I cibi antiossidanti: prevenire l’influenza a tavola

cibi anti influenza

Che cosa non deve mancare in un menù anti-influenza? Sicuramente si deve seguire un regime alimentare equilibrato, che comprenda anche carne bianca e rossa, oltre che pesce. Le proteine animali sono facilmente digeribili, così l’organismo non deve spende­re troppe energie nella digestione e può impiegarle tutte nella difesa dalle infezioni, o in un più veloce recupero dopo una sindrome in­fluenzale.

 Inoltre, le proteine forni­scono amminoacidi che aiutano la ricostituzione di nuove cellule sa­ne di tutto il corpo. Quindi proteine… e poi? Tutti i tipi di vitamine e i sali mi­nerali, che svolgono un effetto antiossidante. Si trovano negli alimenti vegetali e nei cereali in­tegrali. Combattono l’azione dei radicali liberi, sostanze tossiche che si formano durante lo norma­li attività dell’organismo e che causano infiammazione e invec­chiamento dei tessuti.

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Dimensioni dello stomaco, è vero che mangiare meno le riduce?

dimensioni stomaco

Vi sarà senz’altro capitato di sentir dire che in seguito ad una dieta dimagrante le dimensioni dello stomaco si riducono; vi sarete certamente anche chiesti se tale affermazione risponde al vero o si tratta solo di una diceria. Bene, proprio di questo argomento, lo apprendiamo da La Stampa,  si è occupato di recente il New York Times; secondo quanto riportato dal quotidiano statunitense infatti un gruppo di ricercatori ha condotto uno studio proprio per valutare in che modo ridurre la quantità di cibo ingerita influisca sulle dimensioni dello stomaco.

Nel corso della ricerca, condotta presso il Dipartimento di Medicina e Psichiatria del St. Lukes-Roosevelt Hospital della Columbia University, un campione di uomini e donne obese è stato suddiviso in due gruppi: un primo gruppo mangiava liberamente, l’altro è stato sottoposto a una dieta fortemente ipocalorica (meno di 1.000 calorie al giorno) per la durata di quattro settimane; al contempo la capacità dello stomaco di ciascuno di essi era stata misurata mediante l’utilizzo di palloncini di lattice.

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Pranzo dell’Epifania: ultimi consigli per non strafare

pranzo della befana

Per molti di noi i primi mesi freddi corrispondono ad un periodo di letargo, ma al contrario degli orsi che quando arriva l’inverno dormono semplicemente, noi abbiamo spesso l’abitudine per recuperare le forze bruciate durante l’anno, di infilarci dentro ad un tunnel che si chiama peccati di gola, massimamente nel pe­riodo di Natale. Inutile elencare tutte le cose da fare e non fare, ri­spiegare che i dolci (troppi e di tutti i tipi) fanno male, che fare pranzi completi quando il nostro stomaco è abituato diversamente può provocare sconquassi.

Durante le feste certe cose preferiamo non sentircele dire proprio. I nutrizionisti più avveduti, infatti non pon­gono barriere insormontabili, lasciano parecchie vie di uscita. Consigliano magari di mangiare tutto, ma con alcune accortezze. Vediamole:

  1. Non rinunciate ai gustosi manicaretti che trovate in tavola, ma se possibile cercate di evitare i grassi con­tenuti nei condimenti, nelle carni grasse, nei salumi e in altri cibi (salse, maionese); sono i principali colpe­voli del vostro superlavoro ‘festivo’. Se ci riuscite usate per condire l’olio extravergine di oliva, è salu­tare e molto più sicuro di burro, strutto o lardo.
  2. Per cuocere la carne, immancabile commensale del dì di festa, preferite alla cottura con condimenti quella ai ferri per braciole e bistecche o arrosto per fi­letto, carré, cosciotto o stinco. Le parti magre come fesa, spalla, petto di pollo sono buonissime anche in umido, usando come condimenti i tanti sapori delle spezie, delle erbe aromatiche  oppure dell’ottimo aceto balsamico. Tenete presente che i tempi di permanenza nello sto­maco e quindi di digestione di un secondo di carne grassa, condita con maionese o un qualsiasi altro in­tingolo, superano le cinque ore. Chi ha palato fine non vorrà rinunciare alle carni im­panate e fritte, di solito non facilmente digeribili, dun­que moderazione. A proposito di carne ricordatevi che pur essendo fun­zionali al buon funzionamento dell’organismo, le pro­teine assimilabili ad ogni pasto sono al massimo 30-35 grammi pari a circa 150-200 grammi di carne o di pesce. Se si superano questi tetti l’eccedente viene “immagazzinato” come grasso o in parte eliminato.

