Le note e meno note proprietà dell’anice stellato

Nel nostro articolo sul pepe del Sichuan, luogo di una delle gastronomie più apprezzate al mondo e dal quale sono appena tornati i tre social influencer italiani – Laura Comolli, Roberto De Rosa e Nicolò Leone – in viaggio ai piedi dell’Himalaya grazie all’Associazione ‘Mirabile Tibet’ e all’Agenzia di comunicazione I SAY, abbiamo visto come il Re del piccante sia una delle “cinque spezie” cinesi assieme al finocchio, ai chiodi di garofano, alla cannella e all’anice stellato. Andiamo dunque a conoscere meglio quest’ultimo, meno famoso ma altrettanto affascinante.

Extreme close-up of star anise spice;

Le proprietà di questa spezia

Originario della Cina sud-orientale e del Vietnam, quello dell’anice stellato è un albero sempreverde che arriva fino ai 10 metri di altezza. Dal quasi maturo pericarpo a stella del suo frutto si ottiene un olio aromatico molto utilizzato in cucina ma anche in profumeria, nei dentifrici e nei collutori, mentre circa il 90% delle colture viene usato per l’estrazione di un acido impiegato in alcuni farmaci antivirali per la cura e la prevenzione dell’influenza A e B.

Principalmente, che si tratti di medicina “ufficiale” o popolare, l’anice stellato:

  • stimola l’appetito e aiuta il buon sonno;
  • favorisce il rilassamento della muscolatura gastrointestinale, evitando i sintomi della “cattiva digestione” come il gonfiore addominale, l’acidità gastrica, la nausea, la diarrea o la flatulenza;
  • combatte le coliche nei neonati ma anche i dolori addominali e i disordini mestruali negli adulti;
  • ha proprietà antiossidanti, grazie al linalolo contenuto;
  • contrasta le affezioni infiammatorie delle vie respiratorie, compresi tosse e bronchiti, per via delle sue proprietà antibatteriche e antimicotiche.

La spezia viene utilizzata anche per stimolare il latte materno dopo il parto, per il trattamento dell’artrite reumatoide e della lombalgia, e persino come rimedio in caso di paralisi facciale – anche parziale. 

Come apporto nutrizionale, 100 grammi contengono 3 di carboidrati, 1 di proteine, vitamina C (il 2% del fabbisogno giornaliero), calcio (il 4% del fabbisogno) e ferro (il 13%), con l’aggiunta di 1 milligrammo di sodio.

Le controindicazioni riguardano le persone soggette agli eritemi solari o che soffrono di patologie del fegato o di epilessia. Attenzione, dunque, se si stanno assumendo farmaci fotosensibilizzanti, antidolorifici steroidei (FANS) o cortisonici: l’anice stellato potrebbe interagire o sommarsi male ad alcune componenti di queste sostanze. 

E un’ultima raccomandazione: parliamo dell’anice stellato cinese (illicium verum), laddove quello giapponese (illicium anisatum) è altamente tossico e non commestibile.

L’anice stellato in cucina

Five Spice Spoon Circle Top View on black slate cutting board

Siccome contiene anetolo, cioè la stessa molecola che conferisce profumo all’aneto, l’anice stellato è entrato anche nella cucina occidentale sia accanto alla carne (soprattutto maiale e agnello) o ai dolci, sia nella produzione di alcune bevande. Come dei francesi vin brulé e pastis o del nostro ‘Galliano’, della sambuca e del mistrà marchigiano e laziale. In India viene impiegato nella preparazione del Biryani e del Masala Chai, mentre in Vietnam è considerato fondamentale per la zuppa di spaghetti. Nel suo Paese di origine, la Cina, si usa per aromatizzare carmi bianche (compresa la famosa anatra alla pechinese), pesce, crostacei, stufati, zuppe, verdure saltate o piatti a base di tofu. 

Se vogliamo invece portare sulla nostra tavola e nella nostra dieta tutte le Cinque Spezie Cinesi, possiamo tostarle per un paio di minuti a fuoco medio in una padella antiaderente, macinarle finemente una volta raffreddate e chiuderle ermeticamente in un barattolo di vetro da conservare al buio. Operazione per la quale basteranno 2 cucchiaini di pepe di Sichuan, 1 cucchiaio di semi di finocchio, 10 chiodi di garofano, 2 cucchiai di cannella in polvere e 6 anici stellati. 

Senza esagerare però: sono potenti, quindi usiamole con misura. Come i nostri tre influencer avranno scoperto, un pizzico sarà sufficiente per la gioia del palato e i benefici alla nostra forma e salute.

Il pepe del Sichuan: una spezia e un medicamento

Perché ne parliamo? Certo, per la passione di molti di noi per una delle gastronomie più famose e apprezzate al mondo. Ma anche perché, questo 24 agosto, tre amatissimi influencer italiani – Laura Comolli, Roberto De Rosa e Nicolò Leone – saranno in partenza per due luoghi leggendari: Chengdu, patria del Panda gigante e del piccante, e Lhasa, cuore spirituale del Tibet e regno degli yak. Un viaggio reso possibile dall’Associazione ‘Mirabile Tibet’ e dall’Agenzia di comunicazione I SAY, in questa prima estate di riapertura al turismo internazionale dopo ben tre anni di fermo.

