Il successo della dieta dimagrante dipende dal sistema nervoso

Perdere peso con successo e fare degli sforzi inutili continuando a conservare tutti i chili in eccesso? Sembra questo l’interrogativo di chi decide di seguire una dieta dimagrante ed è anche abbastanza normale, perché sono numerose le persone che, purtroppo, nonostante l’impegno e la costanza si ritrovano a non smaltire neanche un grammo.

È una situazione abbastanza deludente e frustrante. Ne abbiamo parlato anche recentemente affrontando il metodo psicosomatico di Raffaele Morelli, illustrato nel suo ultimo libro “Dimagrire senza dieta”. Lo psichiatra sostiene che per perdere peso non sia sufficiente un regime alimentare, ma ci vuole un cambiamento mentale: ci deve essere uno stimolo motivazionale che sia in grado di aiutare il nostro corpo a rispondere al nuovo regime dimagrante.

La mente ha davvero un grande potere. Ogni tanto ne siamo consapevoli e altre volte, invece, lavora per noi, in silenzio e magari nel cuore della notte. Lo sostengono Nora Straznicky del Baker IDI Heart & Diabetes Institute di Melbourne, pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism (JCEM). Gli esperti hanno scoperto che misurando l’attività del sistema nervoso a riposo, è possibile prevedere il funzionamento di una dieta oppure no. Ecco, che ancora una volta il cervello lavora sul nostro peso.

L’attività misurata dagli esperti è quella che noi non controlliamo volontariamente. Un po’ come succede quando decidiamo di muovere un arto. Per elaborare questa tesi sono stati arruolati 42 volontari in sovrappeso, con circa 56-58 anni, e decisi a dimagrire con una dieta ipocalorica (la Dash per l’esattezza) in 12 settimane. Durante i tre mesi, gli esperti hanno monitorato il sistema simpatico tramite microneurografie. Che cosa è stato scoperto? Se il sistema nervoso simpatico, durante le ore di riposo, risulta essere meno attivo, la capacità di perdere peso è inferiore. Inoltre, l’assunzione di carboidrati è correlata a un sistema maggiormente arrivo.

Photo Credits| ThinkStock

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