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Dimagrire dopo le feste, gli italiani si ritrovano con due kg in più

dieta dopo feste

Secondo una stima di Coldiretti, il nuovo anno ha portato agli italiani un aumento di peso di oltre due chili ciascuno; il “merito”, come è facile intuire, è tutto delle kcalorie in più (in media 15-20mila) assunte durante le festività a causa sia del maggior consumo di cibi calorici e bevande alcoliche, sia della quasi totale scomparsa dalle nostre tavole di alimenti come frutta e verdura.

E d’altra parte c’era da aspettarselo se è vero che solamente per il pranzo di Natale e i cenoni della Vigilia e di Capodanno sono stati consumati quasi cento milioni di chili tra pandori e panettoni, ottanta milioni di bottiglie di spumante, ventimila tonnellate di pasta, 8 milioni di cotechini e frutta secca, carne, salumi, formaggi e dolci per una spesa complessiva di oltre cinque miliardi di euro.

I nutrizionisti però tranquillizzano tutti precisando come il leggero sovrappeso del dopo feste sia dovuto soprattutto ad un accumulo di grassi e acqua che può essere smaltito facilmente, e da più parti nel web si vocifera già di una salvifica “dieta leggerezza”.

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Bodytalk: per affrontare meglio i cambiamenti della vita!

BodyTalk

E’ una forma di cura alternativa, si chiama BodyTalk e ora, anche se un pò in ritardo, arriva in Italia, dopo aver conquistato soprattutto i londinesi. Rientra nel gruppo delle terapie olistiche e ha come obiettivo il riequilibrio dell’organismo. In questo, caso, però, si aggiunge l’attenzione al risincronizzare (è questo il termine esatto usato dagli operatori) tutto il sistema energetico. Messo a dura prova, come si sa, dalla nostra quotidiana convivenza con lo stress.

Le conseguenze vanno da una sensazione di continua stanchezza (anche creativa) a dolori che finiscono col diventare cronici: mal di testa, gastriti, contratture muscolari. Per poter agire a 360′ il BodyTalk integra le ultime scoperte nell’ambito della neuroscienza, dell’epigenetica e della neuroimmunologia, con discipline più antiche come lo yoga e l’agopuntura. Il principio è che l’organismo, se è stimolato, riesce ad attivare meccanismi di autoguarigione. La seduta dura circa 40 minuti. Siega Gaetano Tassone, insegnante del metodo

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Aromi antifame contro l’obesità

aromi anti fame

Cambiare l’odore dei cibi per combattere l’obesità; è questa la ricetta proposta da un gruppo di ricercatori olandesi il cui singolare studio è stato pubblicato sulla rivista ACS Journal of Agricultural and Food Chemistry.

E’ infatti ben noto a tutti che mentre il gradevole profumino emanato da alcuni cibi può favorire l’appetito, i cattivi odori, più in generale, possono decisamente farlo passare; la scoperta di questo team di studiosi va però al di là di questa comune consapevolezza e si basa sulla capacità degli aromi emanati da alcuni cibi di indurre più di altri un senso di sazietà durante la masticazione.

Più precisamente, mentre prima del pasto l’odore del cibo stimola l’appetito e la salivazione, durante la masticazione gli aromi svolgono la funzione di inviare al cervello segnali di sazietà; a questo proposito i ricercatori olandesi hanno osservato come i cibi dotati di aromi più intensi inducano prima un maggior senso di sazietà permettendo di ridurre, di conseguenza, la quantità di cibo ingerita.

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Massaggio di venere: dimagrire rilassandosi

massaggio di venere

Il principale ingrediente del massaggio di venere è una finissima polvere di perle usata in miscela con una base di polvere di latte per l’esecuzione delle manovre in sostituzione dell’olio o della crema. La sua consistenza morbida e impalpabile rende infatti la pelle scivolosa, agevolando i movimenti manuali ese­guivi dalla massaggiatrice sul corpo. La scelta delle perle per un massaggio non è casuale: le preziose gemme del mare sono molto ricche di sostanze benefiche per la pelle. Contengono infatti un complesso proteico che stimola e riattiva il metabolismo cellulare, favorendo la produzione di elastina e di collagene. Inoltre sono ricche di calcio e di oligoelementi, ottimi per rigenerare la cute, renderla vellutata e nutrirla fin negli strati profondi. Vengono utilizzate sotto forma di polvere come base per il massaggio e rilasciano i loro principi attivi direttamente sulla pelle esercitando una delicata azione esfoliante, illuminante e antiage.