Himalaya

Le inaspettate proprietà di questa spezia

Assieme all’anice stellato, al finocchio, ai chiodi di garofano e alla cannella, il pepe Sichuan è una delle cinque principali spezie cinesi. Che si ottiene dalla buccia, mentre il vero seme viene rimosso per via del suo sapore poco gradevole. Potente dal punto di vista nutrizionale, contiene elevati livelli di vitamina A ma anche potassio, ferro, manganese, zinco, rame e fosforo. Di aroma quasi agrumato, più fresco di quello del pepe nero, i suoi impieghi sono dunque molteplici – come i benefici alla nostra salute, già conosciuti dalla medicina cinese tradizionale:

  • il miglioramento della digestione, compresa la capacità di alleviare i dolori e i problemi intestinali;
  • il miglioramento della circolazione, grazie a un composto (cumarina) in grado di fluidificare il sangue e al ferro contenuto, proficuo contro l’anemia;
  • il miglioramento della vista, dato dal beta-carotene, dagli antiossidanti e dalle vitamine presenti;
  • l’azione antinfiammatoria, per via degli antiossidanti e dei fitosteroli;
  • l’effetto blandamente anestetico e antidolorifico, utilissimo pertanto in caso di mal di denti;
  • il rafforzamento del sistema immunitario, per via dello zinco.

La sua caratteristica più sorprendente? Quel leggero intorpidimento della bocca che, paradossalmente, attenua gli effetti di altre spezie come il peperoncino permettendo di gustarle meglio e di percepire maggiormente i sapori “nascosti”. Le uniche due raccomandazioni? Consumarlo in bassissima quantità ed evitarlo in gravidanza e allattamento.

Il pepe Sichuan non diventerà mai una “dieta” vera e propria, ma – se aggiunto ai nostri piatti di carne e verdure – saprà, come abbiamo visto, contribuire alla nostra salute. 

Quali i suoi usi nella cucina Sichuan?

Himalaya

Il piatto più amato, il Sichuan Hot Pot (“pentola calda”), risulterà curioso ai nostri tre viaggiatori ma sarà una delle esperienze più “condivisibili”. Letteralmente, a tavola e sui social media. Perché parliamo di un’enorme pentola ripiena di acqua, verdure, spezie e beninteso pepe di Sichuan, posizionata su una piastra tra i commensali e portata a ebollizione, nella quale ognuno può mettere a cuocere ciò che desidera: carne, pesce, verdure e addirittura il pane. Il risultato finale sarà comunque ottimo e, la convivialità, assoluta.

Per il Pollo Kung Pao invece – piatto principalmente di pollo e noccioline, arricchite da un po’ di verdure e ovviamente peperoncino o pepe di Sichuan – basterà, anche sostituendo alcuni ingredienti, seguire la ricetta raccontata dai nostri colleghi di Ginger & Tomato. Ne avremo un piatto ricco di colori, profumi e sapori, bilanciato dalla presenza del riso in bianco, che aggiungerà a tutta questa ricchezza l’ingrediente migliore di ogni dieta: la gioia. 

Parole-chiave: varietà ed equilibrio

Chondrovita: torna il miglior integratore di collagene da bere

Nel nostro articolo precedente abbiamo parlato di quanto sia importante il collagene per la salute della pelle, delle ossa e delle articolazioni, degli alimenti da inserire nella dieta, di cosa siano i peptidi del collagene idrolizzato e dei requisiti minimi in base ai quali scegliere l’integratore giusto. Ebbene, uno dei migliori – Chondrovita – è di nuovo in produzione: andiamo a scoprire i suoi pregi, dimagrimento compreso, e anche come assumerlo per trarne il massimo beneficio.

Chondrovita

Le 5 virtù del Chondrovita

Questo integratore si basa:

  1. su un collagene idrolizzato di origine animale, filtrato e purificato, in grado quindi di garantire la massima sicurezza
  2. su stringhe di peptidi della migliore dimensione possibile – 3 kD come peso molecolare – per essere efficaci, cioè capaci di essere facilmente assimilati dall’organismo (biodisponibili);
  3. sulla quantità perfetta – 10 grammi di collagene idrolizzato in ogni bustina – per permettere ai peptidi di superare la barriera gastro-intestinale e arrivare inalterati a destinazione;
  4. sull’assenza di latticini, glutine, zuccheri, grassi e colesterolo. 

Infatti, assieme ai 10 grammi di collagene in ogni bustina, Chondrovita contiene maltodestrine da mais, acido citrico e acido tartarico, carbonato di sodio, biossido di silicio e sucralosio (dolcificante privo di calorie, derivante dal saccarosio).

E, a proposito di calorie:

Il collagene fa ingrassare?

Tutto il contrario.

Il collagene genera in media 4 Kcal per grammo, quindi un integratore che contiene 10 grammi di collagene ne porta 40: nel complesso giornaliero, una quota davvero trascurabile. Semmai, è lo zucchero contenuto in altri integratori a essere un problema, con un apporto di calorie ben più importante. 

Chondrovita 2

Opportunamente introdotto con l’integrazione, il collagene di tipo animale può invece:

  • aumentare il senso di sazietà, limitando così l’assorbimento di colesterolo e grassi e favorendo la perdita controllata di peso;
  • mantenere i muscoli, aumentando la massa magra e riducendo la massa grassa;
  • stimolare il metabolismo e il sistema immunitario.

