Latte di soia, calorie e valori nutrizionali

Il latte di soia è, come è facile intuire, una bevanda molto diffusa nei paesi orientali, ma già da diversi anni è facilmente reperibile in qualunque supermercato italiano anche grazie al suo impiego come sostituto del latte vaccino nei casi di intolleranza al lattosio o allergie alla caseina e nell’ambito delle diete di tipo vegano; si tratta infatti di un alimento completamente vegetale, costituito da un’emulsione di grassi, acqua e proteine,  e può essere ottenuto sia dalla lavorazione della soia intera che da quella della farina di soia.

Più precisamente per ottenere il latte di soia i “fagioli” di soia essiccati vanno immersi in acqua per almeno tre ore, quindi, una volta reidratati, vengono macinati; alla purea così ottenuta si aggiunge la quantità di acqua necessaria ad ottenere la consistenza adeguata e successivamente il liquido che ne deriva viene bollito e filtrato.

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Tofu, ottimo per la linea e la salute

tofu calorie

Il tofu, noto anche con il nome di formaggio di soia, è un alimento di origine cinese, molto diffuso nei paesi orientali, ricavato dalla cagliatura del latte di soia e dalla sua successiva pressatura in blocchi. Si tratta di un alimento molto ricco di proteine che, risultando sostanzialmente insapore e inodore, viene utilizzato come base per la preparazione di pietanze sia dolci che salate soprattutto nella cucina vegetariana.

Il formaggio di soia rappresenta inoltre un ottimo sostituto dei formaggi tradizionali per chi non digerisce il latte vaccino o è intollerante al lattosio ed è spesso presente nelle diete dimagranti grazie al basso contenuto calorico e al ridotto contenuto di sodio. Molto ricco di calcio (ne apporta una quantità superiore del 20% a quella del latte di mucca) apporta anche discrete quantità di minerali quali potassio, ferro e fosforo e di isoflavoni della soia, fitoestrogeni sempre più impiegati nella cura dei sintomi della menopausa, oltre che lecitina, che aiuta a tenere sotto controllo il colesterolo cattivo.

In commercio sono reperibili due tipologie principali di tofu: il tofu fresco e il tofu conservato; il primo viene prodotto direttamente dal latte di soia, il secondo si ricava dalla lavorazione del tofu fresco. A seconda della quantità di acqua estratta dalla cagliata il tofu fresco viene suddiviso a propria volta in tre varietà principali:

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Kamut, un possibile sostituto del frumento

Il kamut è un antico tipo di grano di origine egiziana, molto usato per la preparazione di pane e pasta in quanto la sua farina può sostituire quella di grano duro; l’uso di questo cereale ai giorni nostri si deve ad un coltivatore del Montana che propagò alcuni semi trovati in una tomba egizia, dopo essere tornato da un viaggio sulle sponde del Nilo. Negli anni settanta l’agronomo Bob Quinn si interessò a questo grano prodotto da quei semi egiziani e lo chiamò “kamut”, che vuol dire grano nella lingua egiziana antica; il nome scientifico del kamut è Triticum turgidum.

Rispetto al grano comune, il kamut è più ricco di proteine, ben il 40% in più, e di minerali, come il magnesio e lo zinco, inoltre contiene vitamine e acidi grassi insaturi; è un alimento molto energetico e quindi è indicato nella dieta degli sportivi e delle persone che devono riprendersi dopo un periodo di convalescenza, anche perché è facilmente digeribile.

La farina di kamut è molto dolce, tanto che il suo sapore ricorda quello delle nocciole e del burro, e può essere sostituita a quella di frumento in quasi tutte le ricette, anche se per adesso è usata soprattutto nelle preparazioni dolciarie.

