Amate la pasta saltata in padella? I piatti di recupero a volte sono più buoni di quelli freschi. La maggior parte delle persone è convinta però che gli alimenti ripassati contribuiscano ad aumentare i chili di troppo. In realtà contengono meno zuccheri. A dare questa notizia è uno studio tutto italiano, il primo condotto sugli effetti della frittura nell’uomo, firmato da Sara Farnetti, specialista in Medicina interna e nutrizione funzionale del Policlinico Gemelli di Roma. Tempo fa abbiamo parlato delle patate fritte e di come questo tipo di cottura se sporadica e fatta con certi criteri non sia poi così dannosa. Oggi allarghiamo l’argomento e cerchiamo di approfondirlo con questa nuova ricerca.
Alla base del luogo comune, che sostiene che il fritto faccia ingrassare c’è che l’olio fritto o soffritto faccia aumentare la glicemia e il colesterolo, di cui tra l’altro è privo, o addirittura che sia tossico. Secondo Sara Farnetti, in realtà per tenere sotto controllo la pancetta, dove si accumulano gli zuccheri, sotto forma di grassi per l’azione dell’insulina, bisogna dare il via libera a pasta e riso ripassati in padella.
Meglio una classica e gustosa ‘aglio e olio‘ di un piatto di spaghetti con olio a crudo o sconditi. E, per la gioia dei golosi, meglio una porzione di patatine fritte, meno zuccherine di una patata lessa. La dottoressa inoltre aggiunge:
Grazie allo shock termico subito dalla pasta al dente gettata nell’olio caldo, gli amidi vengono ‘bloccati’ e gli zuccheri sono meno accessibili all’assorbimento da parte dell’organismo. Con effetti positivi sull’ago della bilancia.
Bisogna imparare a preoccuparsi un po’ meno delle calorie: i kg di troppo, infatti, dipendono anche dalla risposta degli ormoni a quello che mangiamo, avverte. Niente più tabù sul fritto, a patto che si seguano regole precise, come non usare olio di semi: viene estratto con solventi portati ad altissime temperature, dunque contiene grassi idrogenati, non superare i 160-180 gradi di temperatura e se l’olio fuma ed emette un odore acre, gettarlo via, non riutilizzare più volte l’olio, ridurre i tempi di cottura per evitare che gli alimenti si colorino troppo.
[Fonte: Adnkronos]