E, questo, mentre migliora la forza e l’elasticità di ossa, articolazioni, cartilagini, tessuti connettivi e vasi sanguigni, senza dimenticare denti, unghie, pelle e capelli. 

Come assumere Chondrovita

Le confezioni contengono 30 bustine ideate per 30 giorni ma, siccome vari studi hanno dimostrato che l’efficacia dei peptidi è favorita dal dosaggio, se ne consiglia l’assunzione per 3 mesi consecutivi. 

Qualunque il periodo, i peptidi si accumulano nei tessuti ossei e cartilaginei poche ore dopo l’assunzione. E sono ancora più efficaci se associati alle vitamine ACE, che aiutano la sintesi e il mantenimento del collagene nel nostro organismo.

Infine, come per ogni sostanza, non si tratta di fare da sé ma di sentire comunque il proprio medico: anche se Chondrovita ha poche controindicazioni, meglio verificare la compatibilità con la nostra specifica situazione e la durata ottimale dell’assunzione. Ricordandoci, come dicevamo nell’articolo precedente, di non vanificare i nostri sforzi con cibi o abitudini che accelerano la diminuzione nel tempo del collagene nel nostro corpo: zuccheri raffinati, bevande energizzanti, sale, carni lavorate, cibi piccanti, fritti, alcol, caffè, sigarette e Sole senza protezione

Collagene: perché non deve mancare dalla nostra dieta

Che si tratti di alimenti o integratori, la proteina-colla dovrebbe farne parte. Perché, senza di essa, l’intero nostro corpo andrebbe a “sgretolarsi” – dalla pelle e le articolazioni ai vasi sanguigni. Scopriamo insieme come assumerla, quando farlo e come individuare il miglior integratore di collagene, come Chondrovita che vedremo più avanti

chondrovita

Salute della pelle

Con il tempo e le sollecitazioni, la proteina che tiene insieme i nostri tessuti tende a diminuire. Bisogna collaborare – proteggendola e stimolando la sua produzione naturale nel nostro corpo. Come? Per esempio, inserendo nella dieta: 

  1. brodo di ossa – “l’elisir di bellezza”, la ricetta della nonna oggi tornata in voga (con tanto di testimonial famose) perché la bollitura estrae collagene, acido ialuronico, sali minerali e altri elementi preziosi per tutto il nostro organismo, restituendoci un liquido che contiene pochissime calorie e che “scioglie” persino la cellulite;
  2. pesce azzurro – per gli acidi grassi omega 3, che restituiscono corpo e luminosità a pelle e capelli;
  3. olio d’oliva – grazie agli acidi grassi insaturi e antiossidanti;
  4. pomodoro – che stimola la produzione di acido ialuronico e protegge la pelle durante l’esposizione al Sole;
  5. tè verde – che rallenta la disgregazione delle fibre di collagene, a patto che l’infusione non venga fatta in acqua bollente ma a temperatura più bassa;
  6. agrumi – un vero concentrato di vitamina C, che aiuta gli aminoacidi a convertirsi in collagene;
  7. uova – per le sostanze contenute, compresa la vitamina A, che mantengono il collagene;
  8. patate – per il Selenio, che aiuta a preservare il collagene e l’elastina;
  9. frutta secca – ricca di vitamina E, antiossidanti e acidi grassi essenziali che proteggono il collagene e aumentano l’elasticità della pelle;
  10. carote – per l’alta concentrazione di vitamina A, che contribuisce alla riparazione delle cellule danneggiate.

Tutto questo ricordandoci che stress, fumo, eccesso di alcol, zuccheri raffinati, fritti o troppo Sole senza protezione possono vanificare i nostri sforzi. 

Salute di ossa e articolazioni

Il collagene rappresenta il 30% di tutte le nostre proteine, ed è la struttura-portante di ossa, cartilagini, tendini e tessuti connettivi (come i legamenti). Responsabile della forza e della flessibilità delle nostre articolazioni, il collagene aiuta a riparare gli eventuali danni e a mantenerle forti ed elastiche.

Siccome la molecola di collagene è troppo grande per superare la “barriera” della pelle, si usa quella idrolizzata – passata, cioè, per una scissione prodotta dall’acqua. Una volta ridotta in frammenti più piccoli chiamati peptidi, diventa digeribile e di facile assorbimento e assimilazione

Oltre a migliorare la qualità dei capelli e delle unghie, il collagene idrolizzato si usa principalmente per lesioni o danni, anche da attività sportiva, artrite reumatoide, osteoartrite, osteoporosi e fragilità ossea. Ma questo non significa che non serva a tutti. Pensiamo a chi fa un lavoro usurante o gravoso oppure passa troppe ore in piedi o da seduto (anche in smart working); alle donne in menopausa, che possono perdere fino a un terzo del collagene cutaneo soltanto nei primi 5 anni dalla fine della fertilità; ai ragazzi che esagerano con il “cibo-spazzatura”, che affrontano disordini alimentari o che hanno problemi posturali; agli sportivi e atleti dilettantistici e professionistici o a chi fa fitness; alle persone in sovra o sottopeso, anche in seguito a interventi chirurgici o lunghe degenze e, ovviamente, agli over 60.

