Dimagrire non è sempre una cosa facile. In realtà non lo è mai, ma ci sono persone che proprio non riescono a perdere neanche un chilo. Per fortuna è una cosa rara ed è un disturbo definito come obesità dietoresistente. Nel termine c’è già il significato perché indica persone gravemente in sovrappeso, resistenti alle diete dimagranti.
Partiamo dal presupposto che quella che stiamo definendo è una sorta di malattia. Nella maggior parte dei casi, le persone che non riescono a perdere peso di solito stanno seguendo un regime alimentare errato. A volte può essere anche solo un piccolo errore (tipo un’intolleranza o uno sbilanciamento impercettibile), magari accompagnato da uno stile di vita poco salutare (per esempio non fare sport, bere un bicchiere di vino in più o fumare) e dal consumo di cibi calorici (troppi succhi di frutta, qualche merendina??).
È molto importante tenere presente che questa situazione è davvero molto rara e di solito colpisce quelle persone con un’obesità grave, non bastano quindi alcuni chili in più e un po’ di pancetta (e soprattutto tanta pigrizia). Ma come funziona? A dare una spiegazione scientifica è stato il Congresso annuale della società americana di endocrinologia. Secondo gli esperti, alcune persone sono incapaci di bruciare le calorie assunte e di conseguenza per loro è inevitabile accumulare grasso. Quest’accumulo è continuo e alcuni malati, in un anno, possono prendere anche una decina di chili, raggiungendo in un biennio un peso spaventoso. Ingrassare si trasforma in un trend totalmente fuori controllo.
Che cosa vuol dire? Che purtroppo qualsiasi dieta, anche restrittiva e ipocalorica, è inutile. Per le persone dietoresistenti, di conseguenza, è necessario intervenire sul peso attraverso un’altra strada, quella chirurgica (bendaggio gastrico). Esistono anche delle soluzioni meno drastiche come alcuni interventi para-chirurgici, nello specifico il palloncino gastrico posizionato per via endoscopica o il pacemaker gastrico: danno senso di sazietà. La medica ovviamente sta indagando per trovare terapie alternative, ma per adesso non ci sono ancora novità rilevanti.
Photo Credits| ThinkStock
[Fonte: Albanesi]