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Fagioli azuki, ovvero la soia rossa

Molto diffusi nei paesi orientali, soprattutto in Giappone, dove sono secondi solo alla soia, i fagioli azuki rossi cominciano a fare sempre più spesso la propria comparsa sulle nostre tavole, anche grazie al numero crescente di persone che cominciano a seguire una dieta macrobiotica. Si tratta di piccoli legumi di colore rosso scuro cui ci si riferisce anche con il nome di soia rossa; tale denominazione però è erronea, poichè l’azuki è un fagiolo e condivide con la soia solo l’appartenenza alla famiglia delle leguminose.

Come la gran parte dei fagioli, gli azuki sono molto ricchi di fibre solubili e aggiungerli alla propria dieta è utile a regolare la motilità intestinale e a tenere a bada il colesterolo cattivo; rappresentano inoltre una buona fonte di sali minerali quali potassio, manganese, magnesio, ferro, rame, zinco e di vitamina B3 a fronte di un ridotto contenuto di sodio e di grassi. I fagioli azuki apportano inoltre un discreto quantitativo di proteine vegetali e consumati insieme a cereali ed altri legumi rappresentano un’ottima alternativa alla carne.

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Chiacchiere di carnevale, si ma quante calorie?

Chi di noi non è già caduto nella tentazione di sgranocchiare qualche chiacchiera di carnevale? Questo dolce tipico, che prende in realtà svariate denominazioni nelle diverse regioni italiane (sfrappole, cenci, frappe, galani, bugie), è infatti talmente diffuso in questo periodo dell’anno che non c’è pranzo domenicale o festa tra amici che non ne veda la presenza. E, complice il loro aspetto leggiadro, è proprio in queste occasioni conviviali che, quasi senza accorgersene, si finisce sempre per mangiarne qualcuna in più, completamente dimentichi del fatto che la loro irresistibile leggerezza è solo apparente.

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Frappe al forno: così riduci i grassi del 50%

Preparare le frittelle di Carnevale al forno può sembrare un controsenso. Di fatto, però, evitare la frittura  garantisce un risparmio calorico che non va a incidere sulla bontà. Anche in questo caso, come per la ricetta precedente, la pasta va tirata molto sottile e possibilmente con uno spessore omogeneo, sempre per facilitare una migliore cottura. Inoltre, spennellando la superficie con un velo di latte, risulteranno più dorate. Infine, per evitare che assorbano tutto lo zucchero a velo di copertura, basta aspettare che siano fredde prima di cospargerle.

Ingredienti per 4 persone:

  • 250gr di farina bianca ( o integrale)
  • 50gr di burro
  • 40gr di zucchero
  • 1 uovo
  • 2 cucchiai di rum
  • 1 limone
  • 1 punta di lievito
  • latte
  • sale
  • zucchero a velo

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Mais, calorie e valori nutrizionali

In Europa il mais è arrivato in seguito alle prime spedizioni di Colombo, le quali portarono dall’America alcuni chicchi di una graminacea di cui si nutrivano gli indigeni; inizialmente fu usato soprattutto per l’alimentazione del bestiame, ma ben presto fu utilizzato anche per quella umana. Oggi è uno dei cereali più diffusi, ed è una delle coltivazioni più importanti del continente europeo, anche se il record spetta ancora all’America dove è alla base dell’alimentazione, soprattutto dei paesi meridionali.

Il mais è chiamato anche grano turco per l’abitudine cinquecentesca di definire “turco” tutto quello che era di provenienza straniera; ne esistono due varietà: il mais bianco e il mais giallo. Il mais può essere considerato un calmante naturale, ed è indicato per chi possiede un metabolismo molto accelerato; inoltre svolge un’attività disintossicante e depurativa e contiene carboidrati, proteine, anche se in quantità minore rispetto agli altri cereali, grassi insaturi, vitamina A e sali minerali.

Possiede proprietà energetiche, ed è adatto in caso di nervosismo o irritabilità.  Può essere inserito nella dieta dei diabetici ed è privo di glutine, quindi adatto a chi è intollerante a questa sostanza. Il mais possiede anche proprietà diuretiche: il decotto dei suoi stimmi, ovvero delle barbe, si usa per risolvere problemi della vescica, cistiti, coliche renali, e per mantenere in salute i reni.

