A tavola gli occhi vogliono la loro parte. Chi pensa di iniziare una dieta lo deve tenere a mente, perché il senso di sazietà arriva più guardando una pietanza che gustandola. Lo rivelano i risultati di uno studio condotto da un team di ricercatori dell’Universitiy of Illinois e pubblicato sulla rivista scientifica Obesity Research, secondo il quale i fattori percettivi concreti come quelli offerti dalla vista hanno un’influenza sulle nostre scelte che è più forte di quella indotta da conoscenze astratte quali il valore nutritivo di un certo alimento.
E’ stata sottolineata, inoltre, l’importanza di mangiare lentamente così da dare il tempo al nostro organismo di inviare segnali di sazietà al cervello. Questa ricerca ha anche dimostrato quanto l’importanza di stimoli visivi, quali il modo in cui si presentano le porzioni, può influire enormemente sulla quantità di cibo ingerita ingannando lo stomaco circa la reale richiesta di calorie che l’organismo fa. I ricercatori se ne sono accorti offrendo un pranzo della durata di 20 minuti a base di zuppa a 54 individui. Però il pasto era truccato per 27 di loro, che infatti mangiavano da piatti senza fondo, che venivano cioè continuamente riempiti di nascosto man mano che il loro contenuto era consumato dai commensali, con un sistema di tubicini. Il risultato è stato che a fine pasto coloro che non sapevano dell’inganno hanno mangiato il 73% in più dei restanti individui a cui erano toccati in sorte piatti normali.
L’illusione del piatto sempre pieno ha avuto più peso del loro stomaco pieno nel decidere quando smettere di mangiare, infatti il gruppo che ha mangiato dai piatti truccati neppure si è accorto della frode alla propria linea e ha dichiarato di sentirsi sazio quanto coloro che hanno mangiato da piatti normali. E’ bene, quindi, che genitori e addetti alla ristorazione imparino a presentare le pietanze in modo che sfamino e soddisfino l’appetito della vista rispettivamente di figli e clientela, piuttosto che quello dello stomaco.