Con l’età le donne assumono più peso degli uomini

Anche se le donne e gli uomini d’oggi sono più longevi e più dinamici rispetto ai tempi passati, tutti in vecchiaia tendono ad avere una composizione corporea diversa, costituita più di grasso che di massa magra. La donna, in particolare, in 40 anni, ovvero dai 20 ai 60 anni, assume mediamente 11 chili di grasso .

“Questo aumento di peso è dovuto alla trasformazione del corpo, alla gravidanza affrontata nel corso della vita che fa accumulare grasso e alle modificazioni ormonali che si subiscono in menopausa“.

Lo ha sottolineato il professor Carlo Cannella, insegnante di scienza dell’alimentazione all’Università La Sapienza di Roma, e coordinatore dei diplomi di dietista, analizzando insieme ad un team di ricercatori le motivazioni che spingono molte donne, dopo le festività, a riprendere con più energia l‘attività fisica sottoponendosi a diete strette per arrivare in forma all’estate.

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Il merluzzo e i suoi derivati sono utili per combattere l’obesità

merluzzo contro obesità

L’avreste mai detto che il merluzzo è un ottimo alleato della dieta e un antidoto all’obesità? Forse no, ma è quanto emerge da uno studio islandese della Landspital University Hospital & Faculty of Food Science and Nutrition e dell’University of Iceland. Il merluzzo e i suoi derivati, ovvero stoccafisso e baccalà sono alimenti magri che, secondo le ricerche, contribuirebbero alla perdita di peso nei regimi dietetici ipocalorici.

La ricerca dell’Università islandese ha coinvolto 126 persone obese di età compresa tra i 20 e i 40 anni, che sono state divise in tre gruppi e che hanno consumato per otto settimane una dieta a basso contenuto calorico comprendente un numero variabile di porzioni di merluzzo.

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Pensare ai dolci fa dimagrire

21Per perdere peso basta pensare o osservare un cibo dolce o comunque particolarmente gustoso. Lo ha confermato il risultato di uno studio condotto dal “National Institute for Physiological Sciences” del Giappone, guidato dal dottor Yasuhiko Minokoshi. La squadra del dottor Minokoshi si è concentrata sullo studio delle funzioni e delle particolari proprietà dell’orexina, un ormone presente nel cervello, la cui funzione è quella di legarsi all’ipotalamo quando si è in procinto di mangiare alimenti golosi.

Tale processo innesca una serie di segnali chimici nel cervello che portano ad aumentare la richiesta di glucosio da parte dei muscoli, consumando così calorie senza ingerire nulla. Per verificare questa tesi, gli scienziati hanno fatto esperimenti sulle cavie da laboratorio. L’esperimento, di per sè particolare, è stato abbastanza semplice e si è svolto senza alcun problema. I ricercatori hanno privato alcune cavie dei recettori neurali, quelli in cui entra in funzione l’orexina, lasciando le altre con i recettori in funzione; a tutte è stato iniettato tale ormone direttamente nell’ipotalamo, per osservarne gli effetti.

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La DNE, ovvero la dieta della nicchia ecologica/1

dieta nicchia ecologica

La DNE ovvero la Dieta della Nicchia Ecologica, è uno stile alimentare e di vita che consente all’organismo di funzionare al meglio, ritrovando il ritmo ottimale delle sue funzioni vitali. Aiuta a riconquistare e mantenere il peso forma in modo naturale, senza regole rigide e restrizioni eccessive e può essere il punto di partenza per un benessere completo, fisico e psicologico. La nicchia ecologica è per ogni specie animale l’insieme dei fattori favorevoli che le permettono di vivere al meglio: l’habitat, le relazioni all’interno e all’ester­no della specie, la possibilità di procurarsi il cibo più adatto. Anche per l’uomo, vive­re all’interno della propria “nicchia ecolo­gica” significa rispettare il programma al quale si è adattato nell’arco di centinaia di generazioni, in cui rientra anche alimen­tarsi nel modo giusto.

Nutrirsi con la DNE non vuol dire imporsi privazioni, divieti rigidi: è una scelta al positivo. Non si mangia meno, si mangia meglio. Per questo le quantità non sono fissate in modo rigido. Un organismo efficiente è anche guidato dal sano istinto che orienta ogni animale non solo nella scelta del cibo, ma anche nelle quantità da assu­mere, che non sono mai eccessive. La DNE aiuta a uscire dalle dipenden­ze alimentari e dalle catti­ve abitudini. Questo aiuta a mantenere nel tempo un’alimentazione corretta e, di conseguenza, il proprio peso forma, smaltendo i chili di troppo.