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La cottura dei cereali

cottura dei cereali

Per la cottura dei cereali è necessario innanzitutto avere le pentole adatte, ossia evitare recipienti di alluminio, che si graffiano facilmente e che tendono ad ossidarsi, e sono sconsigliate anche quelle in materiale antiaderente. Le pentole ideali per la cottura dei cereali sono quelle in ghisa, che richiedono temperature più basse, meno acqua per la cottura, sono più resistenti e facili da pulire; anche le pentole in acciaio inossidabile e quelle in terra da fuoco. Gli utensili più adatti, come i mestoli, sono quelli di legno.

Prima dell’uso i cereali in chicchi devono essere lavati e sciacquati per privarli della polvere; in caso del miglio e del grano saraceno è bene anche tostarli in modo da essere più digeribili. I tempi di cottura variano a seconda del cereale, in ogni caso la cottura deve sempre avvenire in acqua, anche quella conservata dalla bollitura delle verdure, perché è ricca di sali minerali.

Nella cottura dei cereali in chicchi, dopo aver portato ad ebollizione l’acqua, bisogna aggiungere il sale, e continuare la cottura con il contenitore coperto a fiamma bassa, per il tempo necessario. In alcuni casi bisogna tenere ammollo il cereale prima di cuocerlo, in modo da ottenere una cottura più omogenea dei chicchi e meno prolungata; anche la quantità di acqua da usare per la cottura varia a seconda del cereale e del tipo di pentola usata.

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Dolci di carnevale in versione light: nastri integrali

frappe di carnevale light

Chiacchiere, struffoli, bugie, cenci, crostoli… Le frittelle più golose di febbraio, tipiche dei periodo di Carnevale, hanno molti nomi diversi e spesso cambiano anche alcuni ingredienti nella composizione, in base alla regione di provenienti. Ad ogni modo, e in ogni variante, costituiscono comunque sempre una tentazione pressoché irresistibile ma altrettanto pericolosa perché una porzione di questi dolci, pari a circa 4-5 pezzi, valgono da soli la metà della razione calorica quotidiana. Rinunciarvi del tutto? Non è necessa­rio e, soprattutto, può scatenare un senso di fru­strazione che prima o poi ci spingerà a mangiarne in eccesso.

Piuttosto, è meglio provare a farle in casa, ricorrendo a qualche trucchctto per non ren­derle eccessivamente grasse e “pesanti“. Un prímo accorgimento per ridurre le calorie delle frittelle è quello, di tirare la sfoglia molto sottile (basta infarinare molto bene il piano di lavoro e il mattarello, in modo che la pasta non si attacchi);  la frittura risulterà più leggera, più rapida (così le frittelle assorbono meno olio) e molto fragrante.

In più usando la farina integrale aumenta la quantità di fibre benefiche per l’intestino. Chi volesse può aggiungere un pizzico di vanillina all’impasto, così da dare al tutto ancora più sapore, senza dover esagerare con lo zucchero a velo.

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Orzo, calorie e valori nutrizionali

orzo

L’uso nell’alimentazione umana dell’orzo va sempre più diminuendo: se si esclude il suo utilizzo per produrre birra e whisky, nei paesi ad alta industrializzazione viene usato più per gli animali che per l’uomo; eppure l’orzo è una delle più antiche graminacee utilizzate dall’uomo per la sua alimentazione, in quanto, crescendo anche in terreni poco fertili e adattandosi a qualsiasi clima, può essere coltivato in quasi tutti i paesi del mondo.

