Per questo è indispensabile scegliere cibi integri, che non abbiano subito contaminazioni. E tra i migliori materiali per conservare, oggi ci sono i contenitori di metallo di terza generazione. Spesso, come dimostrano le più recenti evidenze scientifiche e in particolare uno studio condotto presso la Washington University School of Medicine di St. Louis, negli Stati Uniti, all’origine del sovrappeso vi è una cattiva funzionalità intestinale indotta da squilibri della flora batterica. E nella maggioranza dei casi, secondo la ricerca, chi ingrassa mangia cibi mal conservati che, una volta giunti nell’apparato digerente, scatenano meteorismo, gonfiore e affaticano il metabolismo, favorendo adipe e ritenzione.
Anche la confezione di ciò che mangiamo, dunque, ha il suo “peso” nella tendenza a ingrassare. E per essere certi di non correre rischi uno dei materiali più sicuri è il metallo: oltre al “classico” alluminio, trattato in modo tale che possa essere idoneo – in fogli o vaschette – al contatto con gli alimenti caldi e freddi, un ruolo di grande importanza è ricoperto dalla banda stagnata, formata da acciaio dolce (la cosiddetta “latta”) rivestito con uno strato continuo di stagno che protegge gli alimenti dalle alterazioni chimiche in ogni condizione e anche per lunghi periodi.
Il metallo (come scatola e pellicola per alimenti) è ideale per carne, pesce, salumi, formaggi, salse, minestre pronte, mais e legumi da aggiungere alle insalate estive: sempre più leggera, resistente e facile da trasportare, anche la scatoletta è un’alleata della linea. La moderna scatoletta di metallo, che quest’anno compie 200 anni dal primo brevetto, ha molti vantaggi:
- ha una chiusura ermetica oggi garantita dalle stesse tecniche utilizzate dalla Nasa, che assicura l’isolamento totale dal cibo dagli elementi che potrebbero degradarlo, rendendolo dannoso soprattutto per l’intestino e i processi di assimilazione;
- mantiene inalterate nel tempo le proprietà nutrizionali e organolettiche dell’alimento, anche senza bisogno del frigo;
- è resistente, non si fora e non si fessura, e protegge il cibo dalla luce.
Anche alcuni microrganismi della flora intestinale condizionano la linea! I batteri che colonizzano la flora intestinale riescono determinare la tendenza ad ingrassare, a restare magri e a perdere peso con maggiore o minore facilità. Lo conferma una recente ricerca cinese, pubblicata sulla rivista Nature, secondo la quale i batteri che vivono sui villi intestinali (circa mille specie) potrebbero far aumentare o ridurre l’attività del metabolismo e favorire l’instaurarsi di sovrappeso e obesità. Un test eseguito sull’intestino dei topi, da ripetere in futuro sull’uomo, ha rivelato che basta trasferire la flora batterica di un animale “obeso” nell’intestino di un topo “magro” per far ingrassare anche quest’ultimo.
Alcuni particolari ceppi batterici sarebbero infatti in grado di aumentare l’assorbimento di zuccheri e grassi, inducendo un conseguente e più rapido aumento di peso. Per questo, la funzionalità intestinale va garantita da un’alimentazione corretta e dall’assunzione di fermenti lattici e yogurt arricchiti, che colonizzano l’intestino con i batteri “buoni”, che attivano il metabolismo.