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La dieta delle spezie

dieta delle spezie

Le spezie, complice la passione per la cucina etnica, sono sempre più apprezzate. Possono essere aggiunte anche ai piatti più semplici e danno un sacco di novità e di benessere rendendo anche una ricetta ipoca­lorica sfiziosa e invitante. Permet­tono di ridurre la quantità di sale e condimenti, sono ricche di vitami­ne e sali minerali come calcio, po­tassio, magnesio e manganese. Esaltano i sapori delle pietanze e alcune (pepe, peperoncino, noce moscata, zenzero, curry) sono to­nici naturali, in grado di stimolare, anche se in modo blando, il meta­bolismo.

Per questo sono amiche della linea e, sapientemente ag­giunte ai menù di chi è a dieta, aiutano a perdere peso più rapida­mente. Tutte le spezie hanno poi spiccate proprietà digestive. Contrastano i gonfiori e hanno una funzione di­sintossicante. La dieta delle spezie fornisce circa 1.300 calorie al giorno e aiuta a perdere 4 chili in un mese. Prevede pesce, legumi e carni bianche ricchi di proteine e poveri di grassi. Mentre le quantità di latticini e carne rossa sono controllate per evitare un eccessivo apporto di grassi saturi. Grande spazio è dato alle verdure di stagione, preziose per il loro contenuto di fibre, vitamine e sali minerali. Al mattino appena sveglie bere un bicchiere di acqua oligominerale tiepida con un cucchiaino di radice fresca di zenzero tagliata o grattugiata al momento

Lunedì:

Colazione: un vasetto di yogurt magro con un pizzico di cannella e 3 mandorle.
Spuntino: un bicchiere di spre­muta di arance
Pranzo:60g di riso cotto con 200g di zucca a pezzetti e un piz­zico di curry: 50g di prosciutto crudo magro: 200g di insalata di sedano e lattuga
Merenda: un frutto di stagione
Cena: 200g di cavolfiori al vapore; 150g di petto di tacchino grigliato; 200g di insalata; 50g di pane

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PastaTrend Bologna 2010: il primo Salone mondiale della Pasta

salone della pasta bologna 2010

Tutti gli amanti della pasta dovranno tenersi liberi dal 24 al 27 aprile, quando a Bologna si terra la prima edizione di PastaTrend, ovvero il Salone della Pasta; una quattro giorni interamente dedicata alla pasta, ai sughi e agli abbinamenti alimentari legati a questo alimento, organizzata da Avenue Media.

PastaTrend sarà anche l’occasione per ribadire il primato italiano della pasta, sia nelle tecnologie che nella produzione: non ha caso la pasta prodotta in Italia rappresenta il 75% della produzione dei Paesi dell’Unione europea.

Per descrivere al meglio PastaTrend basta affidarsi alle parole degli organizzatori, che definiscono l’evento come:

la grande piazza dove il consumatore potrà finalmente incontrare il produttore ed essere direttamente informato. Sarà uno spazio in cui effettuare assaggi, fare acquisti eccellenti, acquisire e conservare esperienze, ma anche un Salone da vivere, una risposta alla crisi che ha investito il sistema produttivo e commerciale, da parte di chi lavora e investe sull’eccellenza.

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Il cibo determina gli odori del corpo?

dieta e odori

Il cibo determina gli odori del corpo? È vero oppure o no? Questo tema è fonte di dibattiti da diverso tempo e ha dato il via ad esperimenti quantomeno bizzarri. Forse anche voi avrete notato che l’odore della pelle cambia a seconda di ciò che mangiate, ma di sicuro non siete arrivati a fare ciò che ha fatto un equipe di ricercatori della Repubblica Ceca, quando, nel 2006 chiese a 30 uomini di non lavarsi per 15 giorni e di sottoporsi a due diete differenti.

Al termine del periodo di esperimento, alcune donne avrebbero dovuto annusare le camicie degli uomini sottoposti allo studio all’altezza delle ascelle; il risultato fu che coloro che avevano seguito una dieta a base di carne rossa puzzavano di più rispetto a quelli che avevano mangiato solo frutta e verdure.

