Salsa di soia, calorie e valori nutrizionali

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La salsa di soia è senza dubbio l’ingrediente della cucina orientale maggiormente noto e diffuso nei paesi occidentali; viene ottenuta dalla lavorazione dei semi di soia cui vengono aggiunti grano tostato, acqua e sale. Più precisamente esistono due tipologie principali di salsa di soia: lo Shoyu, che prevede l’aggiunta di frumento e il Tamari, che in realtà è solo una variante dello shoyu, che viene preparata senza frumento. Entrambe subiscono un processo di fermentazione naturale che dura 12-18 mesi, e si usano in purezza per condire insalate, verdure stufate, cereali, brodi, zuppe ecc. o come ingredienti per la preparazione di altre salse.

Tra le qualità nutritive della salsa di soia spicca senza dubbio il contenuto di sostanze antiossidanti, che è dieci volte maggiore rispetto a quello del vino rosso; tuttavia questa presenta anche un alto contenuto di sale e glutammato che la rendono sconsigliabile in diete povere di sodio e costituiscono per tutti un invito a consumarla con molta moderazione. Inoltre, quando addizionata di frumento, come nel caso dello shoyu giapponese, la salsa di soia è controindicata in caso di celiachia.

In media, 100 grammi di salsa di soia apportano 65 calorie per 100 grammi di prodotto;  il contenuto di grassi è ridottissimo, mentre è del tutto assente il colesterolo. Come potete immaginare invece la shoyu e tamari presentano entrambe un contenuto di sodio piuttosto elevato. Quindi, il fatto che l’apporto calorico e il contenuto di grassi della salsa di soia siano piuttosto modesti non deve assolutamente far pensare a questa come un alimento che è possibile consumare a volontà in qualunque tipo di dieta.

Un’ultima curiosità: la salsa di soia nacque in Cina e fu introdotta in Giappone dai monaci buddhisti nel VII secolo; fece per la prima volta la propria comparsa in Europa alla corte di Luigi XV ad opera di un gruppo di missionari.

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