Come scegliere l’integratore giusto

Non tutti gli integratori rispondono ai requisiti di efficacia, qualità e massima sicurezza, a cominciare dalla provenienza del collagene. Inoltre, alcuni contengono peptidi non abbastanza piccoli; altri – latticini, glutine, zuccheri, grassi e colesterolo.

Andiamo dunque a vedere, controindicazioni e criteri:

  • Il collagene idrolizzato non va assunto da bambini sotto i 3 anni, in presenza di diete a basso apporto di proteine, patologie epatiche o renali, ipercalcemia e terapie con calcitonina oppure integratori di calcio, e va valutato caso per caso durante la gravidanza e l’allattamento,  
  • L’integratore deve basarsi su un principio attivo certificato (come, per esempio, il Gelita – peptide Gelita Peptiplus), su frammenti abbastanza piccoli, e non deve contenere sostanze né nocive, né problematiche per le persone che soffrono di allergie o intolleranze.

Un integratore di collagene animale che risponde a tutti questi criteri è il ‘Chondrovita’ – un prodotto certificato e già utilizzato con successo, in questi giorni di ritorno in distribuzione. Perché sceglierlo? Perché, oltre ad avere tutti i requisiti, si propone come soluzione di massima qualità non solo per la “riparazione” ma anche per la prevenzione. Cioè, per la libertà sia dal bisogno, sia dalla dipendenza dai continui acquisti. Con sole 30 bustine per un mese e, certo, una dieta e uno stile di vita equilibrati. Perché quello che ci mantiene sani, ci rende anche belli.

Acqua Fonte Essenziale: favorisce la digestione e aiuta fegato e intestino

La cura dell’alimentazione è di vitale importanza per il benessere dell’organismo, così come la scelta dell’acqua che decidiamo di consumare. L’acqua è un elemento assolutamente fondamentale per garantire il corretto funzionamento del nostro organismo e, proprio per la sua importanza, va scelta con la dovuta attenzione.

Fonte Essenziale è un’acqua davvero eccellente: aiuta infatti a depurare il fegato e a stimolare l’intestino, assicurando quindi nel contempo una corretta evacuazione. È stata classificata come acqua minerale di origine termale, ricca di sali minerali e di tipo “Solfato-Calcico-Magnesiaco”. Quindi si presenta ricca di solfati e magnesio, e povera di sodio. Grazie alle sue caratteristiche riesce dunque a sistemare ogni problema di regolarità dell’intestino, aiutando quindi a ritrovare leggerezza e benessere per l’intero apparato digerente. Si riducono così drasticamente gli effetti negativi derivanti da intestino pigro, pancia gonfia e senso di pesantezza.

Bastano appena due bicchieri al giorno, assunti a digiuno ogni mattina, per migliorare i processi di digestione e regolare la motilità intestinale. Il fegato viene purificato e stimolato a produrre più bile, alleggerendo il carico di lavoro dell’intestino e aiutando a sentirsi più sgonfi.

L’acqua di Fonte essenziale è povera di sodio: stimola dunque la diuresi e contrasta la ritenzione idrica, ed è consigliata per particolari tipi di diete.

Dove Nasce l’acqua minerale Fonte Essenziale?

Quest’acqua ha una “storia” davvero caratteristica: nasce infatti da Antica Fonte, dalle terme di Boario in val Camonica (provincia di Brescia). Prima di raggiungere la fonte, l’acqua segue un percorso di ben dieci anni tra le rocce del Monte Altissimo, nel quale si depura e si arricchisce di Sali minerali. Le terme di Boario sono un posto quasi magico, conosciuto da centinaia di anni e meta di tutti coloro che intendono rigenerarsi e depurarsi.

Quanta se ne deve bere?

Per risolvere i problemi di intestino pigro, pesantezza e gonfiore, si suggerisce di bere ogni mattina a digiuno almeno due bicchieri d’acqua Fonte Essenziale. Nonostante Già dalle prime assunzioni di Fonte Essenziale è possibile riscontrare un senso di benessere, è solo bevendola con costanza che i benefici ottenuti si trasformino in condizione permanente e il processo di depurazione si realizza a pieno.  È utile per i più piccoli, grazie alla sua alta concentrazione di Calcio che contribuisce allo sviluppo osseo durante la crescita, per questo è consigliata anche alle donne in gravidanza. Si ricorda che le proprietà benefiche dell’acqua di Fonte Essenziale sono state riconosciute da autorevoli studi scientifici e dal Ministero della Salute, che ha emanato due decreti in proposito.

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Alimentazione scorretta e disturbi intestinali: come ripristinare la flora intestinale

Si parla piuttosto di frequente nel corso degli ultimi decenni di quanto una dieta scorretta e non equilibrata possa portare a numerose conseguenze negative sul corpo umano. È chiaro come uno dei fattori preponderanti nella diffusione di un quadro alimentare non proprio in linea con le esigenze del proprio corpo derivi da un eccessivo consumo di quello che viene chiamato cibo spazzatura.