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I falsi miti dell’alimentazione

Avete presente i miti alimentari frutto della saggezza popolare come:  “una mela al giorno toglie il medico di torno”? Bene, a parte questo sulle mele, gli altri, almeno secondo il Daily Mail, sono destinati a crollare uno dietro l’altro. Il quotidiano inglese ha demolito, in un articolo, tutti i miti dell’alimentazione, dimostrando scientificamente come in realtà siano ben lontani dall’essere le panacee di tutti i mali.

I primi ad essere messi sulla gogna sono i mirtilli, da sempre considerati il “cibo perfetto” perché ricchi di antiossidanti; in realtà, di antiossidanti ne contengono solo un tipo, tra l’altro presente sia nell’uva che nel cioccolato fondente. Ancora una buona notizia per i golosi, in quanto pare proprio che le barrette dietetiche, invece che dimagrire, facciano ingrassare in quanto ricche di zuccheri, carboidrati e dolcificanti sintetici.

Buone notizie anche per chi ama le uova, da anni accusate di far alzare il colesterolo: che lo contengano è indubbio, ma è anche vero che il corpo è in grado di regolarsi, e che l’uovo è un alimento altamente nutritivo; “scagionata” anche la margarina, da sempre accusata di far male al cuore; ciò era vero in passato, ma ora che è fatta con grassi monoinsaturi è più sana del burro.

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Il test del DNA ci dirà se dimagriremo con successo

dieta del dna

Secondo uno studio statunitense, le persone che seguono una dieta adeguata al loro genotipo perdono più peso rispetto a quelle che seguono una dieta che non risponde a questa caratteristica.

Lo studio, presentato qualche giorno fa al convegno annuale dell’American Heart Association, che ha avuto luogo dal  2-5 marzo a San Francisco, in California, è stato condotto da un team di ricercatori della Stanford University su un campione di 141 donne di mezza età e in sovrappeso, tutte appena sottoposte a una dieta della durata di un anno, delle quali è stato analizzato il Dna.

Dall’analisi sono emersi tre genotipi diversi: uno con una buona risposta a diete povere di carboidrati (le cosiddette diete low carb), uno maggiormente sensibile a diete povere di grassi e uno a diete bilanciate( con pochi grassi e pochi carboidrati); quindi, una volta incrociata l’analisi del genotipo con i risultati ottenuti dalle diete i ricercatori hanno osservato che le donne che avevano seguito la dieta compatibile con il loro Dna erano riuscite a dimagrire il doppio o il triplo più delle altre.

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La cottura saltata

Oggi continuiamo il nostro viaggio alla scoperta delle proprietà dei metodi di cottura più diffusi analizzando la cottura saltata o “al salto”. La cottura al salto è quella per cui un alimento di piccolo spessore viene cotto a fuoco vivo con del grasso riscaldato; la cottura saltata viene usata soprattutto per il pesce, le verdure e la carne.

La cottura saltata avviene per concentrazione, e la trasmissione del calore si verifica per conduzione e grazie al contatto con il grasso di cottura. I recipienti ideali per la cottura al salto sono le padelle con il fondo piatto e i bordi più o meno bassi.

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La dieta per avere figli maschi?

dieta e sesso del nascituro

Secondo quanto sostiene una ricerca dell’Università del Missouri, coordinata da Cheryl Rosenfeld e pubblicata su PNAS – Proceedings of the National Academy of Sciences, la dieta della futura mamma influenza il sesso del nascituro: le donne in gravidanza che seguono una dieta più calorica e fanno colazioni abbondanti infatti avrebbero maggiori probabilità di mettere al mondo un figlio maschio, rispetto alle donne in dolce attesa più attente alla linea e, direi alla salute, che scelgono cibi meno grassi.

