Bellezza uguale felicità? Secondo una ricerca condotta dall’Università del Texas, sembra proprio di si, anzi, è persino più importante della salute e dei soldi. L’esito dell’indagine è il risultato di un’analisi approfondita di 5 grandi studi condotti tra il 1971 e 2009, in Germania, negli Stati Uniti, in Canada e in Gran Bretagna.
Certamente, non si fa fatica a credere che la bellezza sia un fattore importante, soprattutto se si considera il peso dato all’aspetto fisico e la voglia di apparire oramai sempre più dominante nella nostra cultura fatta di reality e profili facebook. E’ di qualche giorno fa, la notizia secondo cui l’aspetto estetico condizionerebbe persino un eventuale colloquio di lavoro.
Secondo il team di ricercatori, però, la bellezza avrebbe una relazione diretta con la soddisfazione economica, avere un bell’aspetto, infatti, farebbe lievitare, per così dire, il conto in banca. L’autore dello studio che è stato pubblicato dall’Istituto tedesco per lo Studio del Lavoro, Daniel Hamermesh, ha precisato che:
L’effetto maggiore della bellezza sulla felicità arriva attraverso l’influenza sui risultati economici.
I dati elaborati da Daniel Hamermesh, che non bisogna dimenticare, è un economista, forse risentono di una visione troppo razionale, anche se si tratta di un mio parere e come tale opinabile. Hamermesh, infatti, ha preso in considerazione alcune variabili, tra cui anche l’autopercezione della propria bellezza e della propria prestanza fisica, che è fortemente condizionata dal giudizio degli altri.
Come molti sapranno, infatti, l’autovalutazione positiva o negativa, è un processo complesso, che risente di innumerevoli fattori e l’esito spesso non arriva da una riflessione oggettiva e razionale. Tuttavia, molti studi hanno confermato come una bassa autostima possa influire negativamente sulle prestazioni sociali.
I ricercatori, hanno coinvolto un gruppo di persone, che sono state interrogate sul livello di felicità sperimentato. Il risultato ha dimostrato come il 15% dei soggetti di bell’aspetto avesse dichiarato un 10% di felicità in più, rispetto a chi, nella classifica occupava gli ultimi posti.