Al tempo stesso, anche un alto grado di disinformazione e di fake news su questo argomento non ne facilitano certamente la comprensione. Gli esperti di questo ambito, sostengono semplicemente come una dieta equilibrata sia quella che non esclude a priori degli alimenti, ma che riesce a combinarli fra loro in modo corretto e responsabile, evitando ovviamente qualsiasi eccesso, ma anche facendo in modo che non si verifichino delle carenze a livello di nutrienti e di energia.

disturbi intestinali fermenti lattici

L’influenza di un’alimentazione corretta sull’equilibrio della flora intestinale

Tutte quelle persone che seguono un’alimentazione ricca di errori e poco bilanciata, spesso e volentieri finiscono per affrontare una necessità sempre più diffusa, ovvero quella di dover ripristinare la flora intestinale. Nello specifico, si tratta di una situazione molto comune nei più piccoli. Un’alimentazione corretta, si rivela fondamentale in ottica preventiva per contrastare il più possibile i disturbi che possono colpire l’intestino.

In questo campo, emerge l’importantissimo ruolo che vien svolto da parte di Enterogermina, uno dei leader nel campo dei fermenti lattici da usare per ripristinare la flora intestinale, ma anche nel più generale ambito dei probiotici, in modo specifico nella loro assunzione contestuale a farmaci antibiotici.

Enterogermina ha una peculiarità che la differenza da tutti i principali competitor. Quale? Quella di avere un’altissima capacità di termoresistenza. Infatti, ha la capacità di resistere senza problemi ai farmaci antibiotici e alla correlata azione aggressiva che mira alla distruzione dei batteri che portano dei danni al corpo umano, permettendo al contempo di conservare quelli buoni.

Il miglior integratore alimentare per ripristinare la flora intestinale

Uno dei prodotti più efficaci sul mercato è rappresentato da Enterogermina Sporattiva integratore alimentare. Proprio per merito della sua particolare forma in spora, questo prodotto è in grado di garantire un altissimo livello di resistenza all’interno del tratto dello stomaco, per poi avere la capacità di attivarsi all’interno dell’intestino, dove può svolgere la sua funzione nativa.

Proprio le caratteristiche resilienti di tale prodotto, lo rendono perfetto per l’assunzione in contemporanea con una cura a base di farmaci antibiotici. Sono tre i livelli di resistenza che vengono garantiti da Enterogermina Sporattiva integratore alimentare: quella gastrica, rispetto ai succhi gastrici, quella antibiotica, rispetto a questo tipo di farmaci, quella termica, ovvero nei confronti del calore.

Esercizi per il mal di schiena: i migliori per ridurre il dolore

Ricerche e statistiche ci dicono che il mal di schiena è uno dei disturbi più diffusi tra la popolazione adulta, al di sopra dei 45 anni di età. Quello che può presentarsi come un semplice fastidio in una o più zone del busto si può tradurre, in breve tempo, in un dolore cronico, molto fastidioso, a volte invalidante, se non si corre prontamente ai ripari. Inoltre, la schiena è uno dei punti del nostro organismo più soggetti a traumi, contusioni, contratture; cervicale, lombalgia e colpo della strega alla schiena sono condizioni patologiche molto più frequenti di quanto si pensi.

mal di schiena

Qualsiasi sia l’entità e la frequenza del mal di schiena, in ogni caso, questo disturbo deve essere considerato un vero e proprio campanello d’allarme lanciato dal nostro corpo, segnale che qualcosa nella nostra colonna vertebrale non funziona come dovrebbe. Per questo, in tali casi, è sempre bene rivolgersi al parere di un professionista, che potrà formulare una corretta diagnosi e prescrivere la terapia giusta per ciascun paziente.

In punto è, infatti, che non esiste una sola identica terapia per ogni tipo di mal di schiena (e per ogni individuo): il modo in cui il dolore viene curato dipende dalla causa del dolore stesso. E purtroppo per noi, all’origine del dolore alla schiena ci sono una serie piuttosto lunga di circostanze, che riguardano fattori di tipo non solo esclusivamente fisico, ma anche psicologico o sociale. Si pensi ad esempio ai dolori muscolari che derivano da un alto livello di stress o ansia, che tendono a irrigidire nervi e muscolatura, causando contratture e conseguente dolore. Ma anche uno stile di vita basato su abitudini scorrette, come ad esempio passare molte ore seduti alla scrivania o alla guida in auto, possono essere un fattore determinante nell’insorgere del dolore alla schiena.

Prima di elencare alcuni semplici esercizi che possono dare un po’ di sollievo nella fase post-acuta del mal di schiena, è doveroso parlare di prevenzione: per ridurre i fattori di rischio e non incorrere in gravi crisi di dolore è bene agire quando ancora il dolore non si è manifestato. In particolare, suggeriamo di prestare attenzione nei seguenti casi:

  • alzare carichi pesanti da terra (piegando le ginocchia e mantenendo la schiena dritta);
  • restare a lungo nella stessa posizione (anche quando si è seduti alla scrivania, fare alcune piccole pause per sgranchire muscoli e articolazioni);
  • indossare tacchi alti o scarpe scomode (limitandone l’uso solo ad alcune occasioni);
  • sedentarietà (praticare una leggera ma costante attività fisica è di grande aiuto nel gestire il mal di schiena);
  • generale condizione fisica (in generale, se godiamo di buona salute, evitando fumo e alcool e mantenendo il peso adatto alla nostra corporatura, è più facile risolvere i problemi di mal di schiena).

