Dimagrire con la terapia comportamentale

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Mandare via definitivamente i chili di trop­po è possibile, a patto che si scelga la strada meno velo­ce. Le linee guida interna­zionali e italiane auspicano una perdita di peso dell’or­dine del 10 per cento, nei primi sei mesi, come primo obiettivo importante per chi intenda intraprendere una cura dimagrante. Riu­scire a raggiungerlo e a consolidarlo nel tempo, è già un bel successo, se è vero che ciò basta a minimizzare i ri­schi di insorgenza delle patologie correlate a sovrap­peso e obesità.

 In ogni caso a chiunque intenda fermarsi a questo primo livello, o aspiri a mi­gliorare ulteriormente la performance, giova ricor­dare cosa dicono le Linee guida obesità Italia , in materia di modalità di dimagrimento. Senza dimenticare che la riduzione della razione ali­mentare è solo una compo­nente della strategia: le al­tre si chiamano attività motoria e tecniche di terapia comportamentale, oltre a farmaci e bisturi, da riser­vare ai casi più gravi.

 Nei casi in cui l’eccesso di peso non è drammatico, il calo auspicabile non supera il mezzo chilo settimanale, pari a una riduzione del­l’introito che non oltrepas­si le 500 calorie giornaliere. Attenzione: si parla di per­sone in sovrappeso mode­rato o al primo livello di obesità. Significa che chiunque intenda perdere peso per pure finalità estetiche (la persona di 1.60 per 55 chili che vuole scendere a 52 di fatto parte da una si­tuazione normopeso), do­vrebbe essere ancor più oculata, in materia di ridu­zione della razione alimen­tare e di ritmi di calo pon­derale: a dirla tutta, farebbe meglio a evitare ogni “die­ta” e, al massimo, modifica­re qualcosa sul fronte del­l’attività motoria e dei piccoli, inutili “vizi“.

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