Il lievito di birra, usato sin dall’antichità come depurativo e contro le malattie epidemiche, è costituito da una colonia di funghi microscopici, in grado di riprodursi molto velocemente. In commercio ne esistono vari tipi, ma non tutti hanno il ruolo di integratore alimentare.
Il lievito, infatti, è alimento dal valore nutritivo notevole. Il merito è da attribuire alla ricchezza di minerali, proteine, aminoacidi essenziali, e soprattutto di vitamine del gruppo B, che intervengono nel processo di trasformazione dei carboidrati, grassi e proteine in energia. Inoltre, tutti questi preziosi elementi sono presenti in forma rapidamente assimilabile.
Tipi di lievito
- Lievito naturale: viene anche chiamato “lievito madre” o “pasta madre”, ed è un impasto a base di farina, acqua e zucchero, che mescolati tra loro, e rinfrescati costantemente (con rabbocchi di farina e acqua all’impasto base dal quale si sottrae una parte), fermentano in modo del tutto spontaneo. La fermentazione, produce anidride carbonica, che viene “intrappolata” nelle bolle che si formano all’interno dell’impasto, facendolo lievitare. E’ ideale per la panificazione.
- Lievito di birra secco: è costituito da colonie di microrganismi allevate su uno strato di malto, e successivamente essiccate per non alterarne i contenuti nutritivi attivi. E’ quello più indicato per integrare la propria alimentazione, grazie all’elevata quantità di aminoacidi essenziali, acido Folico, carboidrati, proteine ad alto valore biologico, sali minerali come Calcio, Cromo, Ferro, Fosforo, Magnesio, Potassio, Selenio, Zinco, e Vitamine B1 e B12.
- Lievito di birra da panettiere: è il classico panetto da 25 g che troviamo nei supermercati nel banco frigo. E’ ottenuto dalla fermentazione di colonie allevate e pressate allo stato fresco. Rispetto al lievito secco, è meno ricco di proteine, vitamine e di sali minerali e presenta il duplice inconveniente dei fermenti attivi, che possono dare luogo ad alterazione della flora batterica, nonché fastidiose fermentazioni intestinali.
- Lievito chimico: non è altro che una miscela di acido tartarico e bicarbonato di sodio. La combinazione di questi elementi produce per reazione anidride carbonica sotto forma di sacche d’aria, che gonfiandosi fanno lievitare l’impasto in un tempo molto ridotto, tuttavia, non essendo un prodotto naturale, il suo uso non è da incoraggiare.
In caso di intolleranza ai lieviti, una tecnica valida per far lievitare gli impasti, è la combinazione di bicarbonato per uso alimentare e un mix in parti uguale di latte e yogurt, che insieme producono anidride carbonica, simulando il processo di lievitazione ottenuto con il lievito chimico, ma in modo naturale.
Proprietà del lievito
Il lievito, in modo particolare quello secco, per il suo notevole contenuto di sali minerali e vitamine del gruppo B, importanti per la sintesi dei neurotrasmettitori, è un alleato prezioso per combattere stanchezza, emicrania, stress, insonnia, ma anche per integrare un regime dietetico sbilanciato o carente di queste vitamine essenziali per il benessere del nostro organismo.
Il lievito di birra, inoltre, riequilibra la flora batterica, depura e protegge il fegato e la pelle, svolge anche un’azione trofica su unghie e capelli, favorendone la crescita, e grazie alle sue proprietà antiossidanti e immunostimolanti, aiuta a contrastare l’invecchiamento generale. In virtù di tali caratteristiche, è particolarmente indicato nei casi di infezioni o intossicazioni intestinali, di demineralizzazione, nei problemi intestinali come colite e stipsi, nelle patologie della pelle, come acne o pelle grassa, in caso di deficit immunitari e contro le malattie senili.
Il lievito, è anche un eccezionale integratore alimentare per i vegetariani o per chi introduce poche proteine di origine animale nella propria dieta. E’ utile anche nei casi di iperglicemia o diabete, grazie al contenuto di cromo, infatti, aiuta a tenere sotto controllo l’insulina e a prevenire il diabete stesso. La dose giornaliera non deve superare i 30 g, poiché durante la digestione si formano delle purine, che si trasformano in acido urico.