Mal di schiena: gli esercizi per attenuare il dolore

La tipologia di esercizi che qui vi proponiamo è rivolta ad alleviare le tensioni e aumentare l’elasticità della muscolatura, fattori che possono migliorare i vari sintomi del mal di schiena. Questo breve allenamento si basa quindi prevalentemente su esercizi di stretching muscolare, e può essere praticato pressoché da chiunque. È bene, però, smettere immediatamente la pratica motoria se si avverte un peggioramento del dolore o se si fa troppa fatica; in ogni caso, questi esercizi sono sconsigliati nella fase acuta del dolore, durante la quale è meglio rivolgersi al medico o a una figura competente. Lo stretching può aiutare molto in fase di remissione, o all’insorgere dei primi segni di dolore, per evitare peggioramenti. Inutile precisare che questi consigli non sostituiscono il parere di un fisioterapista o di un medico specializzato.

Esercizio 1

  • Sdraiarsi a terra, pancia rivolta in alto e gambe e braccia stese a terra.
  • Portare le ginocchia al petto e afferrarle con le mani o le braccia, spingendole il più possibile contro il petto.
  • Mantenere la posizione per 30 secondi, tornare alla posizione di partenza per qualche secondo e ripetere.

Esercizio 2

  • Ginocchia e mani a terra, carponi.
  • Espirando, incurvare la schiena verso l’alto, disegnando un arco che tende al soffitto.
  • Inspirando, incurvare la schiena verso il basso, disegnando un arco che tende al pavimento.
  • Ripetere 5 volte e rilassare la schiena per qualche secondo; poi fare un’altra serie di ripetizioni.

Esercizio 3

  • Inginocchiarsi per terra e appoggiare i glutei sui talloni.
  • Espirando, allungare la schiena e le braccia in avanti, senza spostare il bacino ma, se possibile, toccando il pavimento.
  • Ispirando, tornare con cautela nella posizione di partenza.
  • Ripetere per altre 3 volte. Volendo, si può praticare l’allungamento anche lateralmente, volgendo le braccia prima verso destra, tornando alla posizione centrale e poi verso sinistra.

Esercizio 4

  • Per la posizione di partenza, sedersi dritti su una sedia con le gambe divaricate.
  • Piegare il busto in avanti, cercando di toccarsi i piedi e abbandonando la testa verso il pavimento.
  • Tornare lentamente alla posizione di partenza e ripetere altre 4 volte.

Dieta proteica: ecco cosa mangiare per combattere la cellulite

dieta proteica

Uno dei più diffusi regimi alimentari per perdere peso è indubbiamente la dieta proteica. Uno dei vantaggi di adottare questo sistema dietetico è senz’altro quello di poter ottenere dei risultati piuttosto stabili. Non è veloce come altre diete, ma non necessita successivamente di alcun regime di mantenimento. Ci sono tanti benefici della dieta proteica ed è assolutamente possibile perdere peso con questa alimentazione. Gli effetti, tra l’altro, non si notano esclusivamente sul breve e medio periodo, ma anche a lunga gittata, dal momento che impone molte meno costrizioni a chi la segue.

Dieta proteica, cosa mangiare?

Come si può intuire, tutti quegli alimenti che presentano una notevole concentrazione di proteine sono i benvenuti. Quelli più sfruttati sono il pesce e la carne. Il pesce, tra molluschi e crostacei, garantisce un apporto piuttosto alto di Omega 3. Le diete iperproteiche, invece, accentuano ancora di più la scelta di alimenti con una notevole concentrazione di proteine, prediligendole rispetto a quelle con fibre o zuccheri. Nella dieta proteica si preferisce puntare su carne magra: vanno benissimo tacchino, manzo o pollo.  Sarebbe meglio evitare gli eccessi di grasso, e ciò equivale a dire di voler proteggere l’apparato cardiovascolare da vari disturbi.

Ovviamente, vanno molto bene anche frutta e verdura. In particolar modo, la frutta secca è molto ricca di proteine: ad esempio, è consigliabile mangiare gli anacardi, le noci, le mandorle, i pinoli o i pistacchi per far sì che il nostro corpo riceva altre proteine. Anche i semi di girasole e di zucca sono un’ottima fonte proteica. Tra l’altro, i legumi sono una notevole fonte di fibre e proteine, soprattutto se si parla delle lenticchie, dei ceci e dei fagioli: infatti, il contenuto medio di proteine per 100 g di legumi non ha niente da invidiare al contenuto di proteine per 100 g di carne cruda.

Un altro alimento che ha un elevatissimo contenuto di proteine sono le uova: 100 g di uova contengono una quantità di proteine pari a 13 g. La loro quota proteica è presente sia nel tuorlo che nell’albume (concentrandosi prevalentemente in quest’ultimo), mentre i grassi e il colesterolo sono presenti solamente nel tuorlo.

Dieta proteica e stitichezza

A poter soffrire di stitichezza sono soprattutto le persone che seguono diete iperproteiche. Con l’assunzione di un quantitativo troppo elevato di proteine, il corpo fa molta più fatica a digerire, così come l’intestino incontra vari problemi nella gestione della regolarità. Quindi, frutta e verdura, ma anche un buon quantitativo di fibre sono fondamentali per garantire un corretto bilanciamento ed evitare problemi di stitichezza.

