C è differenza tra sentirsi gonfi di liquidi e vedersi grassi? Spesso si tratta di due situazioni nettamente differenti, anche se in molti casi compaiono associate fra loro. Non sempre ristagni e adipe dipendono da un eccesso calorico ma paradossalmente si manifestano in persone che mangiano poco: talvolta, infatti, alla base di queste condizioni vi possono essere delle intolleranze alimentari.
Si tratta di reazioni dell’organismo che compaiono, per esempio, quando seguiamo troppo a lungo lo stesso tipo di dieta o continuiamo a mangiare sempre alcune categorie di cibi. Con quali effetti? Il peso oscilla, il corpo si gonfia e aumenta il grasso su addome, fianchi e glutei. Per sbloccare il metabolismo, asciugare i tessuti e ridurre gli accumuli adiposi possiamo rivolgerci alla Natura, che proprio in questo periodo dell’anno ci mette a disposizione i rimedi giusti per depurarci e fare ripartire alla grande i processi metabolici.
Cime di rapa, broccoli, insalate amare, mele e non solo: gli ortaggi e la frutta che maturano a ottobre sono i più efficaci per debellare le intolleranze. Ne basta una minima dose ogni giorno per eliminare le putrefazione intestinali, principali responsabili degli stati infiammatori che scatenano l’intolleranza. Finocchio, acero e cumino ecco le tre piante che disintossicano e nel contempo accelerano i processi bruciagrassi, con effetto snellente immediato.
Ogni intolleranza dà dei disturbi specifici (adipe, ritenzione…) che traducono in un aumento di peso: valutarli con certezza è indispensabile per mettere a punto una strategia snellente efficace. Attraverso l’intolleranza l’organismo sta segnalando che non è più in grado di sopportare l’introduzione di un determinato alimento o una particolare categoria di alimenti. Vuoi perché si è superata una certa soglia, vuoi per degli effetti direttamente dovuti alla natura stessa dell’alimento, il metabolismo rallenta o si blocca e non riusciamo più a smaltire alcuni cibi. Gli alimenti piú frequentemente implicati nei fenomeni di intolleranza sono.
- Latte e derivati (yogurt, formaggi ecc.)
- additivi artificiali (grassi idrogenati, coloranti, conservanti ecc.)
- alimenti lievitati (pane, pasta, pizza ecc.)
A differenza delle reazioni allergiche, che hanno una sintomatologia violenta e immediata, le intolleranze sono reazioni lente e graduali e provocano un sovrappeso progressivo, di cui ci si rende conto nel giro di mesi. Esiste un “esame” molto semplice per individuare i cibi cui siamo intolleranti ed è il cosiddetto “test di esclusione“. Questa prova va effettuata preferibilmente con la consulenza un medico esperto. In pratica, quando si ha il sospetto che un determinato cibo sia responsabile del gonfiore o dell’ingrassamento può provare a escludere dalla dieta quell’alimento per massimo 2-3 settimane e verificare se il disturbo si riduce.
Successivamente si reintroduce l’alimento e si osserva se il gonfiore si ripresenta. Se ciò avviene, in genere il medico prescriverà ulteriori approfondimenti per escludere la presenza di un’allergia alimentari. Esclusa l’allergia, ci troviamo quasi certamente di fronte a un’intolleranza. Se invece vuoi optare la via “clinica” per verificare la presenza una intolleranza, puoi provare il test DRIA, il test citotossico e il VEGA test. Sappi però che nessuno di questi test da risultati certi, che vanno comunque inquadrati in un contesto di una valutazione più globale dell’individuo soprattutto della sua dieta.