La dieta dukan ha davvero fatto discutere tutti nell’ultimo periodo, soprattutto per la netta perdita di peso di Kate Middleton. Alcuni hanno sospettato fosse anoressica, lei invece ha svelato di seguire questo nuovo e moderno regime alimentare. Ma fa bene o fa male? Serve realmente o è una follia? Ora però a litigare (credo che si possa usare serenamente questo termine) sono Pierre Dukan, il papà del regime alimentare più amato dalle vip, e il collega Jean-Michel Cohen. Il motivo della contesa? Cohen ha definito “fantasioso e pericoloso” il programma dimagrante del collega.
Sono volate parole grosse e sono finiti in tribunale. Tra le accuse più gravi c’è quella che sostiene che la dieta iperproteica di Dukan consiglia di mangiare pochi cibi, senza preoccuparsi delle calorie, accusandola “di aumentare il colesterolo e di causare possibili problemi cardiaci e il cancro al seno”. Insomma, sono accuse davvero pesanti e non sono tardate le denunce.
Sulla salute non si scherza e questo è l’unico punto su cui siamo tutti d’accordo. Cohen, che sta cercando in tutti modi di offuscare il collega per portare acqua al suo mulino, ha suggerito che per perdere peso il suo regime alimentare è sicuramente migliore (te pareva!) perché si mangia quello che più piace, basandosi su quattro schemi calorici che vanno dalle 900 alle 1600 calorie giornaliere. Ci tengo a dire che 900 calorie sono poche, ricordiamo che la donna non dovrebbe scendere sotto le 1400 e l’uomo sotto le 1600.
Attenzione, noi vogliamo assolutamente prendere le distanze dalle polemiche. Sono i medici che devono decidere ciò che bene e ciò che non lo è. Invitiamo le persone a non fare il fai da te e ricordiamo che la Dukan e la Cohen, l’anno scorso, sono finite con altre 13 nel mirino della «Anses» (l’agenzia di sicurezza sanitaria dell’alimentazione). Boris Hansel, endocrinolgo all’Ospedale parigino Pitiè-Salpetriere, ha commentato la dukan così:
Il nostro studio dimostra che un anno dopo aver cominciato questa dieta, il 35% delle persone ha ripreso i chilogrammi persi. Dopo due anni sono il 64% a essere di nuovo ingrassate e dopo tre anni ben l’80%. Si dice molto del successo di questo metodo e poco dei risultati sul breve, medio e lungo termine.
[Fonte: IL Secolo XIX]