Infatti, se si apporta un buon quantitativo di fibre assieme a quello proteico, allora si riesce ad avere una maggiore regolarità intestinale. Le proteine interessate sono quelle di origine animale, con una concentrazione superiore al 20 %, e tra queste rientrano quelle provenienti da: carne rossa, bianca (come ad esempio la carne del pollo), pesce e formaggio.

Queste proteine stimolano la produzione di acido cloridrico, ma questa azione è possibile solo se nello stomaco vi è una forte acidità. Se tutto ciò non avviene, la conseguenza è una digestione incompleta delle proteine e un conseguente gonfiore addominale. Questo tipo di digestione provoca, nella maggior parte dei casi, problemi di stitichezza e di gonfiore addominale, oltre che senso di pienezza. Per questo motivo, se si abbina la frutta e la verdura (meglio se cotta) ad una dieta iperproteica, si può effettivamente riscontrare una maggiore capacità di evacuazione, così da evitare un fastidioso senso di gonfiore addominale e intestinale.

Dieta proteica e cellulite

Uno dei vantaggi di seguire la dieta proteica è indubbiamente quella di perdere peso, ma anche portare ad una riduzione dei gonfiori e di tutti i segni della cellulite. La pelle assume una maggiore tonicità. Aumenta la massa magra (ovvero, il muscolo) e diminuisce la massa grassa, così da ridurre anche la quantità di adipe nelle zone critiche. Gli alimenti consentiti in regime proteico vanno ad agire direttamente sul meccanismo della lipolisi, provocando uno stimolo nello smaltimento del grasso senza, però, modificare la massa muscolare.

Se si segue questo tipo di dieta in maniera costante e regolare, allora si potranno notare degli evidenti miglioramenti anche nell’arco di un paio di mesi (ovviamente in base alla velocità del vostro metabolismo). Ad esempio, per aiutare il proprio organismo a seguire la dieta proteica senza rimanere con il senso della fame, è sempre bene iniziare il pranzo e la cena con un bel piatto di verdure crude, così che, oltre a servire per l’apporto di fibre, vi danno un grande senso di sazietà.

Ovviamente, durante il periodo in cui seguite un certo regime alimentare, è fortemente sconsigliato bere alcolici, succhi di frutta o bibite gassate, mentre sono consigliatissime le tisane, i tè, e almeno due litri di acqua al giorno. In tal modo, vedrete degli effettivi miglioramenti che vi porteranno a continuare con questo tipo di dieta, senza però privarvi saltuariamente di alcuni piaceri culinari. Seguire una dieta non significa dover per forza rinunciare a cibi non prettamente ricchi di proteine, ma significa moderare le quantità di altri macronutrienti privilegiando l’apporto calorico.

 

Spaghetti di soia, un ottimo sostituto per le diete ipocaloriche

Sono davvero tantissime le diete che impongono un’alimentazione più che restrittiva. E, con il passare del tempo, finiscono per portare all’esasperazione chi la segue, al punto tale che spesso e volentieri ricomincia a mangiare come prima.

Una dieta corretta, al contrario, prevede certamente di fare dei sacrifici, ma compensa in ogni caso delle mancanze offrendo delle valide alternative che possano garantire un senso di sazietà anche dal punto di vista visivo. Un appagamento anche mentale. Ecco spiegato il motivo per cui, tante volte, bisognerebbe avere un approccio differente nei confronti di nuovi cibi che potrebbero rappresentare ottime alternative rispetto ad alimenti più classici.

Per questi motivi non è consigliabile né necessario rinunciare alla pasta. Una buona alternativa potrebbe essere consumare gli spaghetti di soia, oppure gli shirataki, i noodles di riso nero o gli spaghetti di verdura. Queste soluzioni potrebbero sembrare estranee alle nostre abitudini e complicate da cucinare, invece in realtà i modi di cucinare gli spaghetti di soia sono molto semplici e le ricette sono davvero tante. Pensate soltanto agli spaghetti di soia ai frutti di mare, o soltanto con le verdure alla piastra o al vapore, quindi leggere, ma comunque gustose e appetitose.

Questi spaghetti sono utilissimi e preziosi sostituiti nel momento in cui si sta rispettando una dieta ipocalorica oppure si deve tenere a bada l’apporto di carboidrati per diverse motivazioni. Un altro punto di forza è certamente la loro reperibilità, possono essere acquistati senza particolari problemi sia sul web che all’interno dei negozi biologici. Prediligendo il canale online si può anche ottenere un buon risparmio.

Perché gli spaghetti di riso sono utili nelle diete ipocaloriche? È facile, visto che presentano solo 10 calorie e si possono condire secondo le proprie preferenze, in modo particolare con diversa verdura. Un altro punto di forza è quello di garantire un ottimo senso di sazietà e rendere anche più semplice e veloce il transito intestinale. Certo, gli spaghetti di soia o i noodles di riso possono avere un profumo eccessivamente forte per alcune persone, ma solamente nelle versioni umide, mentre in quelle secche non si riscontra tale problema.

Sulla base di ciò che si è detto finora, una dieta ipocalorica non deve solo ed esclusivamente basarsi su una ridotta quantità di alimenti e, di conseguenza, di calorie, ma può anche basarsi sulla capacità, che hanno alcuni alimenti, di far raggiungere più in fretta il senso di sazietà. Gli spaghetti di soia (o i noodles) mirano proprio a questo, ovvero: ad appagare il nostro fabbisogno sia dal punto di vista visivo (e, quindi, mentale) e sia per la sensazione di sazietà che ci danno.

