Patatine fritte, che passione. Dorate e ben salate sono un contorno cui si fa fatica resistere, da bambini ma anche da adulti. Durante il recente convegno “Il processo di frittura: ricerca e innovazione”, organizzato dalla Fondazione per lo studio degli alimenti e della nutrizione e ospitato dall’università Sapienza di Roma, è emerso che gli italiani fanno fatica a resistere a questo tipo di cottura, soprattutto se si tratta delle patatine. Ma fanno male?
È risaputo che il fritto, infatti, tanto bene non faccia: troppo calorico e troppo unto. Le patate fritte a bastoncino sono ottimali quando la crosta esterna è sottile e croccante, ma il cuore rimane morbido. Non devono essere bruciacchiate e l’olio, assolutamente solo extravergine, non deve superare i 180 gradi. Mi raccomando, gli esperti consigliano poi si non usare la friggitrice perché consuma troppo olio. Ma c’è di più. Non lasciatevi sedurre dalle patate fresche, forse sono più buone, ma è meglio usare quelle congelate perché le patate andrebbero lavate per allontanare zuccheri e aminoacidi e poi fritte, e non tutti lo fanno. Invece quelle appena tolte dal congelatore sono prodotti ottimi, sicuri e veloci da cucinare.
Quella per la frittura è una po’ una mania per gli italiani: il 60%, infatti, utilizza questa tecnica di cottura almeno tre volte la settimana. Giovanni Battista Quaglia, della Fondazione per lo studio degli alimenti e della nutrizione ha dichiarato:
A differenza di altri metodi di cottura, la frittura è vista negativamente dai medici è, infatti, la prima cosa che consigliano di eliminare dalla dieta. Se a consumarla sono persone malate possono andare incontro a effetti negativi, ma soggetti sani, se la frittura è fatta in modo adeguata, possono tranquillamente godersela.
La frittura andrebbe evitata dalle donne in gravidanza e dai bambini negli anni della crescita, ovvero tra i tre e i dieci anni meglio lasciare nel carrello le buste di patatine confezionate, nessun divieto invece per la frittura di pesce.