Alle manovre dirette fatte con le mani si uniscono durante il massaggio stimolazioni indi­rette eseguite con l’ausilio di conchiglie di diversa forma e dimensione. La scelta del tipo di conchi­glie, che possono essere più levigate o più ruvide, compat­te o appuntite, allungale o sferiche, dipende dalle zone di volta in volta trattate, che necessitano di sollecitazioni di intensità e di estensione differente.

Ad esempio sul viso si usano varietà piccole e lisce, per dre­nare e levigare dolcemente la cute. Sull’addome e sul décol­leté si preferiscono invece conchiglie piuttosto grosse e levigate, per una stimolazione delicata. Sulle gambe si rivela­no più adatte alcune forme tondeggianti, con la superficie curva e lucida, che sono mollo gradevoli al tatto. Infine per eseguire manovre riflessogene sulla pianta dei piedi e sui pal­mi delle mani, si impiegano forme coniche, appuntite o con la superficie ruvida.

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Dieta progressiva 3 chili in 3 settimane: prima settimana

dieta progressiva

Una dieta in cui l’apporto calorico si riduce via via pur rimanendo sempre perfet­tamente equilibrato e che aiuta ad affrontare in linea, e con me­no timore di ingrassare, il perio­do delle feste. E’ la dieta progressiva: un pro­gramma ipocalorico dolce, che non prevede drasti­che rinunce ma tre schemi ali­mentari in successione, dal pri­mo, più generoso, all’ultimo più “light”. Un modo per perdere due, tre chili senza grandi sacrifici e senza avvertire la fame, ma soprattutto smaltire qualche chilettio accumulato in questi giorni di festa.

La dieta progressiva inizia con uno schema da 1.400 calorie per poi passare a 1.300 calorie nella seconda settimana e infine a 1.200 calorie nell’ultima. L’obiet­tivo è quello di abituare man mano l’organismo alla restrizio­ne calorica e, nello stesso tempo, imparare a mangiare meno e in maniera equilibrata.

Prima settimana: Lo schema della prima settimana prevede una ricca prima colazione, due spuntini a base di frutta e yogurt e a pranzo una porzione abbon­dante (80gr) dí un primo piatto saporito.  Il programma è di circa 1.400 calorie giornaliere. Ogni giorno sono pre­visti 3 cucchiai di olio d’oliva extravergine per condire. Si può usare un cucchiaino di sale per insaporire.

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Il menù light per il giorno di S. Stefano

menù light s. stafano

Come il giorno di Natale, anche in quello di Santo Stefano vengono di solito proposti menù molto ricchi, in cui la linea è a rischio, soprattutto perché ancora dobbiamo smaltire tutto quello mangiato il giorno prima. Anche a Santo Stefano valgono i consigli salva-linea dei giorni precedenti e quindi, moderazione nel consumo di cibi elaborati, dei dolci e degli alcolici. In particolare è importante “alleggerire” la prima colazione prediligendo frutta fresca, tisane e spremute, soprattutto se si prevede di mangiare molti dolci durante il corso della giornata.

Per contenere le calorie di ogni menù è meglio non esagerare nelle quantità, soprattutto se si hanno davanti piatti ricchi, quindi è meglio limitarsi ad una sola porzione o ad un assaggio, soprattutto se il piatto è particolarmente elaborato. L’esempio di menù light per Santo Stefano che vi proponiamo prevede un apporto calorico di circa 1.900 calorie.

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Il menù light per il giorno di Natale

Nel giorno di Natale si esagera di solito si esagera con il menù e in tavola vengono portate sempre leccornie dannose per la linea; non mi riferisco solo ai dolci, ma soprattutto agli alimenti ricchi di grassi e condimenti elaborati, che di sicuro gratificano il palato ma non l’appetito; infatti se ci si lascia tentare dalle golosità e si assaggiano tutti i piatti, e magari facciamo il bis, si possono oltrepassare le 5.000 calorie giornaliere, pari al triplo del fabbisogno giornaliero di una donna mediamente attiva.

Questo non significa che dovete rinunciare ad ogni tipo di ghiottoneria e avere un po’ di senso della misura e non “lasciarsi prendere” dalla gola. Di seguito vi proponiamo l’esempio di come dovrebbe essere un menù del giorno di Natale, che lasci spazio alle golosità e allo stesso tempo non sia un attentato per la linea; il menù, infatti, prevede un apporto calorico di 2.000 calorie.

