Aumentare il consumo di potassio potrebbe avere sulla pressione arteriosa gli stessi effetti benefici della riduzione del sale. A sostenerlo è un gruppo di ricercatori dell’Università di Wageningen, in Germania, coordinati dalla dottoressa Linda van Mierlo, in base a uno studio i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Archives of Internel Medicine. Gli studiosi tedeschi hanno monitorato il consumo di potassio in 21 paesi tra cui Cina, Nuova Zelanda e Olanda stimandolo tra 1.7 e 3.7 grammi al giorno, mentre la razione giornaliera raccomandata è di 4.7 grammi al giorno.
Se il consumo di potassio aumentasse fino al livello consigliato-afferma la van Mierlo-la pressione sistolica dei cittadini di questi paesi calerebbe con un effetto paragonabile alla riduzione di quattro grammi al giorno di sale. Il bilancio fra introito di potassio e introito di sale è infatti basilare nel controllo dell’ipertensione.
Già diversi studi avevano evidenziato il ruolo del potassio nella regolazione della pressione sanguigna, rilevando come persone con valori bassi di potassio sono maggiormente a rischio di andare incontro a ipertensione e problemi cardiovascolari. D’altra parte è altrettanto noto il ruolo svolto in questo senso dal rapporto sodio-potassio: il primo fa confluire liquidi nel circolo sanguigno con il conseguente rialzo della pressione, il secondo favorisce il riassorbimento del sodio e migliora la funzionalità cardiovascolare.
Ridurre il sale e aumentare il potassio-continua la studiosa tedesca-sono entrambi metodi validi per tenere la pressione sotto controllo.
Ma come aumentare il livello di potassio? E’ presto detto, come sempre seguendo una dieta ricca di alimenti che contengono questo prezioso sale minerale, in primo luogo frutta e verdura che sono anche poveri sodio; via libera soprattutto a spinaci, legumi, patate, banane e albicocche. Da evitare invece i cibi lavorati industrialmente che a causa dei processi di trasformazione possono risultare impoveriti di potasio e arricchiti in sodio.