Nel nostro articolo sul pepe del Sichuan, luogo di una delle gastronomie più apprezzate al mondo e dal quale sono appena tornati i tre social influencer italiani – Laura Comolli, Roberto De Rosa e Nicolò Leone – in viaggio ai piedi dell’Himalaya grazie all’Associazione ‘Mirabile Tibet’ e all’Agenzia di comunicazione I SAY, abbiamo visto come il Re del piccante sia una delle “cinque spezie” cinesi assieme al finocchio, ai chiodi di garofano, alla cannella e all’anice stellato. Andiamo dunque a conoscere meglio quest’ultimo, meno famoso ma altrettanto affascinante.
Le proprietà di questa spezia
Originario della Cina sud-orientale e del Vietnam, quello dell’anice stellato è un albero sempreverde che arriva fino ai 10 metri di altezza. Dal quasi maturo pericarpo a stella del suo frutto si ottiene un olio aromatico molto utilizzato in cucina ma anche in profumeria, nei dentifrici e nei collutori, mentre circa il 90% delle colture viene usato per l’estrazione di un acido impiegato in alcuni farmaci antivirali per la cura e la prevenzione dell’influenza A e B.
Principalmente, che si tratti di medicina “ufficiale” o popolare, l’anice stellato:
- stimola l’appetito e aiuta il buon sonno;
- favorisce il rilassamento della muscolatura gastrointestinale, evitando i sintomi della “cattiva digestione” come il gonfiore addominale, l’acidità gastrica, la nausea, la diarrea o la flatulenza;
- combatte le coliche nei neonati ma anche i dolori addominali e i disordini mestruali negli adulti;
- ha proprietà antiossidanti, grazie al linalolo contenuto;
- contrasta le affezioni infiammatorie delle vie respiratorie, compresi tosse e bronchiti, per via delle sue proprietà antibatteriche e antimicotiche.
La spezia viene utilizzata anche per stimolare il latte materno dopo il parto, per il trattamento dell’artrite reumatoide e della lombalgia, e persino come rimedio in caso di paralisi facciale – anche parziale.
Come apporto nutrizionale, 100 grammi contengono 3 di carboidrati, 1 di proteine, vitamina C (il 2% del fabbisogno giornaliero), calcio (il 4% del fabbisogno) e ferro (il 13%), con l’aggiunta di 1 milligrammo di sodio.
Le controindicazioni riguardano le persone soggette agli eritemi solari o che soffrono di patologie del fegato o di epilessia. Attenzione, dunque, se si stanno assumendo farmaci fotosensibilizzanti, antidolorifici steroidei (FANS) o cortisonici: l’anice stellato potrebbe interagire o sommarsi male ad alcune componenti di queste sostanze.
E un’ultima raccomandazione: parliamo dell’anice stellato cinese (illicium verum), laddove quello giapponese (illicium anisatum) è altamente tossico e non commestibile.
L’anice stellato in cucina
Siccome contiene anetolo, cioè la stessa molecola che conferisce profumo all’aneto, l’anice stellato è entrato anche nella cucina occidentale sia accanto alla carne (soprattutto maiale e agnello) o ai dolci, sia nella produzione di alcune bevande. Come dei francesi vin brulé e pastis o del nostro ‘Galliano’, della sambuca e del mistrà marchigiano e laziale. In India viene impiegato nella preparazione del Biryani e del Masala Chai, mentre in Vietnam è considerato fondamentale per la zuppa di spaghetti. Nel suo Paese di origine, la Cina, si usa per aromatizzare carmi bianche (compresa la famosa anatra alla pechinese), pesce, crostacei, stufati, zuppe, verdure saltate o piatti a base di tofu.
Se vogliamo invece portare sulla nostra tavola e nella nostra dieta tutte le Cinque Spezie Cinesi, possiamo tostarle per un paio di minuti a fuoco medio in una padella antiaderente, macinarle finemente una volta raffreddate e chiuderle ermeticamente in un barattolo di vetro da conservare al buio. Operazione per la quale basteranno 2 cucchiaini di pepe di Sichuan, 1 cucchiaio di semi di finocchio, 10 chiodi di garofano, 2 cucchiai di cannella in polvere e 6 anici stellati.
Senza esagerare però: sono potenti, quindi usiamole con misura. Come i nostri tre influencer avranno scoperto, un pizzico sarà sufficiente per la gioia del palato e i benefici alla nostra forma e salute.