Per l’alimentazione umana si usa in genere l’orzo duro, che è più ricco di proteine, mentre per la preparazione del malto per whisky e birra, l’orzo tenero, che contiene più amido; poi c’è l’orzo perlato, ovvero sottoposto a processi di sbiancatura e di lucidatura e privato della crusca, l’orzo integrale, che mantiene i fattori bionutrizionali in quantità maggiore di quello perlato. In commercio si trova anche l’orzo decorticato che è un ottimo compromesso tra quello integrale e quello perlato; questo tipo di orzo viene sottoposto a un processo di decorticazione nel quale vengono eliminate alcune parti esterne della buccia, ma che gli fa conservare le sue caratteristiche nutrizionali.

L’orzo è un alimento molto nutritivo: contiene amido, proteine, zuccheri, sali minerali e vitamine del gruppo A e B; è molto digeribile ed è un valido aiuto nella prevenzione delle malattie polmonari e cardiovascolari, svolge un’azione disintossicante ed emolliente, in quanto cura i disturbi e le infiammazioni dell’apparato digerente e delle vie urinarie.

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Il topinambur, ovvero la patata americana

Il topinambur è un tubero originario del Nord America e del Canada, conosciuto anche come patata americana; in Italia è coltivato in alcune zone del centro e del nord e da esso si può ottenere anche una farina che può essere usata per la produzione di prodotti da forno. Il topinambur è un alimento che contiene diverse sostanze interessanti; innanzi tutto è ricco di zuccheri complessi, soprattutto di inulina una sostanza costituita da fruttosio e amido, molto utile per chi soffre di diabete perché non è composta da glucosio; l’inulina è in grado di ridurre il colesterolo totale e il trigliceridi nel sangue, inoltre possiede un leggero effetto lassativo.

Il topinambur contiene anche asparagina, un aminoacido necessario nel metabolismo dell’alcol, la colina, una sostanza che protegge le cellule dai danni da ossidazione, e arginino, un aminoacido che aiuta il tessuto del fegato a rigenerarsi. Questo tubero contiene anche vitamine del gruppo A e B, fibre solubili, potassio, ferro e, aspetto da non trascurare, pochissime calorie, quindi è adatto ad essere consumato in regimi alimentari ipocalorici e comunque senza condimenti pesanti.

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Grano saraceno, calorie e valori nutrizionali

grano saraceno

Pur essendo conosciuto come cereale, il grano saraceno, detto anche grano nero, non è una graminacea, bensì una poligonacea che, però, grazie alle sue virtù nutritive, non ha niente da invidiare ai cereali veri e propri. La pianta del grano saraceno è probabilmente originaria dell’Asia, e pare che sia stata introdotta in Europa dai Tartari e dai Turchi durante il Medioevo; per molto tempo è stato uno dei nutrimenti di base dell’Europa, perchè, mescolato alla farina, veniva usato per fare il pane, la polenta e diversi tipi di zuppe.

Il chicco del grano saraceno si presenta protetto da una cuticola nera non commestibile, e quindi può essere consumato solo previa decorticazione. Il grano saraceno è un alimento piuttosto equilibrato, in quanto contiene una buona quantità di ferro, di vitamina B ed E, di sali minerali e di aminoacidi essenziali; inoltre possiede proprietà energetiche e fortificanti, tutte qualità che, insieme alla presenza di calcio e vitamine, lo rendono perfetto alla dieta degli sportivi.

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Come fare il pane integrale in casa

Il pane integrale a lievitazione naturale è conosciuto anche come pane da pasta madre perché come lievito    viene usato un pezzetto dell’impasto della pagnotta che si è fatta il gior­no precedente. Si trova nei negozi di alimentazione naturale e nelle bio-cascine che vendono prodotti da agricoltura biologica. Se proviamo questo pane, un vero e proprio ali­mento vivo, ci accorgeremo di quanto insipido sia il pane “comune”, prodotto con farine lasciate nei sacchi per settimane: già il giorno successivo all’acquisto diventa secco.

