Sappiamo tutti molto bene che seguire una dieta dimagrante non è facile, qualunque sia il numero di chili che dobbiamo buttare giù. L’interruzione della dieta poi è vissuta da molti come un vero e proprio fallimento e conduce a sentirsi sconfitti, frustrati, generando sensi di colpa e, talvolta, scarsa stima di sè. Molto spesso però questo tipo di situazione è causata da una certa mancanza di autocontrollo che impedisce di cedere alle tentazioni dalle quali si è continuamente circondati.
Quel pezzo di dolce rimasto in frigo, una cena con gli amici, una barretta di cioccolata che improvvisamente fa capolino dalla dispensa, dove magari stava nascosta da un bel po’… sono solo alcuni esempi di situazioni che mettono a rischio tutti i nostri buoni propositi. Per non parlare poi di quelle condizioni di stress, sempre in agguato, che ci spingono a cercare nel cibo, meglio se ipercalorico, una valvola di sfogo e un momento di autoconsolazione.
Aldilà della necessità di indagare più a fondo il nostro rapporto con il cibo, che oltre a rappresentare un mezzo atto a garantire la nostra sopravvivenza ha anche un alto valore simbolico, esistono diversi stratagemmi utili per superare con successo i momenti di debolezza e tenere alla larga le tentazioni. Fra questi pare che il più utile sia il diario alimentare sul quale vanno annotati non solo ciò che mangiano, il luogo e l’ora in cui ciò è avvenuto ma anche le emozioni che ci hanno condotto a consumare il pasto e quelle che abbiamo provato durante e dopo di esso.
In tal modo sarà più facile individuare le situazioni a rischio e mettere in atto gli opportuni accorgimenti. Se ci rendiamo conto, ad esempio, che a portarci dritti verso il frigorifero è una discussione con un familiare o una tensione sul lavoro cerchiamo una soluzione alternativa quale ad esempio uscire a fare una bella passeggiata o telefonare a un amica con la quale sfogarsi o fare semplicemente due chiacchere.
Tutto questo agirà positivamente sul nostro autocontrollo conducendoci ad esercitarlo anche in situazioni conviviali (come la già citata cena con gli amici) in cui è la sola vista del cibo appetitoso a rappresentare un rischio.