Il cancro si combatte mangiando tanta frutta e verdura. Non è la prima volta che studi scientifici mettono in luce questa teoria: gli antiossidanti e le vitamine presenti nei vegetali sono importanti per proteggere il corpo da numerose malattie e anche dell’invecchiamento cellulare. Secondo un recente studio, inoltre, consumare molte verdure aiuta a contrastare il tumore al seno.
A sostenerlo sono i ricercatori della Vanderbilt University, di Nashville (Stati Uniti), che hanno esaminato un gruppo di donne, quasi 5 mila, con il cancro alla mammella, monitorando anche il loro stile di vita e la loro alimentazione. Spesso l’insorgere di un tumore è strettamente collegato al tipo di vita che si conduce, come fare turni, fumare, essere sempre molto nervosi o vivere in un luogo estremamente inquinato. Dai dati raccolti dagli esperti di Nashville è emerso che le signore che a tavola consumano spesso crucifere, quindi broccoli e cavoli, hanno più possibilità di sopravvivere al tumore.
Entrando nel dettaglio dello studio, queste verdure riducono il rischio di morte del 62 percento. Non vi piacciono i cavoli? Non importa, scegliete qualsiasi altro prodotto della famiglia, dai cavoletti ai broccoli, al cavolo cappuccio, ottimo anche in insalata. Un piccolo sforzo, in questo caso, può davvero salvare la vita. L’azione delle crucifere sembra essere importante anche nella prevenzione di altri cancri, come quello alla vescica. Ma quanto bisogna mangiarne? Almeno tre porzioni al mese riducono di circa un terzo il pericolo di sviluppare la malattia.
L’azione di queste verdure dipende un ingrediente speciale, sono gli isotiocianati, agenti che inibisco l’effetto cancerogeno di diverse sostanze. È importante cercare di mangiarle crude o al vapore, perché la cottura riduce il contenuto di isotiocianati dal 60 al 90 percento e distrugge vitamina U. I broccoli, inoltre, contengono una sostanza chiamata sulforane, che limita la produzione di ROS (Reacting Oxygen Species), un particolare tipo di radicali liberi, e riduce il rischio di ictus, infarti e diabete.
[Fonte: Corriere]
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