 Il motivo è che la sua lievitazione è stata indotta (da lievito di birra o chimico): con questo procedimento è rimasto attivo l’acido fitico, una sostanza responsabile della secchezza immediata del pane stesso. Anche i “pani speciali”, sempre più numerosi nelle nostre panetterie, sono da evitare in quan­to contengono strutto, olio di oliva, grassi, latte. I pani industriali (confezionati a media e lunga scadenza) che troneggiano nei banchi del supermercato sono alimenti morti, pieni di additivi e conservanti.

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Pasta e fagioli light, versione con i gamberetti

A questa versione alleggerita della pasta e fagioli sono stati aggiunti anche i gamberetti, che apportano si altre proteine, ma senza pesare in modo eccessivo sul totale delle calorie. In questo modo, l’apporto calorico del piatto è più che accettabile ( solo 450kcl a persona), dato che i gamberetti hanno circa 100 calorie ogni etto, contro le oltre 400 della pancetta. E anche se la quantità utilizzata è superiore a quella della pancetta, il totale finale è sempre inferiore. In definitiva, dunque, pasta e fagioli in versione “mare e monti” si può anche servire come piatto unico, da accompagnare con una insalata mista poco condita.

Questa ricetta è più digeribile e non crea gonfiore; inoltre le proteine dei gamberetti rassodano e grazie agli Omega 3, “sgrassa” il sangue.

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Cibo in scatola: poche calore con il sottovuoto

cibo in scatola

Sono ormai píù di duecento anni che il cibo in scatola è entrato a far parte del nostro quotidiano ed è diventato una consuetudine in dispensa. Certamente ha ragione chi sostiene che il cibo fresco sia da preferire rispetto a quello conservato in scatola, ma ciò non toglie che anche quelli racchiusi in piccoli contenitori di banda stagnata possano essere un valido aiuto per preparare piatti sani, leggeri ed equilibrati. Per usarli al meglio è bene conoscerne le caratteristiche, i vantaggi e gli svantaggi.

Gli alimenti in scatola possono essere utili per dare più sapore ad altre verdure fresche con poche calorie. Oltre al tonno naturale, al salmone o alla carne in gelatina, prova ad arricchire un’insalatona con fagioli, ceci o mais. E ancora: con una scatoletta da 80 g di tonno al naturale, con un po’ di pomodoro in scatola e una dose media di pasta puoi pre­parare un piatto unico completo con sole 400 calorie, da condire con un cucchiaino d’ olio d’oliva a crudo. Siamo abituati a guardare con attenzione ingredienti e date di scadenza dei prodotti freschi. Per quanto riguarda quelli in scatola bisogna fare ancora più attenzione, per decifrare con precisione l’etichetta e in generale informazioni riportate sulla confezione.

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Il pane biologico: per perdere peso e riattivare la peristalsi

pane biologico lievitazione naturale

Il pane è un alimento che non deve mai mancare sulla tavola. Possiede, al di là del patrimonio nutritivo ed energetico, il valore aggiunto del calore, del senso di unità, di appartenenza alla terra, al seme (al chicco di grano) che è simbolo di vita e rinascita. E, nonostante quel che si crede, anche per chi segue un regime ipocalorico il pane non deve mancare in tavola. Il miglior pane per chi è attento alla propria linea è quello integrale a lievitazione naturale, essendo meno ricco in amidi è anche meno calo­rico rispetto al pane bianco e soddisfa in modo più rapido il senso di sazietà.

Contenendo fibra e saccaromiceti vivi (i funghi microscopici responsabili della lievitazione), il pane integrale mantiene in regolarità la peristalsi intestinale garantendo un intestino attivo e sano. Inoltre i lieviti naturali (saccaromiceti) aiutano a digerire gli amidi rendendo l’elaborazione dei nu­tritivi meno impegnativa da parte degli organi preposti alla digestione. Il pane a lievitazione naturale (meno calorico) si riconosce subito: è digeribile, dura per giorni e viene venduto in pagnotte da almeno un chilo di peso.

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