Dieta e salute, un binomio confermato da molti esperti nel tempo. Ci sono alimenti che fanno perdere peso, come il peperoncino, e alimenti che aiutano a stare meglio e prevenire delle malattie che potrebbero anche essere mortali. Quali? Per esempio le carote, il sedano, l’olio d’oliva, ma anche la menta, il rosmarino e la camomilla. Pensate a loro come a dei supercibi che contengono un composto che ridurrebbe l’infiammazione legata all’età, ma anche disturbi cerebrali e perdita di memoria
Si chiama Luteolina, è un flavone, e sembra essere collegata nell’inibizione del rilascio di molecole infiammatorie nel cervello. Questa scoperta arriva dall’America, dell’Università dell’Illinois. Per eseguire l’esperimento i ricercatori hanno esaminato le cellule della microglia: cellule immunitarie presenti sia nel cervello che nel midollo spinale.
Praticamente le infezioni stimolano le microglia a produrre delle molecole di segnalazione chiamate citochine che attuano dei cambiamenti a livello cerebrale. Sono proprio queste le molecole colpevoli, perché inducono l’organismo a comportarsi come se fosse in stato di malattia. I sintomi? Sonnolenza, depressione, deficit di memoria e perdita di appetito.
Questo accade soprattutto con il passare degli anni e i cali di memoria. Durante le analisi, gli scienziati hanno visto che le cellule microgliali che sono state esposte a tossine batteriche prodotte dalle citochine infiammatorie, uccidono i neuroni. Se invece le cellule vengono esposte alla luteolina i neuroni sopravvivevano. Insomma, il nostro cervello può conservarsi grazie a questo composto, a lungo nel tempo.
Rodney Johnson, direttore della Divisione di Scienze dell’Alimentazione dell’Università dell’Illinois, ha raccontato
I neuroni sono sopravvissuti perché la luteolina ha inibito la produzione di mediatori infiammatori neurotossici Questa luteolina ha dimostrato che non protegge direttamente i neuroni, ma lo fa influenzando le cellule della microglia.
E la cosa più importante è, secondo il medico:
Pensiamo che questo contribuisca alla maturazione cognitiva ed è un fattore predisponente per lo sviluppo di malattie neurodegenerative.
[Fonte: LaStampa]