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Dieta sana ed equilibrata con i surgelati

surgelati

I surgelati sono prodotti ottenuti mediante il congelamento rapido degli alimenti; in tal modo l’acqua da questi contenuta viene subito trasformata in ghiaccio mantenendone inalterate le proprietà organolettiche e quindi il gusto. Il surgelamento rappresenta quindi un metodo di conservazione assolutamente sicuro che permette l’ottenimento di prodotti alimentari di qualità. Questo però a patto che venga rispettata, anche dopo il loro confezionamento e l’immissione in commercio, la cosiddetta catena del freddo.

In altre parole, la massima qualità degli alimenti surgelati è assicurata solo se dal momento in cui vengono congelati a quello in cui vengono consumati rimangono ad una temperatura non inferiore a -18°C. Ne consegue che per essere certi che non nuociano alla nostra salute basta saperli scegliere e utilizzare nel modo giusto.

Occorre quindi fare molta attenzione all’integrità dei surgelati sin dal momento dell’acquisto e fino all’arrivo a casa: controllate sempre che i termometri dei banchi espositori segnino una temperatura di almeno 18°C e che le confezioni non solo siano integre, ma non presentino neppure lastrine di ghiaccio all’esterno, dettaglio, quest’ultimo, che indica un principio di scongelamento.

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Natale e dieta: ancora consigli utili

natale e dieta

Nei giorni scorsi vi abbiamo fornito diversi suggerimenti per arrivare in forma alle imminenti feste natalizie e per affrontare nel modo migliore i pranzi e i cenoni dei prossimi giorni; oggi vi daremo qualche consiglio per non farvi assalire dai sensi di colpa nel caso in cui esageriate un po’ con le calorie.

Per godervi al meglio questi giorni di festa la cosa migliore è non pensare in modo ossessivo alla linea: un paio di giorni, come la sera della Vigilia, il giorno di Natale e Capodanno, potete anche sgarrare un po’ e recuperare negli altri giorni. Però attenzione: non saltate i pasti per poi concedervi qualche golosità in più gli altri giorni, perché rischiereste di abbuffarvi. Nei giorni in cui non ci sono cene e pranzi festivi scegliete verdura, frutta, pesce, yogurt ed evitate i condimenti troppo elaborati.

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Babbo Natale? A dieta pure lui!

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Panciuto e con delle belle gote rosse, non credo proprio che qualcuno di noi sappia immaginare Babbo Natale diverso da così; eppure, incredibile ma vero, c’è chi lo vorrebbe mettere a dieta. D’altra parte si tratta pur sempre di un personaggio pubblico e la sua immagine rubiconda, presumibilmente frutto di uno stile di vita sedentario e poco sano, rischia di rappresentare un cattivo esempio per grandi e piccini.

A sostenere questo singolare punto di vista è Nathan Grills epidemiologo, esperto di salute pubblica e di medicina preventiva dell’australiana Monash University che, insieme all’illustratore Brendan Haliday, ha reso le proprie dichiarazioni al British Medical Journal.

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Perché si ingrassa d’inverno?

sovrappeso in inverno

Se tra dicembre e gennaio ti ritrovi ingrassata di 5 chili, significa che con la “scusa” del freddo e di doverti difendere dall’influenza, hai incamerato ben 35 mila calorie inutili! Ecco come evitarlo, con le minestre bruciagrassi. Che il ricorso ad un eccesso calorico per difendersi da freddo, influenza e stanchezza di fine anno non sia una giusta strategia è segnalato in modo preciso dal sovrappeso. Ogni 7 calorie assunte in più, il tessuto adiposo aumenta infatti di un grammo: 5 chili in più alla fine dell’in­verno, corrispondono dunque a un ec­cesso energetico complessivo di 35.000 calorie!

E’ vero: quando si abbassa la tem­peratura, se si trascorrono alcune ore all’aperto coperti, aumenta la dispersione termica. Ma in generale  per le persone che si coprono bene e tra­scorrono poco tempo all’aperto il fabbiso­gno calorico aumenta di poco. La tendenza a una maggiore assunzione di cibo non è pertanto dovuta a un maggiore consumo energetico indotto dal freddo, ma è provocata dalla riduzione di energia psichica dovuta, in questo periodo, oltre che ai malumori e agli stress tipici del clima di festa, alla riduzione della luce naturale. La scarsità di luce tende a favorire l’inat­tività spegnendo le “lampadine” del buon umore, dell’entusiasmo, della mo­tivazione ad agire e a relazionarsi col so­ciale, inducendo il metabolismo a girare più lentamente e quindi a bruciare meno calorie.

