La dieta alcalina, come è facile immaginare, si basa sul consumo di cibi (frutta, verdura, noci, tuberi) che, una volta metabolizzati, rilasciano nell’organismo residui alcalini, a scapito di alimenti acidificanti quali carni, formaggi, pesci, crostacei, albume d’uovo, latte, alcuni tipi di legumi, tè, caffè e cereali.
Il presupposto di questa dieta, nota anche come alcalinizzante, è che un consumo eccessivo di cibi che rilasciano residui metabolici acidi finisca per alterare l’equilibrio acido-basico dell’organismo causando la perdita di minerali essenziali nelle ossa alla quale seguirebbe una sorta di acidosi cronica che, per quanto di lieve entità, esporrebbe allo sviluppo di alcune patologie e contribuirebbe alla percezione di un malessere generale a causa dell’aumento dei radicali liberi e dell’indebolimento del sistema immunitario.
Fondamentale, in questo senso, è la distinzione fra alimenti acidi e alimenti acidificanti; i primi infatti seppure caratterizzati da un pH acido, inferiore cioè a 7, non necessariamente rilasciano nell’organismo residui acidi; è questo il caso della frutta in cui sono presenti acidi deboli (malico, tartarico, citrico) che finiscono per dare luogo a sali alcalini, mentre i secondi rilasciano sempre e comunque metaboliti di tipo acido.
Secondo i sostenitori della dieta alcalinizzante dunque per mantenere in salute il nostro organismo sarebbe necessario introdurre ogni giorno una percentuale di cibi alcalinizzanti pari al 75-80% e ridurre al 20-25% l’introito giornaliero di quelli acidificanti. Non tutti gli esperti però sono dell’avviso che un tale accorgimento sia utile, nè sono convinti del reale fondamento scientifico di un tale regime alimentare, ideato dal dottor Robert Young.
Tanto più che per mantenere l’equilibrio acido-basico dell’organismo e tenere alla larga il pericolo di iperacidosi è sufficiente aumentare il consumo di frutta e verdura senza eliminare dalla propria dieta i cibi acidificanti, nè ridurne significativamente il consumo. Esistono poi degli alimenti neutri quali il miele e lo zucchero di canna.