I semi di soia sono rinomati per il loro importante apporto calorico, tanto che forniscono il 36% di proteine. Inoltre, sempre la soia, può benissimo diventare un ottimo sostituto dei tradizionali legumi, dal momento che è ricca di vitamine (principalmente A, B2, D ed E) e di Sali minerali come: il calcio, il fosforo, il potassio, magnesio e ferro.

Sul web vi sono molte ricette da cui poter prendere spunto per cucinare gli spaghetti di soia. Ciò è dovuto al fatto che: la cucina tradizionale del nostro Paese si sta arricchendo sempre più di nuovi ingredienti, che, a volte, sono più vicini a noi e alla nostra cultura, mentre, in altri casi, appartengono a tradizioni culinarie di Paesi del lontano Oriente. Questo è, per l’appunto, il caso! Gli spaghetti di soia o i noodles non sono un ingrediente tipico della nostra cucina, ma, grazie allo scambio di culture e a una crescente internazionalizzazione della cucina, questi alimenti vengono preparati anche nei Paesi occidentali con maggiore frequenza.

In più, la preparazione degli spaghetti di soia è semplice e veloce e, il loro tradizionale condimento, è a base di verdure cotte nel Wok, ovvero in una tipica padella semisferica in ghisa o in ferro, icona della cucina orientale e, in particolar modo, cinese. Per cucinare un buon piatto a base di spaghetti di soia con verdure, servono (per 4 persone):

  • 100 g spaghetti di soia;
  • 2 cucchiai di olio extra vergine di oliva;
  • 3 cucchiai di salsa di soia;
  • 1 zucchina;
  • 1/4 peperone rosso;
  • 1/4 peperone giallo;
  • 1 carota;
  • 1 cipollotto;
  • 3 fagiolini corallo;
  • germogli di soia q.b.;
  • 1/2 bicchiere brodo vegetale

Come prima cosa, prendete una pentola, riempitela d’acqua e aspettate l’ebollizione. Nel frattempo, tagliate a listarelle le verdure, ovvero: la carota, i peperoni, la zucchina, i fagiolini e, per ultimo, il cipollotto. Quando l’acqua inizierà a bollire, versate gli spaghetti di soia e lasciateli cuocere per 4 minuti; dopodiché, scolateli e lasciateli raffreddare in una ciotola piena di acqua fredda, fino al loro utilizzo. Ora, scaldate il Wok sul fornello con 2 cucchiai di olio e saltateci le verdure in quest’ordine: prima il cipollotto, dopo pochi minuti la carota, poi i fagiolini e i peperoni e, infine, la zucchina.

Aggiungete il brodo e 3 cucchiai di salsa di soia nel Wok assieme alle verdure e versateci gli spaghetti di soia. Fate rapprendere i liquidi per alcuni minuti e, alla fine, otterrete un veloce, sfizioso e gustoso piatto, adatto a una dieta ipocalorica.

 

L’importanza di utilizzare un collutorio senza alcool

Utilizzare un collutorio si rivela una prassi fondamentale per il mantenimento di una corretta igiene orale: è in grado, infatti, di eliminare i batteri che vivono all’interno della bocca, mantenendo la cavità orale fresca e pulita ed eliminando i problemi di alito cattivo. Inoltre, il collutorio riesce a raggiungere quelle aree della bocca in cui difficilmente lo spazzolino arriva.

La procedura corretta è quella di utilizzare il collutorio in combinazione con gli altri strumenti per l’igiene orale, quali lo spazzolino e il filo interdentale. Purtroppo diversi collutori contengono alcool: secondo alcuni studi, l’alcool crea irritazione alle mucose e secchezza delle fauci. È pertanto caldamente consigliato l’utilizzo di un collutorio assolutamente privo di alcool e, soprattutto, bisogna stare attenti ad evitarne l’ingestione.

Sono diversi i collutori privi di alcool antibatterici presenti sul mercato: sono facilmente riconoscibili dall’etichetta posta a tergo delle singole confezioni, che ne attesta la mancanza di etanolo. Ciò che conta è sicuramente la serietà professionale delle singole aziende: i collutori Curasept Daycare riescono ad offrire una protezione completa dei propri denti grazie alle proprietà dei tre principi funzionali e quattro oli essenziali.

Il fluoruro di sodio, lo zinco cloruro e lo xilitolo, che agiscono in simbiosi, svolgono una importante azione antiplacca, antibatterica. Aumentano la resistenza strutturale dei denti, catturano le sostanze chimiche ed i gas prodotti dai batteri, che causano il problema dell’alito cattivo, contribuiscono alla remineralizzazione.

I quattro oli essenziali presenti nei collutori Curasept Daycare sono l’Eucaliptolo, il Timolo, il Mentolo, il Salicilato di Metile. Insieme, attaccano la placca e prevengono la formazione del tartaro, svolgendo un’efficace azione purificante, anti-irritante e antinfiammatorio, mantenendo nel contempo l’alito fresco. L’azienda mette inoltre a disposizione collutori Whitening per preservare il colore bianco dei denti, e Sensitive per contrastare il fenomeno della sensibilità dentinale.