La ricerca avrebbe mostrato come un elevato introito calorico durante la gravidanza farebbe aumentare da  dieci a undici la probabilià di avere un figlio maschio ogni venti nascite. Come spiega la Rosenfeld:

Dai dati emerge che diete ad alto contenuto calorico e che prevedono prime colazioni costanti e abbondanti favoriscono la nascita di maschietti mentre le diete a basso contenuto calorico tendono a favorire le femminucce

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Mania per il cibo salutare: ortoressia

I segnali d’allarme sono tanti: rifiutarsi di mangiare un’insalata con le foglie tagliate perché ha perso proprietà nutritive. Considerare il formaggio un cibo pericolosamente malsano. Sentirsi intossicati se si è ceduto di fronte a una barretta di cioccolato. A volte “mangiare sano” diventa una vera e propria ossessione. Peggio: uno scudo dietro cui si nasconde un disturbo alimentare subdolo: l’ortoressia.

Chi ne soffre si impone una dieta fatta di regole ferree: si comincia con una scelta maniacale dei cibi ritenuti “puri” per arrivare poi, gradualmente, a limitare anche quelli. Alla fine nel piatto resteranno pochissimi alimenti, tanto da causare conseguenze gravi per la sopravvivenza stessa, proprio come succede con l’anoressia e la bulimia. La scorsa estate, i dati di un’indagine sociologica hanno costretto il National Health Servite britannico a lanciare l’allarme, perché non si tratta più di qualche caso isolato.

 C’è chi arriva perfino a rifiutare frutta e verdura colti da più di 15 minuti. Per non parlare della carne, di solito tra i primi alimenti a finire nella lista dei sospettati. La cosa grave è che chi soffre di ortolessia si “mimetizza” facilmente. La scusa è quella di preoccuparsi della propria salute, scegliendo alimenti sani: obiettivo politicamente corretto e soprattutto socialmente accettato. Peccato che invece nasconda un comportamento ossessivo, una mania, un disturbo:

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I sogni aiutano a dimagrire

Qual è il nemico più importante del dimagrimento? La convinzione che non si riuscirà mai a perdere peso. Oggi gli studi sul cervello ci dicono che, se di una cosa non siamo convinti, è meglio rinunciare, non farla. La frustrazione dell’insuccesso aumenta ancora di più la disistima e il prossimo tentativo di dimagrire diventerà ancora più difficile. Non essere convinti della riuscita ci porta a vivere in lotta con noi stessi: così si arriva a pensare al tutto il giorno, anche se non si ha fame.

Fateci caso: quando siamo felici, gioiosi e contenti ci viene molto più facile mangiare meno, perché siamo pieni di emozioni positive. Nel cervello il centro del piacere blocca quello della fame e quindi, più siamo felici e più perdia­mo peso. Mai rimandare la Felicità, in attesa di es­sere più belli e più magri. Mai! Quando non crediamo di riuscire a raggiungere un obiettivo, come dimagrire, bisogna cambiare il modo di pensare.

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Come mettersi a dieta

Perdere peso non è solo una questione di cibo e di calorie: perché il metabolismo si sblocca solo quando tutta la nostra vita, nella sua globalità, ci spinge al cambiamento e alla ricerca di una nuova forma. Dieta: questa parola spesso richiama un’idea di rinunce, tristezza, lavoro in più in cucina, limitazione nei movimenti e nella socialità, malumore… Con queste premesse “pu­nitive” di certo non si va lontano. Stringeremo i denti finché riusciremo, ma sarà come tendere una corda al massimo: prima o poi si spezzerà e allora scatteranno le abbuffate compensatorie, i boicottaggi più o meno inconsapevoli e il conto alla rovescia per potersi permettere un piccolo strappo dopo tanti sacrifici.

Una dieta che faccia cambiare, per un tempo limitato, solo il nostro modo di mangiare non serve a nulla. Ecco perché, se hai intenzione di iniziarne una, o semplicemente di mangiare meno, il tuo programma dovrà prevedere un cambiamento a largo raggio, un mutamento di stile di vita che deve iniziare non dopo la dieta ma già mentre dimagrisci, se non ancora prima. Solo se la dieta cambia la tua testa potrà cambiar anche la tua forma fisica. E, per partire col piede giusto, programmiamo i nostri obiettivi.

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Programma contro cedimenti e smagliature

Il programma snellente a base di estratti proteici rassodanti comprende alcuni semplici trattamenti da ripetere 2-3 volte alla settimana per cicli di un mese. Basta un’ora di tempo, preferibil­mente la sera: dapprima si eliminano le cellule morte con un gommage a base di crusca e miele, in modo da restituire all’ epidermide la giusta ossigenazione; poi si procede con il bagno e il massaggio al latte e agli estratti di lumaca, che riattivano il collageno. E, se sei co­stante, già dopo un mese noterai che la pelle è più tesa, elastica e compatta, ed eventuali smagliature saranno meno evidenti.

