Barry Sears e la dieta a zona stanno facendo discutere moltissimo la comunità di dietologi e nutrizionisti, perché il suo regime alimentare, attualmente molto di moda, potrebbe essere potenzialmente pericoloso per la salute. Il problema è un po’ comune a tutte le diete protal, proprio come la chiacchierata dukan: assumere proteine velocizza la perdita di peso, ma può creare anche degli squilibri.
Prima però di verificare insieme i motivi per cui i nutrizionisti stanno bocciando la dieta a zone è meglio ricordare i meccanismi su cui si basa e quali sono, almeno secondo Barry Sears, i principali pro. Tra le nostre pagine c’è un importante dossier per analizzare anche i singoli pasti di questo programma.
Dieta a zona
Nata agli inizi degli anni Novanta, la dieta di Barry Sears, scienziato americano laureato in biochimica, ha davvero spopolato, diventando il regime di riferimento di molte star e soprattutto di moltissimi sportivi. Non pensiamo che con zona si possa identificare un punto del corpo più grasso di altri: non è un metodo per perdere peso in modo localizzato. La zona è piuttosto l’energia mentale e fisica che una persona dovrebbe trarre dalla giusta dieta. Secondo il medico, le funzioni del corpo sono regolate dagli ormoni e di conseguenza è su questi che bisogna agire per regolare il peso corporeo.
L’assunzione di cibo quindi deve essere impostata in base alle capacità degli alimenti di influenzare il sistema endocrino. Per elaborare la dieta bisogna prima, conoscere il fabbisogno energetico di proteine, che secondo Sears non deve mai essere inferiore a 77 grammi. Già da qui s’intuisce l’indirizzo proteico della dieta: la regola di solito è 1 chilo 1 grammo (esempio: peso di 50 chili, massimo 50 grammi di proteine). Nella zona, ogni pasto deve essere suddiviso in questo modo: il 40% carboidrati, il 30% proteine e il restante 30% grassi.
Quali sono i pro della dieta a zona?
Sicuramente questa dieta aiuta a perdere peso e a ridurre il grasso, inoltre dà molta energia. Ecco perché sono numerosi gli sportivi che si sono lasciati sedurre da questo regime. È vero che si tratta di un programma ipocalorico, ma è anche vero che il consumo di proteine tende a saziare e non toglie le forze. Inoltre, secondo i nutrizionisti a favore, aiuta a contrastare l’insorgere di malattie come il diabete e anche quelle cardiocircolatorie. C’è da chiedersi come sia possibile visto l’assunzione di troppi grassi animali. Infine, permette di mantenere il giusto equilibrio ormonale.
Perché molti esperti sono contrari?
Prima di tutto non esiste una conferma scientifica che questa dieta sia in grado di regolare la produzione d’insulina e di glucagone. Poi, secondo molti nutrizionisti, la quantità di carboidrati e di proteine di cui il corpo ha realmente bisogno non sono quelle consigliate da Sears, ne consegue che dietro le sue formule matematiche (40:30:30) ci sono degli errori. Inoltre, diversi studi hanno confermano che il peso smaltito attraverso la zone diet è il medesimo di quello che si può smaltire seguendo altre diete protal molto più equilibrate, senza perdere massa muscolare. Ricordiamo poi che tutti i regimi che fanno smaltire molto velocemente i chili di troppo, in linea di massima causano il recupero di peso in breve tempo.
Forse Sears potrebbe incominciare a spiegarci come mai la sua dieta stimola questa dinamica. Un recente studio condotto dai ricercatori dell’Università di Melbourne, indica che chi riguadagna peso dopo una dieta è vittima dei suoi ormoni, che influenzano l’appetito. Secondo gli esperti, infatti, dopo un dimagrimento rapido si sviluppa un senso di fame maggiore e si è in grado di bruciare meno calorie: questo meccanismo è tremendo e minaccia ovviamente la linea. Durante l’esperimento i ricercatori hanno misurato e confrontato i valori ematici e si sono accorti gli ormoni dell’appetito si erano ristabilizzati, dopo la perdita di peso, sui valori che le persone avevano prima della dieta. Un equilibrio un po’ precario.
Per approfondire questo tema, non perdete l’intervista all’esperto: