Dossier Zona: come si struttura una dieta Zona (parte seconda)

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Si conclude oggi il nostro approfondimento sulla dieta Zona del dottor Barry Sears. Come vi abbiamo anticipato, sarà il dottor Mario Manunta, specialista in medicina interna, diabetologo e Zona counsultant e spiegarci come “si fa” la dieta Zona adottando il famoso metodo dei blocchetti.

Esistono due metodi per strutturare una dieta Zona: quello della mano e quello dei blocchi. Noi parleremo del metodo dei blocchi. Il blocco serve a comporre pasti e spuntini e a quantificare il fabbisogno giornaliero di cibo senza tenere conto né del peso, né delle calorie. Chiaramente servono delle misurazioni per sapere quanto si deve mangiare e quindi quanti “blocchi” giornalieri consumare e questo quantitativo dipende da due fattori: massa magra e attività fisica. La metodica di calcolo della massa magra varia per la donna e per l’uomo. Seguiamo tappa per tappa il procedimento per il calcolo della massa magra nella donna:

  • Si determina il peso corporeo
  • Si misura la circonferenza dai fianchi nel punto più largo
  • Si consultano le Tabelle della ZONA e si riportano le costanti corrispondenti (A, B e C).
  • Si calcola la percentuale di Massa Grassa
  • Si moltiplica il peso corporeo per la percentuale di Massa Grassa e si divide per 100 per conoscere i chili di Massa Grassa
  • Si sottraggono dal peso corporeo i chili di Massa Grassa
  • Si determina l’altezza
  • Si misura la circonferenza all’altezza dell’ombelico

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Per calcolare la massa magra di un uomo si procede come segue:

  • Si determina il peso
  • Si misura la circonferenza all’altezza dell’ombelico
  • Si misura la circonferenza del polso dell’arto prevalente
  • Si sottrae la misura del polso dalla circonferenza addominale
  • Si consultano le Tabelle della Zona per conoscere la percentuale di Massa Grassa
  • Si moltiplica il peso per la percentuale di Massa Grassa e si divide per 100, per conoscere i chili di Massa Grassa
  • Si sottraggono dal peso corporeo i chili di Massa Grassa

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Calcolata la massa magra si procede al calcolo dei blocchi

Per calcolare il numero dei blocchi giornalieri individuali il procedimento prosegue nello stesso modo per la donna e per l’uomo.  E’ necessario valutare l’attività fisica che va incentivata secondo schema incrementale e che sia prevalentemente aerobica, ma con componente anaerobica rappresentativa e personalizzata.
L’esercizio aerobico è fondamentale per contrastare l’insulino-resistenza, in quanto è in grado di abbassare i livelli insulinemici; deve essere costante in senso continuativo e regolare e deve avere una durata di almeno 30 minuti. Basta per questo scopo mezz’ora di fitwalking.

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Adesso si devono individuare il numero di blocchi individuali applicando la seguente formula:

Kg di Massa Magra x Indice di Attività
7

Adesso si utilizzano le Tabelle Nutrizionali per comporre i pasti, sapendo che a ogni alimento corrisponde il quantitativo di 1 miniblocco

Per esempio, se volessimo prescrivere uno schema da 3 blocchi:

3 Miniblocchi di carboidrati:

  • 1 piatto di minestrone
  • 300 g di spinaci
  • 1 kiwi

3 Miniblocchi di proteine:

  • 30 g di petto di pollo
  • 30 g di petto di pollo
  • 30 g di petto di pollo

3 Miniblocchi di grassi:

  • 1/3 di cucchiaino di olio
  • 1/3 di cucchiaino di olio
  • 1/3 di cucchiaino di olio

Dopodichè si procede alla stilazione del piano alimentare, distribuendo i blocchi nell’arco della giornata. Per fare questo si deve tenere conto che:

  • la colazione va fatta entro un’ora dal risveglio;
  • 1 blocco dà autonomia per circa 2 -2,4 ore;
  • 2 blocchi danno autonomia  per circa 4 – 4,5 ore;
  • i pasti da 3 o più blocchi danno autonomia fino a 6 ore (con una media di 5 ore);
  • l’ultimo spuntino si fa 15-30 minuti prima di coricarsi;
  • non bisogna comporre pasti superiori ai 6 blocchi.

Indicazioni per la composizione dei pasti e degli spuntini:

  • E’ preferibile usare alimenti freschi, ma si possono usare anche surgelati e inscatolati;
  • Incentivare l’uso di pesce;
  • Privilegiare i carboidrati favorevoli che controllano meglio la fame;
  • Variare i cibi;
  • Non esagerare con i cibi affumicati e i salumi;
  • Ananas, anguria, melone, fichi e uva sono al limite dei favorevoli;
  • Superati i 30-35 anni prevedere l’uso di avena in chicchi decorticato;
  • Usare il fruttosio anziché altri dolcificanti;
  • Se si sceglie il miele, preferire quello di acacia o di castagno;
  • Il vino, specialmente se rosso, non va necessariamente evitato;
  • Evitare la margarina e i cibi che la contengono;
  • Non effettuare più di 2 spuntini esclusivamente liquidi di latte o yogurt al giorno,
  • Lo yogurt non deve essere necessariamente bianco magro; può avere gusto di frutta, l’importante è che il rapporto Proteine/Carboidrati sia compreso tra 0,5 e 1;
  • Il miglior latte è quello parzialmente scremato;
  • I carboidrati meglio se integrali, meglio il grano duro che quello tenero;
  • Il miglior pane è quello di segale;
  • La varietà di riso da preferire è la Carnaroli;
  • E’ importante bere almeno di 2- 2,5 litri d’acqua al giorno;
  • Il migliore momento per bere è quando si ha sete;
  • Limitare il più possibile l’uso del caffè.

Cuocere in ZONA

  • Per le Proteine la migliore cottura è al vapore, in alternativa alla griglia, alla piastra o al forno, evitare quanto più possibile le fritture.
  • Per i Grassi, i migliori da usare sono i monoinsaturi come l’olio di oliva, meglio se extravergine, in alternativa l’olio di arachidi. Evitare burro, lardo, panna. Eliminare la margarina.
  • Per i Carboidrati la migliore cottura è al vapore.

La ZONA deve essere quanto più personalizzata, nel numero dei blocchi, nella loro distribuzione nell’arco della giornata, in relazione alla personale risposta insulinica.

Ma due sono i punti fondamentali per mettere in atto la personalizzazione:

  • Se dopo 4 ore dal pasto si ha fame, si è assonnati e pigri, significa che si è mangiato troppi carboidrati;
  • Se dopo 4 ore dal pasto si ha fame ma è sveglia e pimpante, significa che si è mangiato pochi carboidrati.
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