Mangiamo troppo e non sempre scegliamo i cibi giusti. Troppi grassi, troppo zucchero, troppo sale. E il nostro organismo ne risente. Oggi sappiamo che molte malattie annoverano tra i fattori di rischio gli stili di vita alimentari sbagliati. Alcune ricerche, per esempio, hanno dimostrato che il 30 per cento dei tumori è legato in qualche modo al cibo. Ci sono alimenti che li prevengono, altri che li favoriscono. E il progresso delle conoscenze nel campo della genetica sta scoprendo anche “perché” succede.
Per questo gli esperti consigliano una sana alimentazione come punto di partenza per la prevenzione. Certo, le attenzioni che possiamo adottare quando mettiamo una pietanza in tavola non sono tutto. Però, di sicuro, sono il primo passo. E, tutto sommato, anche il più semplice. Spiega Salvatore Ciappellano, docente di Alimentazione e nutrizione umana presso la Facoltà di Agraria dell’Università degli studi di Milano
“Tutto quello che ingeriamo e il modo in cui lo facciamo, va a modificare l’organismo in misura rilevante. Il nostro patrimonio genetico, cioè le informazioni scritte nel DNA che ci portiamo dietro dalla nascita, influisce per circa il 30 per cento sul nostro destino. L’aspettativa di vita, a quali malattie andremo incontro, quale sarà il nostro stato di salute nel corso degli anni: tutte queste variabili sono quindi condizionate per circa il 70 per cento dai cosiddetti fattori ambientali.”
Stili di vita, inquinamento, condizioni ambientali e, ovviamente, l’alimentazione. Prosegue l’esperto
«In pratica chi riesce a seguire uno stile di vita salutare e tiene sotto controllo ciò che mette in tavola, ha maggiori probabilità di avere un’aspettativa di vita adeguata a ciò che sta scritto nei suoi geni».
Esiste ormai una montagna di studi scientifici che dimostra l’esistenza di un legame stretto tra gli alimenti che ingeriamo, soprattutto quelli che fanno parte delle cosiddette abitudini alimentari, e il nostro stato di salute, il livello di sviluppo dell’organismo, il suo funzionamento o malfunzionamento, e la possibilità di vivere più a lungo. La prevenzione, è proprio il caso di dire, comincia a tavola. Esiste una stretta correlazione tra il peso corporeo e lo stato di salute. Commenta Ciappellano
“Diversi studi scientifici hanno accertato che l’indice di massa corporea (IMC= peso in chilogrammi/altezza al quadrato) e la circonferenza addominale (misurata un paio dì dita sopra la parte più alta delle anche con un metro da sarto) sono due indicatori importantissimi». Chi ha un IMC superiore a 25 e una circonferenza addominale superiore a 95 centimetri (81 per le donne) corre un rischio più elevato di andare incontro a malattie cardiovascolari, come infarto e ictus, e a diversi tumori. Attenzione però: anche un’eccessiva magrezza non è del tutto salutare. Un indice di massa corporea inferiore a 18,5 predispone l’organismo a problemi nella resistenza alle infezioni”