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Per un cenone light usa curcuma, peperoncino e frutta secca

cenone light

Per trasformare il cenone in un pasto appagante ma anche dimagrante, prova a cambiare l’approccio, e invece di pensare con rammarico a tutto ciò cui si deve rinunciare, convoglia le tue energie ancora di più verso quei cibi go­losi (come pesce, crostacei, frutta secca e cioccolata) che ti fanno sentire meglio, con conse­guenti risultati positivi davanti allo spec­chio e sulla bilancia. Pensandoci bene, come mai risulta così difficile dire “no grazie” all’offerta di una fetta di panettone extra proprio in questo mese rispetto al resto dell’anno? Perché questo dolce è così strettamente legato alle feste da esserne diventato una sorta di icona, e un rifugio per sfuggire allo stress che accompagna sempre il periodo di fine anno.

Basta scardinare questo meccani­smo mentale per accorgersi che si può fare a meno di questa morbida “coperta di Linus” alimentare regalandosi all’interno di aperitivi, pranzi e cenoni altri piaceri. Tra i vari trucchi alimentari, ce ne sono alcuni che consentono di sostituirei cibi killer dei cenoni (come gli arrosti, gli stracotti, i salumi degli antipasti, gli alco­lici, i cibi salati e il sale stesso) con degli equivalenti a volte ancora più gustosi e senz’altro più salutari: scopri quali sono e impara a sfruttarne non soltanto le pro­prietà dimagranti e anzi fame ma anche le virtù cosmetiche.

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Living food e raw food, mangiare crudo per vivere meglio?

living food

Da dove poteva arrivare se non dagli Stati Uniti l’ennesima trovata in fatto di nutrizione? Stavolta si tratta del living food, una sorta di variante/evoluzione del raw food che prevede, oltre alla cottura dei cibi a bassissima temperatura, l’eliminazione completa di alcune categorie di alimenti dalla dieta; due sono infatti i principi sui quali si basa questa filosofia alimentare:

  • Cottura dei cibi a temperatura non superiore a 42.2°
  • Osservanza di una dieta rigorosa e naturale

La cottura, prerogativa del genere umano, viene di fatto considerata dai “consumatori di cibo vivo” la causa delle malattie e dei disturbi più svariati poichè rappresenta un processo di completa distruzione dei nutrienti (soprattutto proteine, vitamine e sali minerali) contenuti nei cibi che li rende oltretutto tossici; a provarlo, assicurano i crudisti, sarebbe l’aumento di globuli bianchi nel sangue che segue appunto l’assunzione di cibi cotti con il conseguente indebolimento delle difese immunitarie; ed è proprio per questo motivo che mangiare cibi crudi aiuterebbe a mantenersi non solo più sani, ma anche più attivi e concentrati.

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Per ridurre il giro vita rabarbaro, fiocchi d’avena e yogurt

La radice di rabarbaro altamente disintossicante, soprattutto se abbinata al consumo di yogurt, succo di melagrana e semi oleosi, previene le fermentazioni addominali. E, di riflesso, riduce anche il punto vita. L’intestino, soprattutto nel suo ultimo tratto (intestino grasso), è il lungo segmento del tubo digerente deputato al riassorbimento dell’acqua e dei sali minerali e all’espulsione delle scorie attraverso le feci. La funzione di riassorbimento è svolta soprattutto dal colon, che assorbe prevalentemente l’acqua. Il colon è caratterizzato anche da un elevato nu­mero di batteri “buoni” (flora batterica intesti­nale), indispensabile per produrre vitamine e per il metabolismo del colesterolo.

Se l’intesti­no non funziona a regime, le tossine ristagna­no nell’addome e favoriscono gonfiori e sovrappeso. Uno stato di intossicazione dell’intestino è  segnalato soprattutto dal fenomeno della disbiosi. Questo disturbo consiste in un’alterazione della normale flora microbica intestinale, con maggiore proliferazione di batteri putrefattivi. Si manifesta con gonfiore intestinale (meteorismo), eventualmente associato a flatulenza e pancia tesa, non necessariamente sovrappeso, talvolta possono accompagnarlo crampi lungo il decorso del colon (fianco destro, fianco sinistro, parte alta dell’addome), spesso associati a diarrea, stitichezza o alternanza tra stipsi e diarrea.

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