindi un integratore che contiene 10 grammi di collagene ne porta 40: nel complesso giornaliero, una quota davvero trascurabile. Semmai, è lo zucchero contenuto in altri integratori a essere un problema, con un apporto di calorie ben più importante. 

Chondrovita 2

Opportunamente introdotto con l’integrazione, il collagene di tipo animale può invece:

  • aumentare il senso di sazietà, limitando così l’assorbimento di colesterolo e grassi e favorendo la perdita controllata di peso;
  • mantenere i muscoli, aumentando la massa magra e riducendo la massa grassa;
  • stimolare il metabolismo e il sistema immunitario.

E, questo, mentre migliora la forza e l’elasticità di ossa, articolazioni, cartilagini, tessuti connettivi e vasi sanguigni, senza dimenticare denti, unghie, pelle e capelli. 

Come assumere Chondrovita

Le confezioni contengono 30 bustine ideate per 30 giorni ma, siccome vari studi hanno dimostrato che l’efficacia dei peptidi è favorita dal dosaggio, se ne consiglia l’assunzione per 3 mesi consecutivi. 

Qualunque il periodo, i peptidi si accumulano nei tessuti ossei e cartilaginei poche ore dopo l’assunzione. E sono ancora più efficaci se associati alle vitamine ACE, che aiutano la sintesi e il mantenimento del collagene nel nostro organismo.

Infine, come per ogni sostanza, non si tratta di fare da sé ma di sentire comunque il proprio medico: anche se Chondrovita ha poche controindicazioni, meglio verificare la compatibilità con la nostra specifica situazione e la durata ottimale dell’assunzione. Ricordandoci, come dicevamo nell’articolo precedente, di non vanificare i nostri sforzi con cibi o abitudini che accelerano la diminuzione nel tempo del collagene nel nostro corpo: zuccheri raffinati, bevande energizzanti, sale, carni lavorate, cibi piccanti, fritti, alcol, caffè, sigarette e Sole senza protezione

Gwyneth Paltrow, impossibile definirla dieta

Se pensiamo al regime alimentare di Gwyneth Paltrow è impossibile definirlo dieta. È più che altro un’arte nei digiunare quasi portata all’estremo. Difficilmente potrebbe essere descritta in altro modo.

Gwyneth Paltrow e la sua colazione

Confidandosi nel corso del podcast The Art of being well with Dr. Cole, l’attrice ha spiegato ciò che fa per mantenersi in forma. E se diversi nutrizionisti e dietologi sono rimasti inorriditi, di sicuro hanno tutte le ragioni di questo mondo. Non tanto perché racconta di seguire la dieta del digiuno intermittente che è ancora fonte di molte discussioni tra tanti scienziati. Ma perché non dà al proprio corpo i giusti nutrienti, cibandosi praticamente solo di brodo di ossa e verdure.

Viene da chiedersi come faccia Gwyneth Paltrow essenzialmente a rimanere in piedi, dato ciò che consuma quotidianamente. All’interno dell’intervista ha raccontato di cenare presto, eseguendo per l’appunto un digiuno intermittente. Che nel suo caso consiste nel non ingerire nulla per 16-18 ore. E già qui si potrebbe contestare la durata.

Peggio accade quando si pensa agli alimenti: Gwyneth Paltrow ha infatti raccontato di bere un caffè al mattino e succo di sedano con limone. Questo per non alzare i suoi livelli di glicemia la mattina. Dopo aver fatto quella che definisce “colazione” si allena camminando o facendo pilates per un’ora con il proprio personal trainer.  Per poi fare un dry brushing e una sauna infrarossi per circa 30 minuti.

Attenzione alle carenze nutrizionali

A pranzo “mangia” brodo di ossa di carne quasi tutti i giorni, definendola zuppa. Mentre riduce la cena a un consumo di alimenti che segue la dieta paleo che di base evita carboidrati, latticini, sale e zuccheri puntando principalmente sul consumo di tante verdure. La speranza è che in qualche maniera aggiunga anche delle proteine, altrimenti non si comprende assolutamente come possa sostenere questo stile di vita.

Non è la prima volta che Gwyneth Paltrow fa clamore con le sue scelte di vita. Di certo il suo regime alimentare non è assolutamente da emulare. Anche in caso di vita abbastanza sedentaria è totalmente squilibrato e non adatto a fornire l’energia necessaria per affrontare adeguatamente la giornata. Figurarsi un allenamento come quelli che l’attrice esegue ogni giorno.

Va sottolineata una cosa: lei è potenzialmente libera di fare quel che vuole della sua vita e del suo corpo. È assolutamente da evitare considerare il suo uno stile di vita sano. Per mantenersi in forma non c’è bisogno di approcciare l’alimentazione in questo modo così estremo. Soprattutto se l’obiettivo è quello di stare bene, senza potenzialmente occorrere in carenze nutrizionali di qualsiasi tipo.

Regola delle 5 A per mangiare sano

La regola delle 5 A? Uno strumento per mangiare sano e avere maggiore energia nel corso della primavera. Un approccio indicato anche da buona parte nel mondo dei nutrizionisti.

Regime alimentare sano per stare bene

È importante sottolinearlo: la pandemia, con quello che ha comportato, ha cambiato quello che era il nostro rapporto con il cibo. La paura di star male e la necessità di mantenere il sistema immunitario al top ci hanno spinto a rendere più sano ciò che ingeriamo. Seguendo con maggiore attenzione quelli che sono i bisogni del nostro corpo. Diciamo che abbiamo lavorato molto sul raggiungimento di un compromesso tra la ricerca di piccole soddisfazioni è un buono stato di salute.

