La dieta Chenot, elaborata dal medico catalano, francese d’adozione, Henri Chenot, è solo una parte di una più ampia disciplina, cui il suo ideatore ha dato il nome di biontologia. Non a caso la dieta, oltre ad assicurare una perdita di peso da due a cinque chili in una settimana, promette anche il raggiungimento di un equilibrio psico-fisico che tiene lontano stress e stanchezza. Secondo Chenot infatti l’aumento di peso è dovuto a uno squilibrio tra mente e corpo causato a propria volta dall’accumulo di tossine nell’organismo dovuto a stress, inquinamento, esposizione ad agenti nocivi.
Per questo motivo la prima fase del programma Chenot (della durata di circa tre giorni) ha scopi depurativi e si basa quindi sul consumo di verdure, riso (con molta parsimonia) e centrifugati di frutta. La fase successiva, della durata di circa un mese, coincide con la dieta dimagrante vera e propria, personalizzata in base al gruppo cui appartiene l’individuo secondo alcuni parametri individuati dallo stesso Chenot, ferme restando tuttavia alcune regole universalmente valide:
- mangiare la frutta prima dei pasti;
- non bere durante i pasti;
- bere l’acqua solo dopo averla bollita e con l’aggiunta di succo di limone;
- consumare un piatto unico dividendo i carboidrati dalle proteine;
- non mangiare mai dopo le 20.00;
- non consumare spuntini fuori pasto;
- consumare molti centrifugati di frutta e verdura.
La dieta Chenot prevede inoltre il divieto assoluto di consumare selvaggina, carne di maiale, formaggi stagionati, alcolici e caffè. Per il resto il programma alimentare si basa soprattutto sul consumo di frutta e verdura, soia, pesci di acqua fredda (quali salmone e sgombro), thè, erbe aromatiche, latte e yogurt e cibi specifici (frutta secca, semi, erbe aromatiche) individuati in base alle specifiche caratteristiche e necessità del paziente, secondo quella che lo stesso Chenot definisce fitoterapia culinaria. Il mantenimento invece consiste nel’osservare periodicamente un periodo di disintossicazione.