Il caffè fa passare il mal di testa. Questa affermazione è una perla di saggezza popolare che fa gongolare chi, come me, non potrebbe mai iniziare la giornata senza berne almeno una tazza fumante; ma è veritiera? Be’ per fortuna sembra di si, almeno in parte; il caffè infatti è un vasocostrittore, ha il potere cioè di causare un restringimento dei vasi sanguigni esercitando di conseguenza una leggera azione antidolorifica. Non per nulla la caffeina entra fa parte della “lista degli ingredienti” di diversi farmaci utilizzati proprio per sconfiggere l’emicrania.
In particolare, sembra che l’azione antidolorifica del caffè si rivolga soprattutto a un preciso tipo di mal di testa, la cosiddetta cefalea ipnica, che insorge tipicamente durante la notte causando improvvisi risvegli, mentre abbia effetti piuttosto modesti sulle cefalee muscolo-tensive. Aspettate però ad esultare; infatti, come sanno molto bene i suoi consumatori più appassionati, il mal di testa può fare la propria comparsa anche in seguito all’astinenza da caffè, ovvero in quelle giornate in cui chissà per quale motivo, i forti bevitori non hanno potuto concedersene la “dose” abituale.
Il risultato? Per scongiurare questa spiacevole evenienza si tende a non rinunciare neppure ad una tazzina delle solite correndo il rischio, stando a quanto emerso da uno studio condotto dal dottor Robert E. Shapiro dell’University of Vermont College of Medecine di Burlington negli Stati Uniti, di sviluppare, paradossalmente, una cefalea cronica, soprattutto se si è donne e si hanno meno di quaranta anni.
Che fare allora? Neanche a dirlo, il consiglio degli esperti è sempre lo stesso: bevete il caffè ma in dosi moderate (non più di due-tre tazzine al giorno) in modo da evitare la dipendenza; così se avete il mal di testa, aggiungiamo noi, forse vi passerà, se invece non lo avete non correrete il rischio che vi venga a causa dell’astinenza da caffeina.