Nel corso del lockdown abbiamo imparato a fare lo yogurt e il pane. E senza dubbio abbiamo iniziato a cucinare di più senza affidarci troppo a cose precotte. Tutto ciò è un ottimo fondamento propedeutico alla regola delle 5 A per mangiare sano.

Soprattutto perché tendiamo a seguire un’alimentazione equilibrata che si basa prima di tutto sulla qualità dei prodotti e sul rapporto tra le calorie vuote e le calorie piene. Queste sono quelle che contengono ottime dosi di macronutrienti come gli antiossidanti, sali minerali e vitamine. Le prime sono invece povere di principi alimentari rispetto alle altre. Facciamo inoltre più attenzione alle quantità ingerite e alle proporzioni all’interno del piatto.

Questo significa che pensiamo molto più di prima all’equilibrio tra proteine, carboidrati e nutrienti che inseriamo nelle nostre porzioni. Per approcciare la nostra alimentazione con la regola delle 5 A dobbiamo fare attenzione anche a rispettare le 3 V ovvero vegetale, varia e viva. Questo significa che i nostri alimenti devono essere prevalentemente di origine vegetale, di diversa tipologia e di stagione con cibi crudi o leggermente cotti.

Ecco la regola delle 5 A

Veniamo ora letteralmente alla regola delle 5 A. Questa indica quali sono le caratteristiche che deve avere una dieta per essere considerata corretta. E sono:

  • Antinfiammatoria (alimenti ricchi di omega-3 e fitonutrienti, spezie).
  • Antiossidante (verdura, frutta, cereali, legumi, semi oleosi, semi).
  • Anti-iperglicemica (alimenti a basso indice glicemico, ad alto contenuto di fibre, solidi e integrali, dal sapore acido e ricchi di omega-3 di origine animale).
  • Antidisbiosi (alimenti ricchi di probiotici, come yogurt, verdure lattofermentate, formaggi a latte crudo ecc., e di prebiotici, quali verdure, frutta, tuberi, semi ecc.).
  • Antitossici (alimenti biologici, freschi, ben conservati e cotti a bassa temperatura).

Tutto questo consente di avere un effetto benefico sugli ormoni prodotti dal nostro corpo, regolando al meglio soprattutto sostanze come serotonina, dopamina e insulina. Seguire questo schema consente di dare all’organismo tutti i nutrienti di cui ha bisogno.

Dieta chetogenica, cuore a rischio?

La dieta chetogenica potrebbe essere molto pericolosa per il cuore. Questo regime alimentare che ha conquistato tantissime star e vip nostrani e non potrebbe non rivelarsi così salutare come sembra.

diete potenzialmente pericolose

Dieta chetogenica e malattie cardiache

A raccontarlo è uno studio condotto dall’università della British Columbia di Vancouver. Gli scienziati hanno sottolineato come la dieta chetogenica potrebbe arrivare a raddoppiare il rischio di sviluppare condizioni cardiovascolari e malattie cardiache potenzialmente mortali.

Ricordiamo che la dieta chetogenica prevede l’assunzione delle calorie giornaliere da un 20%-30% di proteine e da un  60%-80% di grassi. In pratica con questo regime alimentare si tende a mandare il corpo in chetosi consumando meno carboidrati possibili.

Tecnicamente parlando i carboidrati sono generalmente la fonte principale di energia dell’organismo. Nella dieta chetogenica il loro essere proibiti, in pratica, spinge il corpo a scomporre i grassi per produrre energia per far funzionare l’organismo. Certo, questo porta ad attingere alle riserve di grasso del corpo e quindi a dimagrire.

Ma quale costo? È questo che si sono chiesti gli autori dello studio, sottolineando che tale regime alimentare può presentare gravi effetti collaterali. Come sono giunti a questa conclusione? Seguendo 1500 persone per oltre 10 anni e scoprendo che la dieta chetogenica può far aumentare i livelli di colesterolo cattivo favorendo il deposito di grasso nelle pareti delle arterie.

Qualcosa che può rivelarsi base per la presentazione di infarto, ad esempio. Sebbene il nostro organismo produca già da solo colesterolo LDL, regimi alimentari come la dieta chetogenica possono favorirne una maggiore produzione a causa dei grassi saturi e trans. E le placche arteriose che possono venire a crearsi aumentano il rischio sia di infarto che di ictus.

Tenere sotto controllo il colesterolo cattivo

La ricerca condotta dagli scienziati canadesi non ha trovato una correlazione causa effetto ma un’associazione. Ciò significa che nonostante tutto bisogna comunque fare attenzione quando si decide di seguire una dieta chetogenica. E come sempre affidarsi non solo a un esperto ma consultare un medico prima di seguire questo regime.

Non solo: data la casistica sarebbe anche consigliato continuare a studiare gli effetti di questo regime alimentare sull’organismo. Come ha spiegato la coordinatrice dello studio Iulia Iatan, i risultati ottenuti suggeriscono non solo di proseguire con la ricerca ma anche coloro che iniziano una dieta chetogenica devono essere coscienti che farlo potrebbe portare a un aumento dei livelli di colesterolo cattivo.

Cercando contemporaneamente di fare attenzione a quelli che possono essere considerati gli altri fattori di rischio delle malattie cardiache come il diabete, il fumo  e lo scarso movimento fisico.

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