Prima di tutto fai un gommage: la lieve azione esfoliante della crusca, che trovi nei negozi di cibi naturali, unita ai suoi principi nutritivi, libera la cute dalle scorie, apre i pori della pelle e ne stimola la rigenerazione. Il miele invece grazie alla sua ricchezza di enzimi, ha un effetto rassodante. Prepara lo scrub: la sera, prima del bagno, amalgama una tazza di crusca con un po’ di acqua tiepida fino ad ottenere una pastella di media consistenza. Aggiungi 2 cucchiai di miele grezzo, mescola e poi massaggia il composto sul corpo con un certo vigore, insistendo sui punti meno tonici.

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Per rassodare servono miele, latte e mele!

La pelle che “cede” ci sta dando un segnale ben preciso: è troppo piena di tossine e non à riesce più a rigenerarsi. Un eccesso di scorie, infatti, rallenta o addirittura impedisce la nuova formazione di collageno, la sostanza che è alla base di un’epidermide compatta e senza celluli­te. Di conseguenza la pelle diventa opaca, flacci­da e priva di tono. Soprattutto a fine inverno, quando la pelle co­perta da numerosi strati di vestiti pesanti non riesce a essere ben ossigenata, le flaccidità diven­tano più evidenti.

E se non vuoi rischiare di arri­vare alla bella stagione in linea ma con la pelle cadente, affidati a miele, latte ed estratto di lu­maca: i nuovi e potenti tonificanti naturali. La prima mossa da fare per ottenere un effetto rassodante sui tessuti flaccidi è seguire una cura depurativa a base di un eccezionale frutto spazzino: la mela. Per tutto marzo ogni mattina bevi un centrifugato di mela, o se non hai la centrifuga, un bicchiere di succo di mela trasparente senza zucchero; come spuntino pomeridiano, gusta una mela fresca o cotta la forno con una spolverata di zucchero di canna e cannella.

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Avena selvatica contro l’invecchiamento cerebrale

L’avena selvatica, appartenente alla famiglia botanica delle Graminacee, viene tradizionalmente impiegata nella terapia con i fiori di Bach per il trattamento di problemi di affaticabilità, irritabilità e mancanza di concentrazione. Forse però coloro che ne hanno sentito parlare per via del suo impiego fitoterapico non sanno che si tratta di una pianta erbacea che cresce spontanea non solo nelle aree rurali, ma anche sui cigli delle strade, dove passa per lo più inosservata, ed è attualmente  considerata dai più alla stregua di un’erbaccia o, nel migliore dei casi, di un sollazzo per i bambini.

Ebbene, i risultati ottenuti da un gruppo di ricercatori australiani dell’UniSA Nutritional Physiology Research Centre non solo confermano le proprietà benefiche dell’avena selvatica (o avena fatua) ma confidano anche nel fatto che sarà proprio questa a salvarci dall’ineluttabile declino cerebrale che ci attende in vecchiaia; questo apparentemente oscuro vegetale conterrebbe infatti delle sostanze in grado di migliorare le prestazioni cognitive, soprattutto degli over  65, aumentando il flusso di sangue al cervello.

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Science in Nutrition Roma 2010: due giorni per parlare di nutrizione

Venerdì 5 e sabato 6 marzo 2010 al Centro Congressi Parco dei Principi di Roma si terrà il Secondo Congresso Internazionale Science in Nutrition 2010, al quale parteciperanno i nutrizionisti di tutto il mondo per affrontare i temi legati alla nutrizione, al ruolo dei cibi nei processi anti invecchiamento e nella prevenzione delle malattie, e quelli legati all’alimentazione degli sortivi.

Il congresso, dal titolo “Indice glicemico nella nutrizione per la salute e per lo sport” è organizzato dalla Fondazione Paolo Sorbini e vanta il riconoscimento del Ministero della Salute e il Patrocinio concesso dal Ministero della Gioventù. Durante le sessioni del congresso verranno proposti approfondimenti sull’alimentazione basata non solo sulla quantità delle calorie ma soprattutto sulla scelta di cibi con un indice glicemico basso, in grado di influenzare in modo positivo il sistema ormonale.

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